Il Presidio partecipativo del fiume Simeto presenta un esposto alla Procura di Enna per ‘accertare e valutare se’ per gli incendi che nei giorni scorsi ‘hanno devastato migliaia di ettari di pascoli, di coltivazioni, di boschi, di aree naturali, ivi inclusa la riserva Oasi di Ponte Barca, provocando ingenti danni ambientali, nonché procurando gravi danni economici alle aziende agricole e agli allevatori del territorio, siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili, con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale’.

È dura la denuncia che il Presidio – attraverso il suo presidente David Mascali – presenta ai magistrati ennesi, dopo quello inoltrato nei giorni scorsi ai Tribunale di Catania, sia nei contenuti che nella forma, specie se si tiene conto che l’associazione rappresenta una rete di ben 60 sodalizi che operano in 11 comuni delle province di Catania e di Enna – Adrano, Biancavilla, Belpasso, Catenanuova, Centuripe, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Ragalna, Regalbuto, Santa Maria di Licodia e Troina – attraversati dal fiume Simeto.

Da diversi anni il Presidio lavora nella direzione dello sviluppo sostenibile del territorio in sinergia partecipativa con le comunità e le istituzioni locali, regionali e nazionali. Si tratta di progetti finalizzati alla valorizzazione dell’agricoltura, delle bellezze naturali, dell’archeologia che la vasta portata degli incendi dei giorni scorsi rischia seriamente di compromettere.

‘Una tale vastità di linee di azione – si legge nell’esposto – , che vedono protagonisti i cittadini, le associazioni, le comunità della Valle del Simeto, rischia di essere profondamente compromessa dai reiterati episodi incendiari’.

‘Gli incendi delle ultime settimane – seguita il documento – hanno raggiunto dimensioni devastanti e provocato ingentissimi danni, in particolare, a titolo esemplificativo e non esaustivo, nell’area naturale di Ponte Barca e nelle contrade di Sciddicuni, Poira e Castellaccio, in territorio di Paternò (Catania), e le altre aree sopra menzionate nei territori dei Comuni di Troina, Regalbuto, Centuripe e Catenanuova (Enna)’.

‘Le dinamiche degli incendi – scrive il Presidio – e la coincidenza dei momenti in cui gli stessi sono divampati, benché in punti diversi del territorio della Valle del Simeto, hanno fatto sorgere nella società civile la convinzione che tali roghi possano essere di origine dolosa’.

‘In ragione della progettualità – viene spiegato nel documento – e delle azioni messe in atto dal Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e dall’ampio tessuto associativo coinvolto, riteniamo pertanto che tali roghi abbiano arrecato – oltre che significativi danni ai singoli ed alle loro proprietà – un danno ingente alla collettività’.

Nella foto, uno degli incendi che nei giorni scorsi ha devastato la Valle del Simeto

Luciano Mirone