Nonostante Malta sia solamente un piccolo paese nel bel mezzo del Mar Mediterraneo, negli ultimi anni è stata protagonista di un numero non indifferente di scandali per corruzione. La giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia (uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2021) ne ha scoperti tanti, tutti documentati nel suo blog “Running Commentary”, approfondendo tematiche che riguardano la vendita sospetta di visti, accordi energetici e società offshore caraibiche create per i politici maltesi.
È stata una delle prime a riferire in merito alla società “17 Black”, la misteriosa compagnia di Dubai, che credeva fosse collegata ad alti funzionari maltesi; nel 2014, ha iniziato delle approfondite indagini su un accordo stipulato – in circostanze a tutt’oggi poco chiare – dall’allora Ministro dell’Energia Konrad Mizzi, relativo alla vendita di una quota importante dell’unica società elettrica di Malta ad un’impresa statale cinese ed al successivo investimento sospetto in un parco eolico del Montenegro.
Nel 2016, la giornalista si è appellata ad un rapporto dei media cinesi che affermava che Malta avrebbe venduto visti di soggiorno a ricchi cittadini cinesi, senza fare domande sulla fonte dei fondi dei richiedenti.
Daphne Caruana Galizia non ha vissuto abbastanza per vedere la fine di queste storie: tre anni e mezzo fa, poche ore dopo la pubblicazione del suo ultimo articolo sul blog (“Ci sono truffatori ovunque guardi ora”) è stata dilaniata senza pietà.
Secondo uno degli esecutori materiali dell’attentato – Vince Muscat, ascoltato in sede processuale per tutto il mese di marzo – la Caruana Galizia è stata uccisa perché stava per pubblicare “alcuni dettagli” su un argomento non ancora specificato. Secondo le agghiaccianti parole dell’uomo, sarebbe stato un “lavoro come tanti”.
Lo scopo era quello di mettere a tacere una donna che faceva il suo lavoro, eppure il suo assassinio ha innescato unoa indignazione talmente forte da mettere a nudo la corruzione nel cuore del Governo di Malta, ha rovesciato l’allora Primo Ministro, Joseph Muscat, provocando un tale boato da risvegliare dal torpore tutta l’Europa. Il suo lavoro aveva fatto emergere le questioni politiche più intricate, portando finalmente alla luce i molteplici casi di corruzione, e persino accuse penali contro membri dell’élite politica del paese.
Da allora tre persone sono state incarcerate – Vince Muscat e i fratelli Alfred e George Degiorgio in relazione all’omicidio e la presunta “mente” dell’attentato, l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, è in carcere in attesa di processo.
Lunedì 29 marzo, a conclusione dell’indagine svolta dai giornalisti di Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project) una scia di indizi – già resi noti da Caruana Galizia – ha portato alla luce la connessione tra Malta e la Cina, punto di congiunzione dello scandalo del 17 Black, dei dubbi “accordi” energetici e la questione della vendita di visti maltesi.
Analizziamo i punti principali:
-La storia delle due società misteriose: “17 Black” e “Macbridge”
Dopo la morte di Daphne Caruana Galizia, i giornalisti di tutto il mondo si sono uniti per esaminare gli argomenti che aveva trattato, tra cui il caso della società “17 Black”: la cronista aveva pubblicato più volte notizie in merito alla società, scrivendo quanto questa fosse in qualche modo riconducibile agli affari dei politici maltesi, nonostante non fosse mai riuscita a provare questa affermazione.
Solo nel 2018 le testate giornalistiche “Reuters” e “Times of Malta” hanno rivelato che la società “17 Black” fosse di proprietà dell’uomo d’affari maltese più in vista, Yorgen Fenech.
Fenech era vicino ad alcune delle figure politiche più potenti di Malta – tra cui l’allora Primo Ministro Joseph Muscat ed il suo Capo Staff, Keith Schembri – e dirigeva, tra le altre cose, un gruppo di affaristi che facevano parte di un consorzio che nel 2013 vinse un’importante concessione per la costruzione di una centrale elettrica, oggi sita in località Delimara, a sud dell’isola, per un valore di 450 milioni di euro.
Da quanto scoperto dalle indagini, Fenech stava apparentemente usando la “17 Black” per incanalare tangenti ai politici, il tutto emerso grazie ad una prova fondamentale: una mail risalente al 2015, inviata dalla società di contabilità maltese “Nexia BT”, in cui si diceva che la “17 Black” avrebbe dovuto inviare una cifra pari a 2 milioni di dollari a società “fittizie”, con sedi legali a Panama e di proprietà dell’allora Capo Staff del Governo Muscat, Keith Schembri, e dell’allora Ministro dell’Energia, Konrad Mizzi.
Ma ciò che non è stato mai chiaramente riportato, almeno fino a questo momento, è che un’altra società misteriosa veniva citata nella mail indirizzata alla “Nexia BT”, anch’essa come fonte di fondi per le società di Mizzi e Schembri ed identificata fino a qualche giorno fa solo con il nome di “Macbridge”.
