“Nella mia DC per te c’è un posto in prima fila! Chiamami se vuoi. Tvb”. Mittente Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia. Destinatario: Giuseppe Di Mulo, coordinatore dell’Udc di Bronte.
Un messaggio di solidarietà (da segnalare anche quelli del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, e dell’ex ministro del Governo Letta, Giampiero D’Alia, ex segretario regionale dell’Udc), ma anche un invito di adesione alla nuova Democrazia cristiana, che l’ex governatore invia all’”amico” Di Mulo, dopo la proposta di “espulsione” formulata nei confronti dell’attuale coordinatore brontese dell’Udc dai deputati regionali dello stesso partito, Giovanni Bulla, Mimmo Turano ed Eleonora lo Curto, per avere attaccato, attraverso una lettera aperta (pubblicata due giorni fa da questo giornale), il governatore siciliano Nello Musumeci, in seguito alla visita che il presidente ha effettuato nei giorni scorsi nella città del pistacchio per inaugurare il nuovo Pronto soccorso. Durante il discorso in municipio, Musumeci aveva detto: “La città, negli ultimi tempi, si era ammalata di carestia d’amore dei suoi amministratori”.
Una frase mal digerita da Di Mulo – nella scorsa legislatura assessore alle Attività produttive dell’amministrazione di centrosinistra guidata del dem Graziano Calanna – il quale, punto nell’orgoglio, ha reagito bollando le parole di Musumeci come “dichiarazioni di basso profilo politico, misere e deplorevoli”.
Solo un assaggio dell’attacco a trecentosessanta gradi con cui il coordinatore brontese dell’Udc ha stigmatizzato il presidente della Regione per “la caduta di stile”, chiedendogli “cosa ha fatto in questi tre anni e mezzo di governo” e aggiungendo di “aver iniziato male la campagna elettorale”, in quanto il presidente “parla di grandi opere… che forse solo in sogno realizza”. Un esempio? “Il polo turistico su questo versante dell’Etna” (di cui il governatore siciliano, in sintonia col sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha parlato con entusiasmo come progetto per garantire lo sviluppo nel versante nord-ovest del vulcano, ndr.): “Da trent’anni – scrive il coordinatore locale dell’Udc – che siede sulle poltrone più alte, non ha mai intrapreso alcuna iniziativa in tal senso… senza lasciare alcun segno tangibile”.
Si scatena il terremoto. Che ha epicentro Bronte ma che si sente fino a Palermo, dove l’Unione di centro fa parte della maggioranza che sostiene la Giunta di centrodestra presieduta da Musumeci. Ai deputati Udc le dichiarazioni di Di Mulo appaiono così destabilizzanti da chiederne la cacciata agli organi regionali: “Le parole dell’ex assessore comunale di Bronte Giuseppe Di Mulo contro il governo Musumeci, pronunciate in occasione della visita del governatore siciliano in municipio – si legge nella lettera – , non consentono la permanenza dell’ex amministratore locale nell’Udc”.
“Non è né ragionevole, né ammissibile – scrivono Bulla, Turano e Lo Curto – che un rappresentante dell’Udc manifesti astiosità nei confronti del Presidente della regione che il nostro partito, ai massimi livelli, sostiene con un’alleanza di governo salda che, tra l’altro, ci fa esprimere due assessori nella Giunta siciliana”.
“Le vicende politiche locali di cui parla Di Mulo sono state interpretate dallo stesso in maniera parziale e preconcetta”. Per queste ragioni, si legge ancora nella lettera agli organi regionali del partito, “prendiamo le distanze da Di Mulo ed invitiamo la segreteria regionale dell’Udc ad agire di conseguenza espellendolo dal partito”.
Un invito che non sappiamo quali effetti sortirà. Intanto non risulta che la segreteria regionale si sia pronunciata: probabilmente si stanno valutando le conseguenze politiche che potrebbero scaturire dall’espulsione di Di Mulo da un partito moderato come l’Udc, che non può permettersi di dare un’immagine di intolleranza verso la libertà di opinione, soprattutto ora che la polemica ha varcato i confini brontesi, acquisendo dimensioni regionali (e non solo).
Quindi non è da escludere che l’esito della richiesta cadrà nel silenzio, anche perché Di Mulo, in queste ore, sta ricevendo solidarietà da tutte le parti. Lui stesso ieri ha dichiarato al quotidiano online Meridionews: “Posso togliere il disturbo, ma se vado via io, scompare l’Udc di Bronte”. Chiaro?
Silenzio significativo da parte del sindaco Firrarello (Forza Italia), che con un partito di centro come l’Udc – oggi a Bronte all’opposizione, ma domani chissà – non può permettersi di rompere, tenendo conto dei trascorsi democristiani dell’attuale primo cittadino.
Ecco cosa scrive il segretario del Pd siciliano Anthony Barbagallo, deputato all’Assemblea regionale siciliana (Ars): “A Peppe Di Mulo va tutta la mia solidarietà e vicinanza. L’altro giorno ha manifestato il suo disappunto nei confronti del presidente della Regione che in visita istituzionale ha dispensato offese nei confronti di chi ha amministrato la propria comunità con scrupolo e coscienza. Per questo è stato punito. Siamo in democrazia… anche se qualcuno lo dimentica”. Seguono a ruota l’ex sindaco Graziano Calanna e i consiglieri comunali d’opposizione.
Luciano Mirone
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