“Aumenta il contagio da Covid-19 tra i dipendenti postali della provincia di Catania. I dati sono allarmanti, per questo bisogna incrementare i livelli di protezione”. A lanciare il grido d’allarme è il sindacato Ugl di Catania, che, in riferimento solo all’ultima settimana, parla di “oltre 20 lavoratori con positività accertata, più di 35 in isolamento, con uffici temporaneamente chiusi” con conseguenze disastrose per l’utenza e per lo stesso ente.
“Aumenta ogni giorno – dice l’Ugl – il bilancio dei dipendenti positivi nell’ambito delle filiali e del centro di smistamento di Poste Italiane della provincia di Catania”. Il sindacato chiede a Poste italiane “di incrementare le misure di protezione e di contenimento della diffusione del virus”.
“I dati che, nell’ultima settimana, ci sono giunti dalle varie sedi sono davvero impietosi”, racconta il segretario Mario Crisà. Che li ribadisce attraverso questa nota: “Oltre 20 lavoratori con positività accertata, più di 35 in isolamento in quanto contatti stretti, uffici temporaneamente chiusi per mancanza di personale ed altri riaperti con una nuova squadra, centri distribuzione prodotti postali di Catania decimati a causa dell’assenza di portalettere”.
“Stiamo assistendo – dice – ad uno stillicidio quotidiano, a nostro avviso annunciato, sul quale si sta registrando una risposta debole da parte di Poste Italiane”.
“Basti pensare – denuncia il responsabile sindacale – che dalla dotazione di mascherine FFP2 si passerà a dicembre a quelle chirurgiche anche per gli operatori di sportello (già rappresentano la dotazione per chi opera nel polo meccanografico e per i portalettere). Diminuirà così il livello di protezione, considerato che le FFP2 sono più adatte a salvaguardare coloro che lavorano all’interno di spazi chiusi, soprattutto quei colleghi in condizione di fragilità che dal 16 ottobre non godono di alcuna tutela legislativa”
“Chiediamo – aggiunge Crisà – una maggiore tutela per chi lavora dietro agli sportelli, ma anche per i postini e per il personale dei servizi, attraverso l’attivazione di campagne di screening periodico (anche in collaborazione con la locale Azienda sanitaria provinciale nei drive-in), in particolare quando in un sito avvengono casi di contagio”.
“Allo stesso tempo – spiega – ci auguriamo che vengano potenziati gli interventi di sanificazione e che, in particolar modo, questi avvengano quando i dipendenti non si trovino nei luoghi di lavoro. Su questi aspetti non bisogna in alcuna maniera abbassare la guardia, anche perché il diffondersi del contagio tra gli impiegati si proietta nell’immediato nei contesti familiari, motivo per cui la meticolosità nel tracciamento dei contatti diventa indispensabile”.
“Infine – spiega – ribadiamo per l’ennesima volta l’impellenza di dotare gli uffici postali con più densità di utenza del necessario servizio di vigilanza nel contesto del piano di controllo. La regolazione del deflusso degli utenti, non solo potrebbe evitare il continuo assembramento di persone davanti l’accesso alla Posta (in questo senso la sensibilizzazione da parte di Poste Italiane all’utilizzo dell’app di prenotazione diventa importante), ma nel contempo contribuirebbe a scongiurare il ripetersi di episodi in cui difficoltà, incomprensione ed esasperazione, rendono gli operatori allo sportello le vittime predilette dell’utenza. Su questo – concludono dalla Ugl comunicazioni – riteniamo che non ci sia più tempo da perdere”.
Nella foto: utenti in fila davanti agli uffici postali di via Asiago a Catania
Barbara Contrafatto
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