Immaginate un maxi parcheggio che manco San Siro si sogna. Estremità sud di Belpasso (Catania), al confine fra il centro abitato e la campagna. A un passo le case popolari, alcuni appartamenti di nuova costruzione, lo stadio San Gaetano. Al centro, questo immenso spazio d’asfalto più grande del campo di calcio situato oltre i muri di recinzione.
Un super posteggio che non è mai servito e che oggi – a maggior ragione – non serve affatto, poiché in questa cittadina di quasi trentamila abitanti hanno avuto la bravura di distruggere pure il calcio (un tempo uno dei più belli della Sicilia). Uno spazio che col tempo si è degradato, soprattutto per l’assenza della politica.
Uno spazio inutile, deserto, lunare, progettato negli anni Ottanta da una classe politica a dir poco “surreale”, che aveva pensato di realizzare delle opere pubbliche per farle progettare (Piano regolatore compreso) nientemeno che al cugino del “valoroso” eurodeputato palermitano Salvo Lima (sì, quello colluso con la mafia, quello del “sacco” di Palermo).
E così incaricò l’architetto Lima di pianificare la tribuna coperta attraverso la distruzione dell’anello di gradoni in pietra lavica che attorniava il rettangolo di gioco. Fu così che “la Scala del calcio dilettantistico siciliano”, costruita ai tempi dell’indimenticato sindaco Martinez (che ovviamente “certa” politica vuol dimenticare, malgrado i nostri appelli), fu distrutta.
In compenso, come segno di “lungimiranza”, sempre “quella” classe politica, lasciò in eredità questo parcheggio stellare, dove ovviamente (data l’ubicazione in periferia), non ha mai parcheggiato nessuno, se non per stazionarci qualche ora.
Un deserto all’interno di un paese “desertificato” che le classi dirigenti sono riuscite a creare attraverso un impegno “tenace” profuso negli ultimi quarant’anni.
Basti pensare che questo paesaggio lunare, sia di sera che di giorno, ospita sporadici ragazzotti per le cose più disparate (impennate, fumo, eccetera). In compenso, ogni venerdì mattina, lo stesso spazio viene animato dal mercato settimanale. Per il resto, il vuoto assoluto.
Finalmente arriva “questa” classe politica, “surreale” quanto le precedenti. E che pensa di fare del parcheggio? Un’isola pedonale. E lo sbandiera attraverso i Social. L’idea è bella. Uno pensa che finalmente quello spazio verrà riqualificato adeguatamente per renderlo accogliente e fruibile ai giovani, alle famiglie, ai bambini, agli anziani. Macché!
L’”Isola Pedonale” consiste in una chiusura con la catena per evitare l’accesso alle auto, e in una piantumazione di alcuni alberi di alloro nel marciapiede che, secondo quanto dichiara alla stampa il sindaco Daniele Motta, “presto diventeranno folti e rigogliosi”. E meno male che lo stesso primo cittadino ammonisce la cittadinanza di “non vandalizzare” l’opera testé inaugurata.
L’isola pedonale è questa! Per la quale vengono ringraziati “gli sponsor per il ferro battuto, gli alberelli e la ghiaietta” offerti alla collettività. Al che pensiamo: “Non è possibile, abbiamo letto male”. E ci catapultiamo sul posto col vivo desiderio di essere smentiti.
Purtroppo dobbiamo rassegnarci alla realtà che supera la fantasia. Il nulla del nulla, ancora una volta. Chi non crede a queste parole (ed ovviamente risiede a Belpasso) è pregato di fare un istruttivo “giro turistico”, quanto meno per farsi un’idea delle “genialate” partorite al municipio. Il degrado che ci si illude di eliminare non attraverso la bellezza, ma attraverso la chiusura.
Ma le sorprese non finiscono qui. Nelle stesse ore in cui il sindaco sbandiera quest’altra “Isola Pedonale” (la prima, inaugurata qualche anno fa nel quartiere Borrello, è stata smantellata nel giro di un paio di giorni per… mancanza di persone), “dopo vent’anni restituita alla città” (in che senso “restituita”, se è stata sempre lì, aperta a tutti e a nessuno?), dove “ci si potrà recare per fare attività sportiva, e per far giocare i bambini con le bici, i pattini e i monopattini”, in quelle stesse ore l’assessore Moreno Pecorino rilascia un’intervista ad una televisione locale, in cui dichiara di aver raccolto il malcontento degli abitanti del posto, “stanchi di vedere moto impennate, corse di motociclette e spazzatura”.
E che fa? Passa dalle parole ai fatti. Chiude lo spazio spacciandolo per Isola Pedonale. Con il sindaco che sui Social ringrazia “per l’impegno profuso” lo stesso Pecorino, Andrea Magrì, assessore all’Ecologia, Massimo Condorelli e Graziella Manitta, consiglieri comunali. Insomma, una “task force” di volenterosi dilettanti che si compiace di questi capolavori.
Ora, egregi amministratori, possiamo anche capire il “sacro fuoco”, “la passione”, perfino l’”amore” che dite di avere per il paese che amministrate, ma non vi sembra fuori luogo una piazzata del genere? Che idea avete delle Isole Pedonali, degli spazi verdi, dei luoghi di aggregazione, dei parchi urbani, e soprattutto del futuro dei giovani? Sapete che dietro a ognuna di queste cose c’è uno studio sociologico da fare, un concetto del bello da esprimere per eliminare il brutto accumulato in questi anni?
Nella foto: Belpasso (Catania). La catena che delimita lo spazio della nuova Isola Pedonale nel parcheggio antistante allo stadio San Gaetano (Immagine fornita dal Comune di Belpasso)
Luciano Mirone
In questo paese ci vogliamo distinguere per originalità e salutiamo benevolmente l’inaugurazione di realizzazioni tanto modeste quanto inutili e al volta anche costose, mentre i comuni vicini riescono a realizzare normalmente le isole pedonali, le zone storiche, i parchi senza oneri e riuscendo anche ad avere finanziamenti pubblici all’uopo destinati.
Da cosa dipende?