Che succede al Parco dell’Etna? Perché il suo presidente Carlo Caputo sente l’esigenza di mettere in discussione i vincoli (lui la chiama “riperimetrazione”) che nel 1987 furono apposti dalla Regione Sicilia per evitare la cementificazione selvaggia del vulcano più alto d’Europa? Perché Caputo indice una riunione con “i 20 sindaci del Parco” (come scrive lui stesso) per mettere in discussione la legge? Perché dice solamente che il punto relativo alla riperimetrazione è passato “all’unanimità” e non spiega che l’incontro è stato disertato da ben 8 sindaci, mentre altri 8 hanno mandato i loro delegati? Perché dice che “tutta” la popolazione è “insoddisfatta” di questa norma? Perché tutta questa urgenza di affrontare l’argomento? Ci sono dei collegamenti fra questa iniziativa e la proposta presentata due anni fa dai deputati del centrodestra all’Assemblea regionale siciliana Giovanni Bulla e Giuseppe Zitelli di limitare i vincoli del Parco per incrementare lo “sviluppo”? (Per la cronaca, Bulla e Zitelli sono stati eletti in comuni – rispettivamente Adrano e Piano Tavola, frazione di Belpasso – che per l’altissimo indice di abusivismo edilizio rappresentano un immenso serbatoio di voti per diversi politici locali. Caputo, fino a 4 anni fa, è stato sindaco di Belpasso). Ci sono dei collegamenti fra la tesi caputiana e le prossime elezioni regionali che si svolgeranno in autunno?
Vediamo alcuni fatti. Il 17 marzo Caputo annuncia in pompa magna sulla pagina Facebook dell’ente che “a chiedere di riperimetrare il Parco sono i primi cittadini dei venti Comuni che compongono il Parco”.
Addirittura aggiunge che gran parte della popolazione è “insoddisfatta” della legge di tutela. Ergo: la popolazione va coinvolta nel dibattito sulla riperimetrazione.
Dalla lettura della delibera si deduce tuttavia che esistono delle contraddizioni fra quello che Caputo afferma in forma ufficiale e quello che emerge dalla riunione.
Nella delibera si legge: “Il Presidente introduce l’argomento, comunicando che alcuni Comuni hanno presentato la richiesta di aprire un dibattito sulla riperimetrazione del Parco”. “AlcuniComuni”. Non tutti, come Caputo scrive sui Social. Quali? Il presidente non li menziona.
“Il Presidente – prosegue l’atto – fa presente che detta richiesta va interpretata”. In che senso? “Nel senso che il Parco, in questi vent’anni, nella comunità, non ha avuto il consenso sperato”, quindi, a suo dire, “occorre ascoltare le idee dei Sindaci, se hanno acquisito delle proteste”.
Alla riunione, come detto, 8 sindaci su 20 sono assenti (Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Randazzo, Sant’Alfio, Trecastagni e Viagrande), 5 sono presenti: Maletto (Giuseppe De Luca), Milo (Alfio Cosentino), Nicolosi (Angelo Pulvirenti), Piedimonte Etneo (Ignazio Puglisi), Santa Maria di Licodia (Salvatore Mastroianni), mentre partecipano “in remoto” 8 delegati dei sindaci della città metropolitana di Catania (Rosario Leonardi), di Adrano (Pietro Sciacca), di Belpasso (Antonino Di Paola), di Biancavilla (Salvatore Portale), di Bronte (Nunzio Castiglione), di Pedara (Carmelo Mazzella), di Ragalna (Lucia Saladdino) e di Zafferana Etnea (Ezio Pappalardo).
La votazione ha il seguente esito: “Il Consiglio delibera di istituire il tavolo tecnico con oggetto: Riperimetrazione del Parco dell’Etna”.
Oggi Caputo dichiara ancora: “I sindaci del Parco chiedono di riperimetrare l’area protetta”. E ancora: Questa esigenza manifestata da chi rappresenta la Comunità non è trascurabile. Tutti i portatori d’interessi hanno il dovere di ragionare e trovare sintesi di sviluppo sostenibile”.
Contemporaneamente Legambiente giudica “scandaloso” tutto questo. E scrive: “Abbiamo un Parco che non tutela il Parco. Un parco che vuole ridurre i propri confini, che vuole ridurre le aree tutelate, vuole ridurre gli spazi di tutela di flora e fauna, vuole ridurre gli ambienti naturali dell’ Etna, il nostro bellissimo vulcano unico al mondo. E questo farebbe più turismo e più economia?”.
“Comunque la si voglia raccontare questa bella trovata – spiega l’associazione ambientalista – , non crediamo che ci sia gente tanto stupida da credere a questa storiella della riperimetrazione del parco come volano del turismo buona solo per menti semplici o per speculatori in male fede di cui i nostri martoriati territori non hanno francamente più bisogno”.
Luciano Mirone
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