“Il controllo popolare antimafia, composto da Arci Catania, CGIL Catania, I Siciliani giovani, Rete degli studenti, Associazione antimafia e legalità, con la collaborazione di CittàInsieme, ha riscontrato che è pratica abituale di Caf, comitati elettorali e candidati chiedere la delega di cittadini per il ritiro della loro tessera elettorale presso gli uffici comunali. Questa pratica consente ai candidati di tenere in ostaggio il voto di alcuni cittadini e di verificare l’espressione del voto, con il gravissimo rischio di condizionarlo o di facilitare pratiche illegali di voto di scambio”.

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L’avviso affisso in un CAF del centro di Catania, così come documentato dal quotidiano online Livesicilia. Sopra: palazzo degli Elefanti, sede del municipio di Catania 

Il Comitato si associazioni nato spontaneamente in questi giorni per controllare la regolarità delle prossime elezioni catanesi (28 e 29 maggio) denuncia operazioni sospette anche nei giorni che precedono il voto.  

“Fu proprio l’attività del controllo popolare antimafia durante le scorse elezioni regionali – scrive la rete di associazioni – a verificare che, nella giornata del voto, in un Caf nel quartiere di Picanello erano presenti 50 tessere elettorali in attesa di essere ritirate dagli elettori. Sullo stesso tavolo i fac-simili del candidato sponsorizzato dal Caf”.

“È gravissimo – spiega la nota – che gli uffici comunali consentano alla stessa persona di ritirare con delega decine e decine di tessere elettorali”.

“Chiediamo – seguita il comunicato – l’immediato intervento del Commissario Straordinario del Comune, del Segretario Generale del Comune, del Prefetto e del Questore affinché non sia consentita tale pratica. Venga subito bloccata la distribuzione di tessere elettorali dei cittadini a comitati elettorali, Caf e candidati”.

“La tessera elettorale – si legge ancora – deve essere rilasciata solo all’intestatario o, trattandosi di notifica, in casi eccezionali, a un delegato che sia familiare o convivente dell’intestatario, così come previsto dalla legge e come prassi in moltissimi comuni italiani”.

Redazione