Quando si demolisce un cinema o un teatro è la sconfitta della civiltà. A Castelbuono, in provincia di Palermo, sta succedendo questo. E non ci sono grandi firme che tengano: il cine teatro Le Fontanelle va abbattuto.
Per evitare lo scempio si sono mobilitati (tra 1200 firmatari) artisti del calibro di Gabriele Lavia, Pamela Villoresi, Monica Guerritore, Marco Massini, Anna Galiena, Mariagrazia Cucinotta, Stefano Accorsi, Pier Francesco Favino, Fabrizio Ferracane. Alcuni addirittura hanno contribuito con un video. Niente da fare.
Da due anni l’amministrazione comunale guidata da Mario Cicero è irremovibile: al posto di questa struttura del Settecento, restaurata (forse in modo discutibile) negli anni Cinquanta del secolo scorso, bisogna costruire un “centro polifunzionale con una sala per incontri e altri servizi” (il che vuol dire tutto e il contrario di tutto, cioè il nulla), anche se l’edificio sorge a un passo dal magnifico castello medievale dei Ventimiglia che ospita, tra l’altro, il museo civico.
La querelle è passata anche dal consiglio comunale dove l’opposizione e gli esponenti di un comitato hanno prospettato soluzioni alternative, poi riprese in un manifesto. Neanche in questo caso le proposte avanzate sono andate bene. La richiesta era molto semplice: ristrutturare il manufatto esistente (magari riprendendo gli aspetti recuperabili dell’impianto settecentesco) per non alterare quell’equilibrio delicato tra natura ed architettura che noi moderni – con il pretesto dell'”avanguardia”, parolina magica dietro la quale si giustificano orribili scempi edilizi – siamo specializzati a perpetrare.
E così sarà raso al suolo un luogo irripetibile. Sì, perché un cinema e teatro ha un’anima: per tutte le cose belle che si sono verificate al suo interno e per i sogni che ha suscitato a migliaia di persone che hanno avuto la fortuna di mettervi piede.
Una struttura come Le Fontanelle di Castelbuono ha visto i bellissimi film degli anni d’oro e le altrettanto belle opere teatrali rappresentate da grandi attori o da compagnie di dilettanti che su quel palcoscenico hanno lasciato la loro anima, fatta di lacrime, di risate, di amori, di avventure e di tanto altro.
Adesso tutto questo verrà cancellato con un colpo di ruspa. Al suo posto verrà scaricata una colata di cemento, sicuramente plasmata attraverso un progetto più o meno passabile, ma che non può avere l’anima di un antico cine-teatro. Questo l’arte lo capisce. La politica no. Troppo piccina. L’anima e la bellezza sono tutt’altra cosa
Nella foto: l’inizio della demolizione del cine teatro Le Fontanelle di Castelbuono (Palermo)
Luciano Mirone
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