“Ieri sera non sono riuscito a finire di vedere lo speciale di Presa diretta sull’Università. Un dolore, forte, mi ha riportato indietro di undici anni quando fui letteralmente derubato di un dottorato di ricerca in Sociologia sull’Immigrazione nell’Università degli Studi di Messina”.

Così Antonio Mazzeo, giornalista e attivista impegnato in tante battaglie pacifiste (da quella antimafia a quella sul Muos di Niscemi, da quella contro il Ponte sullo Stretto a quella contro le guerre), racconta sui Social la sua esperienza con l’Ateneo peloritano di alcuni anni fa. 

“Feci accesso agli atti di esami – scrive Antonio – (mi fu detto che non era mai accaduto sino ad allora), verificai gravissime violazioni che denunciai con un esposto all’allora Rettore”.

“Dopo un mese – spiega – mi fu recapitata una raccomandata in cui c’era scritto solo ‘Si conferma l’esito delle prove’ e la firma del Magnifico. Facevo nomi e cognomi e ricostruivo relazioni e amicizie tra i componenti della commissione d’esame e i poco illustri ‘vincitori”.

“Se avessi scritto il falso – dice Mazzeo – avrei meritato perlomeno una denuncia in Procura, non fosse altro per il grave danno d’immagine recato all’istituzione accademica peloritana. Stetti davvero male per quella doppia umiliazione, al punto che per due anni non riuscii a passare mai per strada di fronte all’edificio in cui effettuai le prove”.

“Dell’esame orale – seguita l’autore di questa denuncia – , quello in cui fui ‘fottuto’, i verbali erano quasi inesistenti. Così poterono assegnarmi il voto minimo anche per la lingua straniera, lo spagnolo, con cui avevo parlato, scritto e sognato per un decennio almeno prima della ‘follia’ di candidarmi per il dottorato”.

“Non ne avevo mai scritto in passato – conclude Antonio, solo per ‘proteggermi’ da ulteriori fitte al cuore e allo stomaco. Ieri Riccardo Iacona mi ha fatto male, è vero, ma oggi lo ringrazio di cuore perché mi ha consentito di ‘liberarmi’ dall’incubo che occultavo nell’anima”.

Nella foto: Antonio Mazzeo durante una conferenza

Luciano Mirone