Nuovo strumento urbanistico, Parco delle Torrette, giovani, desertificazione urbana, frazioni, abusivismo edilizio, turismo, rifiuti. Sono solo alcuni punti che l’appena eletto sindaco di Belpasso (Catania), Carlo Caputo, deve affrontare se vuole arrestare un inesorabile declino causato da decenni di cattiva amministrazione e se vuole dare un nuovo impulso ad una città dalle potenzialità eccezionali.
È da oltre vent’anni che Caputo – tranne gli ultimi cinque, durante i quali ha fatto il presidente del Parco dell’Etna e ha svolto vari incarichi in ambito regionale – occupa una poltrona all’interno del Comune di Belpasso: inizialmente da consigliere comunale, poi da assessore, poi da vice sindaco, infine (dal 2013 al 2018) da sindaco. Proprio quell’anno Caputo decise inopinatamente di non ricandidarsi lasciando tutti a bocca aperta. Ancora non sappiamo i motivi di questa decisione, ma sappiamo che conosce a menadito la macchina municipale, quindi siamo certi che affronterà in maniera efficace i problemi appena posti. Vediamoli uno per uno.
STRUMENTO URBANISTICO. Si tratta della “madre” di tutte le decisioni politiche in ambito locale: da questo si deduce se un’Amministrazione comunale ha una visione completa e strategica della programmazione e dello sviluppo per i prossimi decenni, oppure se vuole tirare a campare solo attraverso l’ordinaria amministrazione. Se pensiamo che il Piano regolatore generale di Belpasso (oggi Piano urbanistico generale) è scaduto da oltre vent’anni, possiamo dedurre il livello della classe politica che ha amministrato la città per tutto questo tempo.
Nel 2013 – su questo punto – Caputo diede dimostrazione di una cecità o di una ingenuità senza pari, revocando l’incarico ad uno dei migliori urbanisti d’Italia (l’architetto Leonardo Urbani, aggiudicatosi il bando istituito nel 2012 dal commissario regionale Roberto Sajeva) e conferendolo ad un Ufficio tecnico comunale privo di mezzi. Contemporaneamente promosse “sul campo” (nominandolo consulente per il Piano regolatore) il professionista che in quel bando si era classificato ultimo. Un pasticcio che portò ad una paralisi dello strumento urbanistico, che il successore di Caputo, Daniele Motta, nell’ultimo quinquennio non è riuscito a sbloccare, dato che lui stesso ha seguito ostinatamente – malgrado gli input provenienti dalla Società civile e da questo giornale – il modello caputiano: Piano regolatore all’Ufficio tecnico comunale e nomina di un nuovo consulente. Risultato: pessimo, con inutili esborsi del Comune. Ci auguriamo che adesso Caputo, dopo aver riflettuto seriamente per cinque anni, istituisca nei primi cento giorni di sindacatura un nuovo bando per conferire finalmente l’incarico ad un urbanista degno di tal nome e per risolvere una volta per tutte una querelle che si trascina da oltre vent’anni.
PARCO DELLE TORRETTE. Una delle promesse mancate, che Caputo fece dopo l’elezione del 2013 a decine di associazioni ansiose di un “polmone verde” da realizzare in un’ampia area ricca di preziose testimonianze della civiltà contadina, dai terrazzamenti alle torrette, dai palmenti alla Regia trazzera, dalle masserie ai vigneti, che il Piano regolatore (tuttora vigente) definisce zona C, quindi area da cementificare. Una promessa non mantenuta, visto che Caputo “dimenticava” di dire che alcuni anni prima il Consiglio comunale aveva approvato un piano di lottizzazione proprio su quei terreni (con la previsione di un centro commerciale – l’ennesimo – e di alcune palazzine. Ci permettiamo di consigliare al nuovo sindaco di indire una riunione con le associazioni e di spiegare in modo chiaro come stanno le cose: non è facile, su quei terreni, far sorgere un Parco, per la semplice ragione che trattandosi di zona di espansione esistono diversi proprietari che hanno la legittima esigenza di costruire. E’ vero che da diversi anni quelle aree sono bloccate per mancanza di richiesta (l’incremento demografico nel centro abitato di Belpasso è molto ridotto), ma è anche vero che la politica deve prendere una decisione dialogando con le associazioni e al tempo stesso con i proprietari per arrivare a una soluzione.
