Uno scandalo annunciato, quello che per mesi si è delineato in Sicilia sui dati relativi ai contagi e ai morti che, secondo i magistrati, sono stati falsati all’interno della stessa Regione (tre funzionari arrestati) con la presunta compiacenza dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, dimessosi stamane.

Sì, lo scandalo (presunto o meno) era stato annunciato da tempo. Per dimostrare che i nodi non arrivano mai al pettine per caso, riproponiamo alcuni articoli de L’Informazione per dimostrare che, mentre in Sicilia c’era chi si lasciava andare a dichiarazioni trionfalistiche parlando addirittura di regione “a zona bianca” (il governatore Musumeci), c’era chi, con numeri alla mano, cercava di spiegare che i conti non tornavano. Vediamolo attraverso una scansione temporale dei fatti.  

Oggi, 30 marzo 2021. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Ho sempre ripetuto che la classificazione dei territori in base ai colori non andava e non va considerata come un concorso a premi né, tantomeno, una partita a poker dove bluffare per vincere di più. La zona rossa, se il Governo regionale e nazionale daranno i giusti ristori e sostegni alle imprese e alle famiglie, è lo strumento per salvare vite umane. Più volte, fino a pochi giorni fa, ho sollecitato e richiesto che fossero forniti ai sindaci e ai cittadini dati corretti, costanti e scientificamente validi. Ancora oggi, però, i sindaci hanno dati contrastanti, incerti e non conoscono i dati sullo stato di occupazione dei posti letto. Per tutto questo il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi. Come Presidente dell’ANCI Sicilia convocherò il Direttivo per valutare tutte le iniziative da assumere a garanzia del rispetto del diritto alla salute di tutti e dell’esercizio corretto delle competenze comunali”. 

22 marzo 2021. “Dati sbagliati sui contagiati Covid a Palermo? Se è vero, fatto inaccettabile e gravissimo. Sia fatta subito chiarezza all’Assemblea regionale siciliana”. La nota del Movimento Cinque Stelle non ammette repliche ed è un segnale che la questione degli “errori madornali” (così definiti dalla Confcommercio di Palermo) sui dati dei positivi al Covid relativi al capoluogo siciliano, potrebbe avere degli sviluppi imprevedibili.  

“Dati sbagliati?”, si chiedono ancora una volta i 5S. “L’incredibile e inspiegabile crollo di oltre il 70 per cento dei positivi – si legge nel comunicato – a distanza di meno di 15 giorni dalla rilevazione precedente, sembrerebbe deporre fortemente in questo senso. E in questo caso sarebbe gravissimo, perché gli oltre 11 mila casi comunicati ai primi di marzo ha determinato provvedimenti restrittivi, probabilmente sovradimensionati, che lasceranno profonde ferite sullo stato di salute, già precario, di tantissime nostre imprese. È per questo che questa incresciosa vicenda non può passare sottotraccia e deve essere sviscerata a fondo all’Ars. Vogliamo sapere quali sono realmente i dati e di chi è la responsabilità di quanto probabilmente accaduto”.

30 Gennaio 2021. Da lunedì Sicilia in arancione. Musumeci: “Puntiamo al giallo e al bianco”.

18 Gennaio 2021. Sicilia prima regione d’Italia per contagi. Focolaio al “Civico” di Palermo.

15 Gennaio 2021. Sicilia, Lombardia e Bolzano dichiarate “zone rosse”.

13 Gennaio 2021. Il sindaco di Palermo: “Dichiarare zona rossa anche Palermo. Siamo sull’orlo dell’abisso”. 

14 dicembre 2020. Covid-19. Mentre in altre grandi regioni d’Italia, i contagi aumentano o restano stabili, in Sicilia sorprendentemente diminuiscono e tutti a esultare per “il grande risultato” conseguito. Ma è davvero così? Lo chiediamo ripetutamente da settimane, ma la situazione resta tale e quale: la Protezione civile ci informa che i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 914, peccato che i tamponi eseguiti siano 7.091 (un numero di gran lunga inferiore a quello di altre regioni con abitanti pressoché identici, almeno fino al fine settimana, quando i tamponi effettuati sono sensibilmente meno: speriamo che da oggi il dato possa essere più omogeneo, in modo da dare una lettura meno parziale dei risultati), eppure si continua dire che i numeri, in Sicilia, si mantengono sotto quota mille. Il problema è che la media dei decessi (unico dato oggettivo) si mantiene sempre costante: 32 in 24 ore (per un totale di 1.999).

