Sarà uno scontro dagli esiti difficilmente prevedibili, quello che si profila a Paternò (Catania) per le prossime elezioni amministrative previste probabilmente per il prossimo giugno. Intanto i candidati a sindaco sono tre: il primo cittadino uscente Nino Naso (Centrodestra, ovvero Lega, con l’appoggio del deputato regionale Sammartino e di alcune liste civiche); il più volte consigliere e assessore Alfio Virgolini (anche lui Centrodestra, col sostegno di Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima, Centro-Destra democratico e liberale e alcuni movimenti giovanili); e l’avvocato Maria Grazia Pannitteri (raggruppamento civico che annovera un Centrosinistra unito, compreso il Pd, oltre al M5S, pezzi della destra storica che si riconoscono nel farmacista Filippo Condorelli, e ad alcune parti importanti della Società civile).
Prima di spiegare perché si tratta di esiti difficilmente prevedibili, bisogna parlare dello stato d’animo che vivono molti paternesi al cospetto di un comune che, a loro dire, negli ultimi anni è regredito sotto tutti i punti di vista. Ma probabilmente, più che “sentire”, bisogna andarci a Paternò per “vedere”. Inutile fare il lungo elenco delle cose che non vanno, così come è inutile fare quello breve delle cose che vanno.
NINO NASO. Dire che il sindaco uscente si sia impegnato allo spasimo per la sua città è sicuramente vero, ma i risultati sono un’altra cosa. Va detto comunque che non è facile – con la disastrosa situazione economica e la pandemia che ha dovuto gestire – rimettere in sesto un comune che negli ultimi vent’anni ha lasciato parecchio a desiderare, sia con le amministrazioni di centrodestra che con l’ultima di centrosinistra.
Naso vuol bene alla sua città, ogni giorno in municipio riceve decine di cittadini alle prese con i problemi più disparati, ma bisogna vedere se l’affetto che nutre per Paternò è direttamente proporzionale agli esiti ottenuti.
E qui ci riagganciamo alle previsioni per la prossima tornata elettorale. Se oggi si dovesse effettuare un sondaggio sul gradimento dei cittadini, abbiamo seri dubbi che i consensi per l’attuale sindaco sarebbero del tutto favorevoli. I motivi li abbiamo appena spiegati: alle forti difficoltà economiche e sanitarie, va aggiunta una mancanza di “visione di gioco” (per dirla in termini calcistici) o di “visionarietà” (per usare termini più letterari) dell’attuale sindaco. Naso non ha visione di gioco e non è un visionario, pregi fondamentali per gettare “il cuore oltre l’ostacolo” e per fare uscire dal pantano una città difficile come Paternò. Però possiede un elemento che non sappiamo se definire un pregio o un difetto: è un democristiano (scuola Prima Repubblica) e conosce il sistema per ottenere e consolidare i consensi. Chi gli è vicino dice molte delle sue carte se le giocherà con i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Da qui a giugno i tempi sembrano risicati per poter poter contare sui soldi dell’Europa, ma staremo a vedere.
ALFIO VIRGOLINI. E’ un altro democristiano doc targato Prima Repubblica. E non è nuovo ad esperienze che lo hanno visto candidato alla poltrona più alta dell’esecutivo del Palazzo di città. Cordiale, gentile e rispettoso con tutti (come l’attuale sindaco), conosce a menadito la macchina municipale e quella per creare consenso. Molti anni di assessore, di consigliere comunale e di componente di diverse commissioni consiliari, gli hanno dato la possibilità di muoversi a suo agio coi cittadini. Anche lui, come Naso, non possiede una grande visione d’insieme della Cosa pubblica, ma ha un fiuto non indifferente nel saper scegliere il carro su cui saltare: oggi fa parte di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che attualmente (col 26 per cento) è il primo partito in Sicilia. Un particolare non secondario per considerare queste previsioni un vero e proprio rompicapo.
MARIA GRAZIA PANNITTERI. La vera novità di questa anti vigilia elettorale. Confessiamo che ieri – quando abbiamo appreso la notizia della sua partecipazione alle elezioni, addirittura come designata alla carica di primo cittadino – siamo stati presi alla sprovvista, abbiamo pensato che si trattasse di una candidatura “alternativa” al Pd, partito del quale Pannitteri fa parte, ma col quale diversi mesi fa è entrata in rotta di collisione – assieme ad un consistente gruppo di dissidenti – sia per la modalità di elezione relativa alle cariche interne (a suo tempo definita “illegittima” da lei stessa) che ha incoronato Salvatore Leonardi come segretario locale, sia per l’appoggio che il Partito democratico, per buona parte della legislatura, ha dato all’amministrazione Naso.
E lo abbiamo scritto. Siamo stati smentiti subito dalla stessa candidata che ha spiegato alcuni passaggi importanti che nel frattempo (malgrado i frequenti comunicati stampa inviati dal Pd paternese a questo giornale) si sono verificati all’interno del centrosinistra: intanto il ritiro dell’appoggio all’attuale Amministrazione e poi le riunioni fra il Pd, i “dissidenti” del partito e parti di Società civile. Non trascurabile la presenza, in questo contesto, della componente Cgil facente capo a Domenico Signorello, marito di Maria Grazia Pannitteri, da sempre militante a sinistra.
Tutto questo – almeno per ora – ha portato a una candidatura unitaria e ad una coesione del centrosinistra (si presenterà come movimento civico, assicura la candidata) che non si non si vedeva da anni. Il centrosinistra unito (almeno nelle sue parti essenziali, poiché alcune schegge di esso potrebbero schizzare in direzione Naso) farà l’alleanza con il M5S (in Sicilia dato al 21 per cento, secondo gli ultimi sondaggi) e con un pezzo della destra storica identificabile nel farmacista Filippo Condorelli, nostalgico del ventennio e folgorato sulla via dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro.
Luciano Mirone
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