“Una grande messa in scena” organizzata attraverso uno slogan fatto circolare con volantini del Comune di Belpasso (“4,6 Km di strade che stiamo asfaltando”) che, secondo il Movimento 5 Stelle, l’ex sindaco Carlo Caputo – oggi presidente del Parco dell’Etna – sbandierava nel 2017, un anno prima delle elezioni amministrative, quando annunciò che avrebbe sistemato una serie di strade che oggi “devono essere sottoposte a verifica per i rischi che potrebbero creare ai cittadini” (nel documento presentato in Aula dal consigliere Damiano Caserta si parla addirittura di un muro che rischia di crollare).
Questa storia inizia il 14 luglio di tre anni fa, quando l’ex Giunta comunale, della quale l’attuale sindaco Daniele Motta faceva parte, approvò degli “interventi di manutenzione straordinaria su strade comunali urbane e periferiche”, con l’intento, a parere dei 5S, di “illudere i cittadini che nel 2018 avrebbero votato alle elezioni amministrative” (alle quali inaspettatamente non si presentò Caputo, ma l’attuale primo cittadino”.
Secondo il movimento di Di Maio “la procedura ha riguardato solo porzioni di vie che, nonostante l’intervento, sono rimaste comunque disastrate. Lavori dichiarati bene eseguiti”, ma che, a parere degli estensori della denuncia, “andrebbero meglio verificati”: caditoie mancanti o difettose, strade che si allagano dopo un modesto temporale, e tanto altro.
Con un report che comprende una ricostruzione documentale e fotografica di alcune delle strade che sarebbero state sottoposte a lavori, i 5S di Belpasso cercano di dimostrare le “anomalie” che riguardano i lavori annunciati in periodo pre elettorale. Ma nello stesso report non si legge il costo dell’operazione.
“Purtroppo – è scritto – sono sorti persino dubbi sulla procedura di esecuzione dei lavori affidati a tre distinte ditte, una delle quali, ad esempio, solo nel giorno previsto della scadenza dei lavori ebbe a comunicare che non avrebbe più potuto portarli a termine per motivi di salute, dei quali peraltro bisognerebbe anche qui verificarne la veridicità”.
E siccome il Comune avrebbe “certificato la regolare esecuzione dei lavori all’83 per cento, non si capisce per quale motivo non sia stata applicata una eventuale sanzione” all’impresa. E ancora: perché “i rimanenti lavori non eseguiti”, non sono “stati in altra maniera completati”?.
Poi l’affondo – seppure un po’ in burocratese – sulla procedura adottata: “Relativamente alle discrepanze nei documenti che abbiamo visionato, i 3 Capitolati speciali sembrano solo dei pro-forma e non quelli effettivi, difatti ai rispettivi artt. 3 non ci sono riportate le opere da realizzare e all’art. 14.2 sono indicate opere in c.a. (cemento armato, ndr.) e in ferro…, opere che non era neanche in programma di realizzare”.
In parole povere: “Se un qualsiasi organismo ufficiale dovesse visionare tali documenti, non troverebbe corrispondenza tra quanto agli atti e quanto invece programmato e poi realizzato”. Accuse pesanti sulle quali il sindaco Daniele Motta ha dichiarato di avere avviato un’attività ispettiva. Peccato che secondo i 5S, dopo un bel po’ di tempo, non “è ancora cominciata”.
I denuncianti fanno l’elenco delle strade nelle quali sono state trovate delle situazioni “non corrispondenti al progetto”: Via Bacchelli, Via Dusmet, Via Magrì, Via Rosso di San Secondo, Via del Faggio, Via Michele Novaro, Via Parini, Via Ischia, Via Ficominutilla, Via Lussemburgo.
Le immagini documentano lo stato in cui si trova una strada”dopo una normale pioggia”, o la “non idonea visuale” delle vetture che “salgono da Via Dusmet e si immettono in via Nicolosi impattando con le vetture che escono dalla via Bacchelli, che si trova quasi a ridosso della rotatoria”; tratti di strada non asfaltati e un’arteria che col tempo “andrà disgregandosi”.
In Via Rosso di San Secondo “vengono indicate due misure”, in Via del Faggio un “serpentone di asfalto rigetta tutta l’acqua sulla Provinciale sottostante”, per cui “sarebbe stato auspicabile predisporre delle grate per diminuire l’afflusso della acque sulla detta Provinciale”.
Per Via Michele Novaro – si legge- “il discorso si complica in quanto erano previsti lavori per 2 mila 500 Euro per 6 caditoie e 30 metri quadrati di asfalto. In realtà le caditoie riscontrate sono 4 e non sembrano neanche quelle indicate nel prezziario”, mentre “non pare che la quantità utilizzata rientri nei 30 metri di asfalto dichiarati e collaudati”. Il tutto – si denuncia – contabilizzato e pagato per intero”.
“Non si tratta tra l’altro di caditoie a perdere: si tratta di pozzetti che non appena riempiti sono causa di continuo allagamento stradale. Tra l’altro i pozzetti sono già attualmente pieni di terra e piantine”.
“Quindi – si prosegue – , nonostante i soldi pubblici spesi, nulla è cambiato. Anzi si è riusciti a peggiorare le cose in quanto i residenti lamentano forte presenza di umidità nei garage sottostanti, zona allagata e un muro in blocchi, pericoloso per la salute pubblica in quanto parzialmente divelto e, sotto l’azione dell’acqua che vi si accumula, va sempre peggiorando”.
“Oltretutto i residenti della zona – scrivono i 5S – ci hanno riferito di aver contattato l’Amministrazione comunale che aveva promesso che sarebbe intervenuta, cosa che fino adesso, a distanza di anni, non è stata fatta. E non si vuole parlare del fatto che la gente, convinta della buona fede del volantino, pensava che la via Novaro fosse interamente da asfaltare”.
Luciano Mirone
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