E allora? Dopo il nuovo lockdown annunciato dalla premier tedesca Angela Merkel, il problema della diffusione dei dati ridimensionati sta tornando al centro del dibattito scientifico (per quello politico c’è sempre tempo) anche in Italia, al punto che qualche scienziato, analizzando con la lente di ingrandimento i numeri degli ultimi tempi, oggi si è spinto a dire: “Quasi tutte le regioni italiane sono gialle, ma io che sono daltonico le vedo tutte rosse”.

E già si parla di una nuova stretta, anche se a tutt’oggi non sappiamo come si regolerà il governo sull’apertura delle piste sciistiche a gennaio. Intanto il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, accusa indirettamente il Governo nazionale per aver confuso la testa dei cittadini “con tutti questi colori che cambiano da un momento all’altro”. 

7 dicembre 2020. La notizia dovrebbe fare felici i siciliani: per la prima volta dopo qualche mese, i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore scende a meno mille unità e si attesta a 918, per un numero di 34 decessi. Si tratta di dati attendibili, dato che i tamponi effettuati (sempre nelle scorse 24 ore) sono 8 mila 386, un numero di gran lunga al di sotto di quello che si riscontra in altre regioni? Basta vedere quello che succede nel Lazio (che ha un numero di abitanti superiore di circa un milione rispetto alla Sicilia), dove in 24 ore sono stati eseguiti quasi 16 mila tamponi (il doppio della Sicilia) e riscontrati 1.372 nuovi casi di positività, per 46 decessi. Si tratta di una comparazione che spiega come in Sicilia, sul Covid, la confusione regni sovrana.

Da diverse settimane seguiamo i dati dell’Isola: non c’è giorno in cui non notiamo che il numero di tamponi, rispetto ad altre regioni con un numero di abitanti più o meno equivalenti come, sia basso. Di conseguenza anche il numero di contagi è basso. Ma è questa la reale situazione della Sicilia?

9 novembre 2020: “La Regione Sicilia non fornisce i veri dati della pandemia”. È tranchant il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani (Anci), nel corso della trasmissione Tagadà su La7. Incalzato dalla conduttrice Tiziana Panella, il primo cittadino del capoluogo siciliano sferra un duro attacco al governatore dell’Isola Nello Musumeci e all’intero governo regionale che, a suo dire, nascondono i dati. Perché?, ha chiesto Panella? “Chiedetelo a Musumeci”, risponde Orlando. Il che, tradotto in studio dalla stessa giornalista e dall’altro ospite presente in collegamento (il cronista de La Stampa Riccardo Barenghi), vuol dire che se dovesse essere vera la denuncia del sindaco siciliano, i dati verrebbero nascosti per motivi facilmente immaginabili che neanche in studio sono stati sviscerati per intero ma che nella lettera che ieri Orlando ha indirizzato al premier Giuseppe Conte si coglie perfettamente: “Siamo in zona arancione perché il nostro sistema sanitario potrebbe non reggere l’impatto di altri ricoveri per Covid, mettendo a rischio la vita di tantissime persone”. Parole pesanti, quelle del sindaco di Palermo.

Fino a questo momento, il numero dei contagiati nell’Isola si aggira sui mille al giorno, ma secondo Orlando – vedendo le immagini drammatiche delle ambulanze disposte in fila soprattutto nelle strade di Palermo, e “vivendo ogni giorno sul marciapiede”, come ha sottolineato – i conti non tornano, al punto da portarlo a parlare (nella lettera a Conte) di “rischio di strage annunciata” e di “prefigurare una medicina da guerra”, modello utilizzato in alcune province della Lombardia durante il lockdown, secondo il quale, se i reparti di terapia intensiva sono saturi, fra due contagiati dal virus, la precedenza di cura va sempre rivolta al più giovane. 

