Egregio segretario del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo, lei due giorni fa ieri ha teorizzato un’alleanza sia con il leader di Forza Italia nell’isola Gianfranco Miccichè (attuale presidente dell’Assemblea regionale siciliana e prossimo candidato “anti Musumeci” alla presidenza della giunta regionale), sia con il fondatore del Movimento dell’autonomia (Mpa) Raffaele Lombardo.
Col primo ha detto che vi parlate e vi vedete ogni giorno (“ci siamo visti ieri a pranzo, ci siamo visti l’altro ieri e ci vedremo anche oggi”), col secondo non ha detto cosa fa, ma da buon ex appartenente all’Mpa, immaginiamo un “dialogo proficuo” anche con lui. Le sue dichiarazioni non lasciano spazio ad equivoci, o forse ne lasciano tanti (che è anche peggio). Proviamo a riassumerle.
1) Lei vuole approfittare della spaccatura del centrodestra per tentare di vincere sia le regionali d’autunno, sia le amministrative di primavera, alleandosi con i “centristi” di quella coalizione, che evidentemente vengono ritenuti più “moderati” del “fascista” Musumeci. “Moderati” su cosa?
2) Per ottenere questo risultato, è chiaro – secondo quanto ci pare di capire dalle sue parole – che l’alleanza fra Pd e Movimento 5 Stelle (almeno in Sicilia) sia da ritenere archiviata: quel fronte, lei dice, “comincia a essere stretto”. In verità appariva “stretto” anche prima (certo tipo di dialogo “centrista” ci risulta che sia iniziato diverso tempo fa, soprattutto nei piccoli centri molto più riparati da occhi e da orecchi indiscreti), ma siccome adesso ci sono “i dissidi interni al movimento di Grillo”, viene facile liquidare questa esperienza e “guardare al futuro”.
3) Nelle dichiarazioni rilasciate all’Ansa, lei da un lato esclude un accordo fra Pd e Forza Italia, ma dall’altro afferma che il Pd siciliano sta “ragionando” per vedere “se ci sono compatibilità”, anche se “il percorso è difficile”.
Egregio segretario del Pd in Sicilia, vorremmo sviluppare il nostro ragionamento partendo dalla fine: quale compatibilità culturale e politica esiste fra Miccichè e Lombardo da un lato e i principi del suo partito?
Possibile che le esperienze del passato (con un incredibile abbassamento dei consensi), cioè le alleanze stipulate in Sicilia con Lombardo, con Cuffaro e con tutta quella pletora che definite ambiguamente “centrista” non vi abbia insegnato nulla? Possibile che ciclicamente sentiate l’esigenza di fare delle coalizioni così ibride, così anomale, così incomprensibili? Possibile che non riusciate a sviluppare una politica autonoma basata sui temi cari ai partiti dai quali il Pd trae origine (ambiente, lavoro, questione morale, legalità, diritti, quartieri a rischio, casa, giovani)? Possibile che non vi rendiate conto che il Pd nazionale è diventato il primo partito grazie all’alleanza col M5S?
Invece di essere la locomotiva di un percorso basato sul dialogo con la Società civile, cadete nella solita, vecchia, logora tentazione di essere un vagone al traino di una politica stravecchia che il vostro elettorato detesta.
Ora, egregio segretario del Pd in Sicilia, noi non sappiamo se queste alleanze che lei vagheggia si faranno o meno, ma il fatto stesso che vengano teorizzate ci porta a qualificare la qualità della vostra politica.
Luciano Mirone
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