Per l’Asp di Acireale e per la Regione Sicilia risulta positivo al covid, per lo Stato e per una farmacia di Santa Venerina (Catania) risulta negativo. Una storia al limite del surreale (di cui disponiamo della documentazione, che per ragioni di privacy non riteniamo di divulgare). Protagonista Salvatore Fichera, impiegato di Santa Venerina, paesino alla falde dell’Etna, dove si è sottoposto a tampone per ben due volte, in seguito al test fatto all’Asp di Acireale.
Ma cominciamo dall’inizio. Fichera, a seguito di contatti stretti con un collega di lavoro (risultato positivo al covid), lo scorso mercoledì 1 giugno decide di recarsi all’Hub dei tamponi del Palazzetto dello sport “Tupparello” di Acireale, per eseguire un test rapido. Ma cosa accade?
“Effettuato il test, assieme a mia moglie, aspetto la consegna del referto: dopo un’attesa di oltre un’ora, decido di rivolgermi al personale per chiedere informazioni. Mi vengono chiesti i numeri con i quali io e mia moglie siamo stati registrati: 89 e 90 rispondo, con l’indicazione dei nostri cognomi per evitare confusione”.
“L’addetto – prosegue Fichera – controlla le nostre provette e ci rassicura che entrambe non presentano alcuna linea di positività. ‘Siete negativi entrambi, potete andare’. ‘Ma il referto dov’è?’, chiedo. Risposta: ‘Al momento le linee telefoniche sono intasate, le arriverà presto un sms da parte del Ministero della Salute con cui le sarà comunicato l’esito del test e subito dopo una mail con il referto allegato. Potete andare’. Dopo alcuni minuti arriva la mail. La leggo. Il referto allegato dice l’opposto di quanto mi avevano detto ad Acireale: io risulto positivo, mia moglie negativa. Confusi, decidiamo di tornare all’Hub dei tamponi”.
Cosa succede?
“Il dubbio che qualcosa non andava per il verso giusto mi era sorto subito: l’arrivo della mail intestata all’Asp di Acireale e alla Regione Siciliana non era preceduto dall’sms del Ministero della Salute. Un particolare che faccio notare all’Hub, chiedendo pure di ripetere il tampone. ‘Non è possibile’, mi viene risposto. ‘Casomai può farne un altro presso una farmacia abilitata’. Mi dirigo alla Farmacia Sacro Cuore di Santa Venerina, dove eseguo un altro tampone: ‘negativo”.
A quel punto che fa?
“Torno alle mie abitudini quotidiane. Mi rivolgo al mio medico di famiglia e chiedo di controllare se nella piattaforma del Ministero della Salute è stata registrata la mia presunta positività al coronavirus. Nessuna comunicazione da parte dell’Asp. C’è solo quella del tampone negativo eseguito nella farmacia del mio paese”.
Dopo che succede?
“Il bello viene proprio dopo. Sabato mattina ricevo una telefonata dall’Usca (Unità Speciale di Continuità Assistenziale) di Acireale: qualcuno mi comunica che a seguito del tampone eseguito il mercoledì precedente al drive-in del Tupparello è stata emessa la disposizione di isolamento domiciliare obbligatorio. La comunicazione mi viene inviata via mail e porta la data del 4 giugno. ‘Scusate – rispondo – ma io l’1 giugno ho effettuato un altro tampone dall’esito negativo, regolarmente trasmesso al Ministero, che mi ha anche inviato il messaggino per poter scaricare il green pass”.
E quindi?
“Per l’Asp ero positivo e dovevo stare in isolamento. Ma che isolamento! Io da mercoledì mattina a sabato ho svolto la mia vita regolare ed ho incontrato tante persone. A quel punto richiamo il mio medico, che controlla nuovamente la piattaforma del Ministero. Risultato: nessuna positività del sottoscritto. Nel pomeriggio di sabato 4 giugno vado di nuovo in farmacia e faccio un altro tampone rapido. Anche questo negativo, come quello di mercoledì mattina. Ricevo un altro sms dal Ministero della Salute e scarico il mio green pass con validità 48 ore”.
E’ riuscito a provare che è negativo una volta per tutte?
“Assolutamente no! La telefonata dell’Usca è stata fatta da un numero privato, non ho potuto richiamare nessuno. Da sabato mattina sono costretto a stare in isolamento, non posso andare a lavorare pur avendo molte scadenze e molte cose da sbrigare. L’Asp mi ha dato appuntamento per mercoledì mattina per fare un nuovo tampone”.
Cosa vuole aggiungere?
“La mia esperienza è un esempio di ottusità della burocrazia. Sarebbe bastato che nel dubbio che ho espresso il 1 giugno, mi venisse ripetuto il tampone e il problema si sarebbe risolto immediatamente. Invece no. Come da suggerimento dello stesso personale dell’Hub, ho fatto due tamponi a pagamento in farmacia e un altro l’ho fatto fare a mia moglie. Malgrado la nostra negatività (peraltro confermata dal Ministero della Salute) per l’Asp continuo ad essere infetto e devo stare a casa lontano da tutti. Non vi sembra assurdo?”
Rosalba Mazza
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