Care donne e cari uomini di questo Paese, i risultati elettorali rivelano una realtà sconfortante: deluso dalla politica, un italiano su tre non esercita più il diritto di voto. Comprendo le ragioni della delusione, ma non condivido la risposta che ad essa viene data.
Dinnanzi a partiti sempre più autoreferenziali si pone la questione della responsabilità di ciascuno di noi. Distanza e disinteresse alla “res publica” rendono passivi, rassegnati, apatici. Non serve lamentarsi delegando ad altri un auspicato cambiamento.
Così si è sudditi della politica e di coloro che ci governano. Così subiamo le decisioni che riguardano la nostra vita e il futuro dei nostri figli. È il momento di comprendere che se la scuola, la sanità, i servizi, non funzionano bene, e se la questione ambientale è sempre più grave e drammatica, in parte la responsabilità è nostra.
Non possiamo solo piangerci addosso, ma dobbiamo impegnarci in prima persona a cambiare quanto non ci piace. Ripetere, con monotonia, “tanto non c’è niente da fare”, è solo un alibi. Bisogna inventare strumenti di partecipazione, rivendicare il diritto ad esprimere la nostra opinione e a proporre soluzioni.
Riunirsi in assemblee cittadine, creare movimenti civici che trovino un momento unificante attorno a valori e programmi condivisi. Suscitare così la voglia di partecipazione, di essere protagonisti attivi della vita collettiva. Ritrovare il gusto della socialità, consentendo la diffusione di saperi, la condivisione di contenuti, la riflessione, l’analisi, la critica costruttiva.
Superare ogni tipo di particolarismo e litigiosità evitando di volere essere “il primo della classe”. Occorre sviluppare diversi livelli comunicativi, orizzontale, tra varie associazioni, movimenti e singoli cittadini, e verticale con i soggetti istituzionali esistenti.
Care donne e uomini di questo Paese, non dobbiamo essere sudditi, gregari in vendita al miglior offerente nel mercato della politica. Va superata ogni logica di scambio e di favore. La cura del bene comune è un dovere di tutti. Solo partecipando ai processi sociali ed esercitando la democrazia si dimostra di essere adulti. Cominciando dalle nostre città. Solo così da sudditi di diventa cittadini!
Enzo Guarnera
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