Anche Daphne Caruana Galizia aveva iniziato ad indagare nell’ombra sull’azienda, dopo aver appreso di quella stessa mail nel 2016: una ricca fonte di informazioni per andare avanti nel suo lavoro, che portava avanti insieme al figlio maggiore Matthew.
La società “Macbridge” si rilevò più difficile da rintracciare, credendo si trattasse di un’azienda sita negli Emirati Arabi Uniti, come la “17 Black”, ma in effetti non ne è mai stata trovata traccia. Questo perché le radici dell’azienda sono in realtà dall’altra parte del mondo, ad Hong Kong, registrata lì come “Macbridge International Development Co Ltd”, insieme ad un nome cinese che sembra combinare i caratteri di “Malta” e “Cina”.
I giornalisti di OCCRP hanno anche scoperto che a metà del 2016, la società “17 Black” aveva inoltre inviato 1 milione di euro ad un’altra società di Hong Kong, la “Dow’s Media Co Ltd”, la cui linea aziendale sembrava essere stranamente simile a quella della “Macbridge”. La “Dow’s Media” è stata istituita nell’ottobre 2014, a quanto sembra solo poche settimane dopo la “Macbridge”, utilizzando lo stesso agente delle formazioni con sede a Hong Kong e gli stessi indirizzi registrati a Hong Kong e Shanghai. Entrambe le società sono state sciolte ad una settimana l’una dall’altra nel gennaio 2019.
La connessione con Chen Cheng e la sua famiglia.
A Malta, già nel 2018, gli investigatori hanno cercato dettagli su entrambe le società per possibili sospetti di corruzione e riciclaggio di denaro, eppure sia la “Macbridge” che la “Dow’s Media” sembra fossero organizzate in maniera tale da rendere difficile il rintracciamento dei rispettivi proprietari; risultavano tra l’altro controllate rispettivamente attraverso società “fittizie” site alle Seychelles ed alle Isole Marshall.
In uno dei suoi tanti post sul “Running Commentary”, Daphne aveva avuto ragione nello scrivere quanto possa essere difficile rintracciare la presenza di aziende in Cina. Infatti, sebbene il Paese disponga di un sistema di registro delle imprese, le informazioni al suo interno sono spesso non strutturate o incomplete, e possono essere consultate solo da qualcuno che parli correntemente il cinese.
I giornalisti di OCCRP giunti ad una svolta, hanno scoperto come entrambe fossero dirette da delegati, con legami familiari ad un unico uomo: un consulente cinese al centro di importanti affari che coinvolgono “Enemalta”, l’azienda energetica sostenuta dal Governo.
Daphne Caruana Galizia aveva scritto molto su quest’uomo, Chen Cheng, amministratore delegato della divisione energetica cinese della società di consulenza globale “Accenture”: Chen è stato “la chiave” durante i negoziati per un accordo del 2014 per la “Shanghai Electric Power”, di proprietà statale cinese, per l’acquisto di un terzo delle quote societarie di Enemalta. L’operazione valeva 320 milioni di euro, il più grande investimento straniero mai fatto nel Paese, suscitando non poche critiche a Malta – e chiaramente riportate sul blog di Caruana Galizia – per aver concesso alla società cinese condizioni eccessivamente favorevoli.
In seguito alle dichiarazioni di una fonte, la giornalista riferiva che Chen era “particolarmente vicino al ministro dell’Energia Konrad Mizzi”, data la sua “ingombrante presenza” come supervisore” di tutti i negoziati.
La Caruana Galizia rivelò un dettaglio determinante su Chen: quando la società di contabilità “Nexia BT” ha aiutato Schembri e Mizzi a registrare società segrete a Panama, ha anche creato una società per Chen presso le Isole Vergini britanniche. Ma quello che Daphne probabilmente non sapeva era che Chen aveva a che fare anche con le “società offshore – di proprietà di Mizzi e Schembri – al centro dello scandalo delle tangenti , nonchè dei rilasci dei visti di residenza, per cui aveva a lungo nutrito sospetti e su cui stava indagando già da tempo.
Dunque, le società “Macbridge” e “Dow’s Media” furono entrambe istituite ad Hong Kong casualmente nello stesso periodo in cui Chen stava lavorando all’accordo Enemalta, da due membri della sua famiglia: Tang Zhaomin, sua suocera di 65 anni, e Wang Rui, una cugina della suocera.
I giornalisti di OCCRP hanno rintracciato Wang Rui nella città cinese orientale di Nanchino, dove lei e la suocera di Chen,Tang, posseggono un’ulteriore società che gestisce filiali locali della nota catena di fast food “KFC”. In un’intervista telefonica, Wang Rui ha dichiarato ai giornalisti che Chen le aveva chiesto di aprire la società “Dow’s Media”, perché il suo collegamento con un’impresa statale cinese l’avrebbe reso sospetto. Nonostante il convolgimento, Wang Rui ha dichiarato di essere totalmente estranea in merito alle attività commerciali della suddetta società o persino della ricezione di 1 milione di euro da parte della “17 Black”. Tutto l’intreccio di familiari e società, porta ad un’unico finale: Chen ha avuto un ruolo determinante come tramite nel convogliare denaro alle società offshore panamensi di Schembri e Mizzi.
