Per le prossime elezioni amministrative, il Pd di Belpasso (Catania) lancia l’ipotesi del “campo largo”: una proposta di alleanza rivolta ai “soggetti politici progressisti della città” che ritengono di aderire ad una “piattaforma programmatica” (in fase di elaborazione) “da proporre come base di discussione alla cittadinanza”.

il nuovo coordinatore del Pd di Belpasso, Saro Spina, ex sindaco

A dichiararlo attraverso un comunicato stampa, il nuovo coordinatore del Pd cittadino, l’ex sindaco di Belpasso Saro Spina, eletto nei giorni scorsi al posto di Giuseppe Lucio Piana, trasferitosi nel Nord Italia per motivi di lavoro.

Non più, quindi, un rapporto esclusivo con il Movimento 5 Stelle (secondo il modello nazionale), ma un “allargamento” ad altre forze, con una preclusione – spiega Armando Amico, componente del partito – “a Forza Italia, a Fratelli d’Italia e alla Lega se dovessero decidere di presentarsi con i rispettivi simboli. Questo non vuol dire – precisa Amico – escludere quei singoli soggetti appartenenti a questi partiti che dovessero ritenere di aderire al progetto”.

All’assemblea congressuale svoltasi all’interno del circolo cittadino hanno partecipato il segretario regionale del Pd e deputato all’Ars Anthony Barbagallo, e il segretario provinciale dello stesso partito Angelo Villari: entrambi hanno portato il loro saluto e hanno dato un contributo al dibattito.

Nel corso della manifestazione è stato confermato il Comitato direttivo uscente. Nei prossimi giorni il nuovo coordinatore nominerà la segreteria che lo affiancherà nella realizzazione della linea politica deliberata dall’assemblea.

“L’obiettivo – dice Spina – è di costruire, in sintonia con quanto fatto sul piano regionale, un ‘campo largo’ in grado di rilanciare Belpasso sul piano economico e sociale. Dal dibattito è emerso l’impegno del circolo di elaborare, fin dalle prossime settimane, una piattaforma programmatica”. Con quali punti? “Al primo posto”, aggiunge Amico, “ci sarà il Piano regolatore generale scaduto da quasi vent’anni”.

Il segretario  del Pd siciliano Anthony Barbagallo, deputato all’Assemblea regionale siciliana

Ma quali sono i reali intendimenti del Pd per le elezioni del 2023? Con chi intende allearsi? Quale posizione prenderà il Movimento 5 Stelle – con cui i Dem avevano iniziato un dialogo sulla privatizzazione del cimitero e sulle Strisce blu – se il Partito democratico dovesse fare una scelta non gradita al movimento di Conte? Qual è la posizione della parte più radicale della sinistra?

Su questo le posizioni, all’interno del Pd e della sinistra in generale, non sembrano univoche. Da un lato si registra l’adesione al “campo largo” di buona parte del partito, dall’altro si vogliono conoscere i nomi delle eventuali alleanze future prima di comprare a scatola chiusa, “anche perché – fa notare qualcuno – non sarebbe un’alleanza, ma un’adesione al progetto di altri, poiché il Pd, dopo questi anni di profonda crisi, partirebbe da una posizione di debolezza”.

L’ex presidente del Consiglio comunale Salvo Licandri

I nomi che circolano attualmente sono due: il primo è quello dell’ex presidente del Consiglio comunale Salvo Licandri (una antica militanza nelle file della Sinistra giovanile, poi un passaggio  verso l’Mpa dell’ex governatore Raffaele Lombardo, quindi una virata a destra con l’ex sindaco Carlo Caputo, oggi un avvicinamento agli attuali consiglieri comunali Santi Borzì (simpatie giovanili di destra, oggi vicino al deputato regionale Luca Sammartino (ex Pd, ex Italia viva, ex Lega, attualmente con Prima l’Italia) e Massimo Condorelli (Dc dell’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro).

Il consigliere comunale di Belpasso (Catania) Massimo Condorelli in un mega manifesto 

Il secondo – ma in subordine – è quello dell’attuale sindaco Daniele Motta, un passato nei Popolari del centrosinistra, con una decisa inversione di rotta verso destra con Diventerà bellissima, il movimento dell’attuale governatore della Sicilia Nello Musumeci.

Su questa linea non si registrano ancora posizioni ufficiali del Movimento 5 Stelle, ma si conosce quella di una parte del Pd: “Per noi – dice ancora Amico – il punto centrale è lo sviluppo di Belpasso. Il resto è secondario. Noi col Movimento 5 Stelle siamo disposti a dialogare: in caso contrario, potremmo correre da soli”.

Il che potrebbe significare che se il movimento di Conte non dovesse gradire certe alleanze, il Partito democratico potrebbe scegliere di divorziare dallo stesso e di andare verso altre direzioni.

Una linea non del tutto esclusa dall’attuale segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo (ex Mpa), attualmente allineato sulle posizioni romane che prevedono l’asse Pd-M5S con altre forze di sinistra, ma fino a qualche settimana fa deciso a schierarsi con la parte di Forza Italia guidata dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (berlusconiano purosangue), più altri movimenti centristi facenti capo a Cuffaro e a Lombardo.

L’ipotesi del “campo largo”, intanto, sta causando non pochi mal di pancia in alcuni esponenti della sinistra radicale, i quali, seppure in forma ufficiosa, prendono le distanze dal progetto del Pd.

Luciano Mirone