“Quattro anni senza Daphne” è il titolo del reportage che da Malta la fotoreporter Valentina Contavalle ha realizzato per ricordare la giornalista Daphne Caruana Galizia assassinata con un’autobomba il 16 ottobre 2017 per le sue inchieste che raccontavano gli intrecci della mafia del suo Paese con il mondo politico e finanziario maltese e di mezza Europa. Stando a quanto emerso dal recente processo – sollecitato a furor di popolo dalle organizzazioni non governative e da una fetta consistente di Società civile dell’Isola – sono stati assicurati alla giustizia gli esecutori dell’attentato, ma molte sono ancora le “zone d’ombra” che riguardano le coperture politiche. Valentina Contavalle – sull’esempio della giornalista assassinata e di pochi altri cronisti maltesi – fin dal primo momento, ha documentato in modo certosino i punti salienti, le contraddizioni e le omissioni dell’indagine attraverso i resoconti pubblicati da L’Informazione. Non solo resoconti scritti, ma anche fotografici come questi. Sono immagini che arrivano alla mente e al cuore perché parlano dell’indignazione ma anche della civiltà di un popolo fiero della propria cultura, che non si rassegna alle ingiustizie, ma vuole semplicemente avere il piacere di vivere senza la mafia (l.m.).
FOTO DI VALENTINA CONTAVALLE
Scatti dedicati a donne, a uomini, ad anziani, a bambini che col loro impegno e il loro sorriso fanno rivivere Daphne e chiedono alle autorità competenti di fare luce sui mandanti del Terzo livello che potrebbero nascondersi dietro al terribile assassinio della giornalista.
Scatti dedicati anche agli esponenti delle Organizzazioni non governative che, assieme al cronista maltese Manuel Delia, si sono battuti per fare verità e giustizia.
Scatti che immortalano momenti che resteranno nella storia dello Stato più piccolo dell’Unione europea e che ricordano le manifestazioni per chiedere verità e giustizia su altri giornalisti che hanno perso la vita nella dirimpettaia Sicilia, ad appena ottanta chilometri di distanza. La reazione dell’opinione pubblica maltese ricorda molto quella vissuta per Giuseppe Fava, per Peppino Impastato, per Beppe Alfano, per Mauro Rostagno. Fino a quando ci saranno espressioni del genere, uno Stato – o meglio, la Società civile di quello Stato – non morirà mai e potrà contare sempre nell’appoggio delle altre Nazioni del Continente.
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