Per gli investigatori non è ancora del tutto chiaro, ma in seguito al successo dell’investimento della “Shanghai Electric Power” su “Enemalta”, Chen è diventato un promotore chiave persino per il successivo investimento del 2015 dell’azienda elettrica maltese, nel progetto tanto discusso nei mesi scorsi, in merito al parco eolico Mozura, in Montenegro.
Nell’affare, anche Yorgen Fenech ha avuto un ruolo: nel dicembre 2015, la sua società “17 Black” ha segretamente contribuito a finanziare l’acquisto, per conto di Enemalta, per una partecipazione di controllo del progetto, per un valore di 2,9 milioni di euro; la transazione è avvenuta tramite un prestito ad un intermediario delle Seychelles, la “Cifidex Limited” – società che Chen aveva già considerato nell’accordo – e che ha successivamente venduto le sue quote nuovamente ad “Enemalta” per 10,3 milioni di euro. Solo due settimane dopo, la “Cifidex limited” ha poi rimborsato il prestito a “17 Black”, insieme ad altri 4,6 milioni di euro di profitto pe l’intera operazione. E’ in quel momento che la “17 Black”, a sua volta, avrebbe inviato 1 milione di euro alla “Dow’s Media”, transazione avvenuta tra maggio e luglio del 2016.
Sebbene i giornalisti dell’ OCCRP non abbiano ancora le prove definitive che tutto questo scambio di denaro possa provenire da un’unica fonte, una cosa sembra certa: Chen sembra essere il tramite per sospetti flussi di denaro verso i politici maltesi.
La questione dei visti di residenza.
Secondo quanto emerso dalle indagini dell’OCCRP, Chen e la suocera Tang hanno legami con uno dei più grandi traffici di Malta, ossia la vendita di visti di cittadinanza e di soggiorno a ricchi stranieri, che possono utilizzare l’isola come una “porta d’ingresso”facilitata per l’Unione europea. A quel tempo, Cheng aveva poco più di un “rapporto mediatico” con il Governo maltese, ed una fotografia che mostrava una cerimonia per il lancio del “Programma di soggiorno e visto di Malta in Cina”, presieduto dalla moglie di Konrad Mizzi,la Sig.ra Sai Mizzi Liang.
La grande macchina di “vendita della cittadinanza” maltese è sempre stata oggetto di polemiche e Daphne Caruana Galizia ne scriveva già nel suo blog nel 2016; l’istinto, l’esperienza e il suo innato fiuto per “la ricerca di una storia”, le dicevano che c’era molto di più.
Dopo mesi di ricerche, i giornalisti di OCCRP hanno scoperto che la “Shanghai Overseas Exit-Entry Services Co Ltd” – che detiene la concessione ufficiale per la vendita di visti di soggiorno maltesi in Cina – è gestita da un uomo d’affari di nome Mao Haibin, noto anche come Kevin Mao. I registri cinesi mostrano che Mao ha legami sia con Chen che con sua suocera, che dirige la società “Macbridge”.
Mao e Chen erano già partner di almeno due società , tra cui la sovracitata “Shanghai Visabao Network Technology Co Ltd” e che opera in diverse grandi città cinesi, aiutando i cittadini cinesi ad ottenere i visti all’estero. La suocera di Chen, la sig.ra Tang, è anche manager ed azionista di un’agenzia pubblicitaria di Shanghai controllata da Mao – agenzia che a sua volta è stata uno dei principali sponsor degli eventi di Malta Residence e Visa Program in Cina -.
Sembra che Mao abbia molti altri interessi commerciali legati all’agevolazione degli investimenti cinesi all’estero, ed in particolare a Malta. Negli ultimi anni ha svolto un ruolo importante negli sforzi di Malta per attirare ricchi cittadini cinesi al suo programma di vendita di visti. È apparso in diversi eventi a Shanghai per promuovere il programma, insieme ad alti funzionari maltesi come John Aquilina, ambasciatore di Malta in Cina e Aldo Cutajar, ex console generale di Malta a Shanghai, arrestato proprio per profitto illecito sulla vendita di passaporti nell’agosto del 2020.
Nonostante tutti i nodi dell’intricato caso comincino a “venire al pettine”, in un mondo lontano dalla Cina, la famiglia di Daphne Caruana Galizia sta ancora piangendo la sua perdita e cerca giustizia. Tutte le indagini ancora in corso che tentano di risolvere il mistero della sua morte, cercano in un certo senso di darle indietro tutto ciò che le è dovuto.
Valentina Contavalle
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