“Vogliamo una Democrazia cristiana che torni ad essere il partito di don Luigi Sturzo e di Alcide De Gasperi, un partito nuovo, con delle radici profonde, una tradizione antica ed una visione moderna”. A dirlo è Giuseppe Di Mulo, brontese, uno dei nuovi componenti del Consiglio nazionale della Dc, uscito eletto all’ultimo congresso svoltosi a Roma il 6 e 7 maggio scorsi, assieme ad altri due iscritti della provincia di Catania: Caterina Pirandello e Stefano Galatà (entrambi residenti nel capoluogo etneo).
Fondata (o meglio, “rifondata”) da pochi anni dall’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro (votato segretario all’unanimità), la nuova Democrazia cristiana si sta consolidando soprattutto in Sicilia: alle ultime elezioni è risultata importante (alcuni dicono “fondamentale”) per l’affermazione del centrodestra nell’Isola (con il presidente del governo siciliano Renato Schifani) e al Comune di Palermo, dove ad avere la meglio è stato il nuovo sindaco Roberto Lagalla.
Ma in realtà, fin dalle consultazioni precedenti, la Dc di Cuffaro si era affermata in diversi comuni isolani ottenendo degli ottimi risultati. “Adesso – prosegue Di Mulo, che ricopre anche la carica di coordinatore comunale di Bronte ed è uno degli uomini su cui il fondatore del partito ripone la sua fiducia – vogliamo proseguire la nostra battaglia in tutto il Paese, dove si avverte una grande voglia di Democrazia cristiana: il Congresso di Roma lo dimostra pienamente”.
Che la formazione dell’ex governatore della Sicilia stia cercando di espandersi non solo in Sicilia e in Italia, è dimostrato dal manifesto che reclamizza il recente congresso romano, fatto stampare a Bronte dallo stesso Di Mulo.
In alto a sinistra, accanto ad una riproduzione grafica del Vecchio Continente, si legge: “La Democrazia Cristiana con i popolari europei per un’Europa protagonista di pace, solidarietà e sviluppo”. E poi con malcelato orgoglio, a caratteri cubitali: “BRONTE (CT) CITTA’ DEL PISTACCHIO. PRESENTE”.
Proprio nella città del pistacchio si vedrà quale posizione prenderà il partito dell’ex governatore siciliano (attualmente a Bronte senza consiglieri comunali, dato che la Dc locale si è formata di recente, cioè dopo le ultime elezioni svoltesi nel 2020). Di Mulo dice che la Democrazia cristiana “non è interessata a collaborare” con la giunta di centrodestra presieduta dal senatore Pino Firrarello oggi con Azione di Calenda, democristiano doc ma della Prima Repubblica. “L’attuale Amministrazione ha deluso le attese”, seguita Di Mulo. “Con il sindaco il rapporto resta cordiale, ma politicamente distante”. Mancano due anni alla fine della legislatura. Vediamo come gli effetti del “laboratorio Bronte” si proietteranno su scala regionale e nazionale.
Redazione
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