Nella missiva indirizzata al presidente Conte, Orlando ha detto che in alcuni Pronto soccorso di Palermo manca perfino l’ossigeno e che “nei reparti ospedalieri si è cominciato a scegliere quali pazienti provare a salvare e quali no”, circostanze smentite nelle stesse ore dal commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa (“dichiarazioni false e fuorvianti quelle del sindaco Orlando”). 

È di oggi la notizia della richiesta – attraverso una interpellanza al ministro della Salute Roberto Speranza – di alcuni parlamentari nazionali del Pd (Carmelo Miceli, Fausto Raciti, Santi Cappellani e Pietro Navarra assieme al segretario del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo) di “riconsiderare la nomina del governatore Musumeci quale commissario straordinario delegato a gestire l’emergenza coronavirus in Sicilia”, in quanto ritenuto “inadeguato e impreparato”.

I parlamentari hanno preparato anche una mozione di censura all’Assemblea regionale siciliana (Ars), per “sfiduciare” l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Una situazione che rischia di sfuggire di mano.

8 agosto 2020. Covid-19. Preoccupa la situazione in Sicilia, ma il sito del governo regionale non se ne accorge e non fornisce i dati. Persino i giornali nazionali parlano dell’impennata dei nuovi casi, ma nell’isola la politica governativa sembra preoccupata di altro e l’opposizione la incalza sui dati.  

La verità – scrive il quotidiano online fanpage.it – è che la Sicilia ha raggiunto un indice Rt 1.62 (vale a dire il numero medio di persone che ciascun malato può contagiare in un dato istante dell’epidemia e quindi la capacità di trasmissione del virus) e fa registrare l’indice di contagio più alto d’Italia. Sull’isola – scrive ieri fanpage.it – sono 30 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore, portando così il totale a 3.369 dall’inizio dell’emergenza: complici una serie di piccoli focolai scoppiati soprattutto nell’ultimo mese”.

“Ma a cosa sarebbe dovuta questa situazione?”, si chiede Fanpage. “Perché l’indice Rt è schizzato ben sopra la soglia di guardia di 1, superando anche Lombardia e Veneto, che erano state finora le regioni più colpite dall’epidemia?”. A preoccupare infatti – secondo Fanpage – sarebbe soprattutto la movida: degli ultimi casi positivi, molti sono giovanissimi.

“La provincia più a rischio è proprio quella etnea, che in questi giorni è stata presa d’assalto dai turisti per l’esodo estivo”, scrive Fanpage, “ma gli occhi sono puntati anche sul Ragusano”.

Il governatore Musumeci fa un appello al governo nazionale parlando di “grave emergenza” negli hot spot che ospitano i migranti, ma viene accusato dal M5S di non dare i numeri esatti dei contagiati dall’inizio della pandemia.

In un comunicato di oggi, il gruppo di parlamentari pentastellati che alla Regione Sicilia si occupa di Sanità (il capogruppo Giorgio Pasqua e i deputati Francesco Cappello, Antonio De Luca e Salvatore Siragusa) scrive: “I Siciliani sono ancora in attesa di conoscere come in un solo giorno di giugno 2020 il numero dei contagiati (come riportato da open data Sicilia e da fonti giornalistiche), sia potuto passare da 805 positivi a 150. Dati trasmessi puntualmente ed erroneamente, dalla Regione siciliana, all’ISS e al Ministero della salute. Non si comprende con quale faccia Musumeci, continui a tuonare contro il governo nazionale”.

“Il Dasoe (Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico) in Sicilia – dichiarano i deputati siciliani del M5S – ha dimostrato, durante la fase dell’emergenza Covid, di non essere capace di fare semplici operazioni aritmetiche come l’addizione e la sottrazione, eppure non abbiamo sentito una sola parola da parte di Musumeci contro i vertici del Dasoe, né abbiamo assistito alle dimissioni dei propri vertici”.
“Ancora una volta – sottolineano i deputati Ars – il governatore con le proprie dichiarazioni dimostra tutta la propria abilità nel gioco del rimpallo delle proprie responsabilità. No, non siamo su scherzi a parte, siamo in Sicilia e siamo governati da uno che non sa usare nemmeno il pallottoliere”.

Luciano Mirone