Problema randagismo a Zafferana Etnea. Dopo l’acceso dibattito dei giorni scorsi, diamo la parola al sindaco Salvo Russo. Ad innescare la scintilla che ha acceso gli animi ha contribuito un articolo pubblicato da questo giornale lo scorso venerdì dal titolo “Zafferana (CT) ‘paese invaso da cani randagi aggressivi’. Cittadini esasperati”, scritto sulla base di una petizione redatta da una cittadina residente in Via Eusebio Longo, e sottoscritta da una trentina di persone, in cui l’autrice della stessa, fra l’altro scrive: “Ormai da diversi mesi il paese è letteralmente invaso da cani randagi affamati e quindi molto aggressivi”, riferendo di presunte aggressioni “ad animali e persone” di cui sarebbe stata diretta testimone, ma anche indiretta denunciante attraverso il racconto di altri. Il fatto è stato confermato da diverse mail arrivate in redazione, ma al tempo stesso smentito da alcuni interventi sui Social, in cui – a parte certi estremismi che non facilitano il dibattito – si chiede di non criminalizzare i cani, “docili vittime” di persone senza scrupoli che spesso li abbandonano per strada.
Signor sindaco, quale è la situazione del randagismo a Zafferana?
“Non molto diversa da quella di tanti altri Comuni soprattutto di quelli che, come il nostro, sono ubicati a ridosso della montagna. In un territorio così esteso come questo (78 chilometri quadrati) il fenomeno si avverte di più. E soprattutto diventa più facile abbandonare animali”.
Cosa ha fatto la sua amministrazione per arginare o eliminare il problema?
“Fin dal nostro insediamento avvenuto nel 2019 abbiamo istituito un apposito Ufficio del randagismo e sottoscritto un protocollo d’intesa con l’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) per dare vita ad una vera e propria clinica veterinaria. Abbiamo già individuato i locali e i medici dell’ASP hanno già fatto il sopralluogo; stiamo lavorando anche alla realizzazione di due aree di sgambamento per cani all’interno del nostro territorio. Per una di queste attendiamo solo che alcuni volontari che abbiamo contattato ci forniscano le attrezzature (soprattutto le cucce), mentre per l’altra stiamo lavorando per il perfezionamento della recinzione. Non dimentichiamo poi che il nostro Comune, grazie ad un protocollo d’intesa con l’ASP, offre anche il servizio gratuito di sterilizzazione e microcippatura di cani e gatti anche domestici. Con l’istituzione della clinica, questi interventi saranno fatti direttamente a Zafferana. Abbiamo dato incarico ad un veterinario per la prestazione di un supporto specialistico, ed emanato tutte le ordinanze per adeguarci a quanto prescritto dalla legge. Abbiamo anche pagato fatture per risonanze magnetiche eseguite su cani randagi incidentati. Da quanto esposto è chiaro che abbiamo posto le basi per lavorare bene e risolvere il problema, anche se i risultati, per ora, non si vedono”.
Il comune ha dei cani ricoverati nei canili. Quanto spende?
“Circa 100 mila euro l’anno per il ricovero di circa 50 cani nel canile ‘Oasi Cisternazza’ di Pisano (frazione di Zafferana) aggiudicatario della gara per il servizio. E’ una somma enorme che viene sottratta ad altri servizi essenziali come la manutenzione delle strade. Non riusciamo più a tappare le buche nelle strade pur di mantenere i cani! E tuttavia il problema esiste e sta sfuggendo al controllo, perché i cani sono tanti. Probabilmente chi decide di abbondonarli ce li viene a scaricare intenzionalmente nelle nostre montagne e con un territorio così vasto come il nostro ce li ritroviamo presto nei centri abitati. I cani, poi, che non sono sterilizzati, si riproducono ed aumentano in maniera esponenziale”.
I volontari animalisti sono di aiuto nella gestione del randagismo?
“I volontari svolgono un lavoro prezioso e si adoperano per portare del cibo agli animali randagi. Per far ciò hanno collocato delle ciotole in alcuni angoli delle strade perché sostengono che almeno i cani che mangiano non sono pericolosi e non dovrebbero aggredire. E però questo servizio ha alimentato indirettamente il proliferare di cani che si radunano attorno alle postazioni di cibo. Sarebbe opportuno che le ciotole con l’acqua e il cibo fossero raccolti (una volta svuotati): i proprietari delle abitazioni vicine si lamentano perché sporcano ed attirano anche topi e ratti di grossa taglia. Invito tutti ad una maggiore collaborazione”.
L’autrice della petizione scrive di aver rivolto precedentemente al Comune diversi reclami verbali e di essersi sentita rispondere di mettere tutto per iscritto.
“Prima di questa petizione, la signora in questione non è mai venuta da me a lamentarsi. Io non la conosco. Né mi risulta che sia mai venuta al Comune o all’Ufficio randagismo ad esporre verbalmente il problema. Si è presentata all’ufficio Randagismo solo ieri mattina, ma dopo aver protocollato il giorno prima la petizione. Tengo a precisare che la petizione, pur essendo datata ‘30 luglio 2020’ è stata portata brevi manu al protocollo generale del Comune solo il 2 settembre; essa contiene un due/tre firme non autentiche in quanto alcune persone che risulterebbero tra i firmatari hanno disconosciuto la sottoscrizione dicendomi di non aver mai firmato alcun documento. Ciò non depone a favore della serietà di chi l’ha redatta! Aver apposto delle firme false è un fatto grave che integra gli estremi di reato. L’autrice della petizione riporta un’esperienza personale dicendo che, avendo una cagnolina di piccola taglia, sarebbe stata più volte aggredita dal branco, ma per tutto il resto parla sempre in terza persona con espressioni del tipo ‘mi hanno detto’, ‘mi hanno riferito’, riportando fatti che non le sono accaduti personalmente, ma che le sarebbero stati riferiti da altri, di cui però non mette né dati anagrafici né altri elementi di identificazione”.
E con riguardo alle polemiche che si sono scatenate sui social vuole dire qualcosa?
“Il fenomeno del randagismo è molto complicato dal punto di vista economico, organizzativo, anche dal punto di vista del coordinamento con i volontari. Quindi, almeno dal mio punto di vista, ritengo che fare chiasso tramite i social e innescare polemiche non sia la soluzione migliore”.
Nella foto: alcuni cani randagi sul sagrato della Chiesa Madre di Zafferana Etnea
Rosalba Mazza
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