So che quello che sto per narrare, non è giornalisticamente corretto. Ma mi affido alla testata L’Informazione per avere voce su un ragionamento che vorrei estendere a voi, mettendola sul piano strettamente personale.
In questi giorni si fa un gran parlare riguardo al “green pass” con tanto disordine nelle piazze italiane. Io questo disordine non lo condivido, e sapete il motivo? Chi vi parla è un tizio di una certa età costretto, per la noncuranza di un medico, a passare la sua vita su una sedia a rotelle, per giunta con patologie gravi.
Ero già un giovane, quando grazie al Governo italiano, mi è stato rilasciato il pass per poter parcheggiare con la macchina il più vicino possibile al posto che desidero: quel pass dovrebbe corrispondere alle mie gambe: questo è ciò che la legge italiana dice con chiarezza.
Questo provvedimento non ha una durata di sei mesi o di un anno, ma mi accompagnerà per tutta l’esistenza. Forse non si ha idea di cosa voglia dire, ma vi assicuro che non è facile.
Ecco perché considero “strambe” le proteste che stanno mettendo a soqquadro il nostro Paese. Lo dico da cittadino e da ammalato di covid 19.
Si tratta di polemiche sterili, che una persona con la mia condizione vive con tristezza. Prima di tutto perché il “Green pass” non è un documento permanente, e poi perché sta tornando di estrema utilità per tracciare la popolazione ammalata di covid 19. Quali problemi ha la parte non contaminata a non esibire un certificato che attesta, “io posso circolare, non ho il coronavirus?”.
Vi dirò in tutta onestà che anch’io ho avuto paura di ricevere il vaccino a causa delle patologie intrinseche alla mia condizione di handicap. Ma oggi, col senno di poi, posso affermare che essere stato vaccinato con doppia dose, mi sta dando la possibilità di essere qui a raccontare questa brutta pagina di vissuto che sta vedendo coinvolte anche persone care, come mio padre col quale devo mantenere un rapporto di simbiosi, nonostante il covid, perché ogni piccolo gesto, come asciugarmi il naso, senza il suo aiuto, non potrei farlo.
Certo, in uno Stato libero come l’ Italia, vanno tutelate le minoranze. Anche io per questioni fisiche, strutturali e mentali ne faccio parte. Però qui c’è in ballo la salute di tutto il mondo. E il vostro dire “no al vaccino” oppure lo sciocco dissenso contro il “green pass”, sta coinvolgendo l’intera umanitá.
L’ultima immagine che vi vorrei consegnare appartiene all’epoca dell’esplosione del maledetto reattore nucleare a Chernobil. A Mascalucia grazie ad un’Associazione creata da semplici cittadini, anni or sono, sono stati ospitati un gruppo di ragazzi contaminati, per un periodo di rigenerazione. Ogni volta che incrociavamo il loro sguardo, non ci salutavano usando un banale “ciao”, ma ci dicevano “tanta salute”. È quella che auguro con tutto il cuore anche ai “no vax” e ai “no green pass”.
Nella foto: un momento dei disordini dei giorni scorsi dei No vax e dei No green pass
Arcangelo Gabriele Signorello
Buon giorno, vedo questo rifiuto al vaccino come esternalizzazione della mancanza di fiducia che una buona parte dei cittadini ha verso lo stato, i vaccini li ho fatti tutti, solo ieri ho fatto il richiamo per l’antitetanica, quando ero bambino, i miei genitori mai si sarebbero rifiutati di farmi un qualsiasi vaccino, credo in questi e sono convinto che lo stato si sia venduto e ci abbia venduti alle case farmaceutiche, basta vedere il costo che paghiamo in Italia per farmaci e prestazioni
Sugli interessi delle lobby non ho alcun dubbio. Penso però che in caso di pandemie, bisogna pensare soprattutto alla nostra salute. Insomma, sono d’accordo con lei.
Grazie per il suo intervento.