Il simpatico avvocato Giuseppe Lipera di Catania ha proposto di intitolare a Berlusconi il centralissimo ed elegante Corso Italia della sua città. Ci sembra giusto! Via l’anacronismo di Italia, buttiamoci sull’avanguardismo di Silvio. Dopo la santificazione, è il momento dell’intitolazione. Magari in tutta Italia. Se ne sta già discutendo e speriamo che non si tratti delle solite chiacchiere di questo Paese da operetta.
È il minimo per riconoscere al grande statista (pardon… al Grande Statista) le alte virtù morali e civili che in questi trent’anni hanno costituito fulgido esempio per i cittadini (o sudditi, a seconda dai punti di vista), specie per i più giovani ai quali l’ex Cavaliere ha insegnato tanto.
Dalla lotta alla mafia e alla corruzione (spietata quella che abbiamo visto negli anni ruggenti del berlusconismo) alle leggi mai ad personam, sempre ispirate al bene comune, dalle promesse puntualmente mantenute (a cominciare dal milione di posti di lavoro) all’alta qualità culturale che le sue televisioni hanno espresso (del resto, erano o no quelle del Presidente del Consiglio?), per finire alla guerra (stravinta anche questa) contro la P2 e i poteri occulti che hanno insanguinato e avvelenato l’Italia, che lui ha combattuto strenuamente fino alla fine.
Il fatto vergognoso è che in Italia (e in verità anche all’estero) c’è chi si permette ancora di parlar male di Lui. Invidia, sicuramente. Per i Suoi successi da imprenditore (tutte balle le storielle sul tesoro del boss di Palermo Stefano Bontate, anche questo accumulato col sudore della fronte, transitato nei forzieri di Silvio) e da presidente del Milan che ha vinto scudetti e coppe dei campioni a ripetizione. Invidia per i suoi bunga bunga e le sue donne a pagamento.
E bene ha fatto l’arcivescovo della Capitale morale, nella sua omelia (altro che cardinale Martini!), a ricordare che comunque il Berlusca era un Uomo (con la U maiuscola, giusto Eminenza?) e come tale un peccatore e quindi da perdonare e quindi degno di un lutto nazionale, al contrario di quello che è successo per certe figure antitetiche a lui (per fortuna!) come Falcone e Borsellino, ai quali il lutto nazionale non è toccato.
Quindi avvocato Lipera, mi raccomando, non demorda. Organizzi una petizione, un corteo, una marcia. Vedrà che in questo Paese al contrario tanti saranno con lei. Però una via ad altri benemeriti di questa Repubblica potrebbe starci. Perché non Marcello Dell’Utri e Giulio Andreotti? Ci pensi avvocato e ne riparliamo.
Luciano Mirone
Lascia un commento...