I GIOVANI. La categoria più sfortunata a causa di una totale mancanza di politica “vera” da parte del Comune. Eppure è la categoria che, più di ogni altra, riempie le liste elettorali ad ogni competizione. Siamo sicuri che fra diversi giovani esista una grande ansia di cambiamento, ma siamo altrettanto certi (lo abbiamo sentito dalla loro viva voce) che in molti esista solo l’esigenza di trovare un “posto” che, fra sedute consiliari e di commissione, garantisca un introito che va da ottocento a mille Euro al mese. Se questo è vero, il panorama giovanile è davvero desolante. I ragazzi, che dovrebbero chiedere conto e ragione ai “grandi” dei loro errori, che dovrebbero manifestare il loro dissenso e costruire una classe politica nuova, che dovrebbero protestare per la poca cura della villa comunale e degli altri luoghi di ritrovo (diventati soventemente luoghi di spaccio) si adattano ai vecchi modelli senza metterli minimamente in discussione. Mentre c’è un mondo giovanile che scende in piazza per le nuove emergenze che attraversano il pianeta, nella lontana Sicilia ci sono ragazzi che, invece di chiedere a viva voce impianti sportivi, spazi verdi, scuole, strutture sanitarie, una città a misura d’uomo, legittimano i comportamenti di una politica non proprio ansiosa di rinnovare e di rinnovarsi. Crediamo che il nuovo sindaco debba occuparsi di loro, anche di quelli presenti nelle liste avversarie.
DESERTIFICAZIONE URBANA. Fino a quando non ci sarà uno strumento urbanistico redatto da un grande professionista in grado di pianificare la valorizzazione della città, a cominciare dal centro storico, assisteremo ad uno svuotamento progressivo dello stesso con l’affissione sempre più frequente di cartelli con “Si loca”, “Affittasi”, “Vendesi”, eccetera. Assisteremo all’agonia di una comunità e di un commercio privati della sua identità e dei suoi impulsi economici, a meno che non si pensi che qualche sagra paesana possa risolvere il problema. È necessario progettare una città nuova partendo dalla sua identità, evitando le demolizioni in centro storico, promuovendo la politica del restauro e delle ristrutturazioni e favorendo il ritorno dei cittadini.
FRAZIONI ED ABUSIVISMO EDILIZIO. Due temi strettamente connessi poiché la piaga dell’abusivismo edilizio si verifica nelle frazioni, dove, al contrario del centro di Belpasso, si registra un notevole incremento demografico. Si tratta di un altro argomento scottante. Basti pensare che spesso, quando all’ordine del giorno è prevista la trattazione del tema relativo all’abusivismo edilizio (spesso sollecitato dalla magistratura), molti consiglieri fanno mancare il numero legale. Evidentemente c’è un nervo scoperto. Meglio di noi lo spiega uno studio della Regione Sicilia: Belpasso è uno dei comuni dell’Isola a registrare un altissimo tasso di abusivismo. Invece di affrontare una problematica così complessa, che richiede un dialogo fra la politica locale, la magistratura, il prefetto, il questore, la politica regionale e nazionale, si preferisce disertare le sedute consiliari per mettere la polvere sotto il tappeto. Dopodiché ad ogni elezione ci si presenta nelle frazioni per chiedere il voto e per continuare ad illudere la gente con le promesse più disparate. In Sicilia (non solo nel comune di cui parliamo) c’è una classe politica nata e cresciuta grazie all’abusivismo edilizio, un fenomeno che alla fine presenta il conto: a parte la ciclica richiesta di autonomia comunale (in questo caso Piano Tavola, che racchiude molteplici frazioni) per l’alto numero di abitanti difficilmente gestibile da un’Amministrazione alle prese con problemi di bilancio sempre più gravi, bisogna segnalare un altro paradosso: ben tre stazioni della nuova metropolitana che serviranno le popolose frazioni (qualche centinaio di metri di distanza fra loro), nessun servizio di collegamento veloce – se non il solito autobus – fra queste e Belpasso. Possibile che nessun sindaco degli ultimi decenni si sia recato a Palermo, a Roma o a Bruxelles per sbattere i pugni sul tavolo e trovare una soluzione adeguata con i fondi del Pnrr?
TURISMO. Torniamo al punto di partenza. Senza una adeguata programmazione del territorio è inutile parlare di turismo. È illusorio che la collocazione di qualche scultura, che l’organizzazione della Sagra del ficodindia, che la festa patronale (con i bellissimi carri allegorici “spaccati” in occasione della festa di Santa Lucia) possa portare turismo per tutto l’anno o almeno per una parte di esso. Il turismo è una cosa complessa (specie quando bisogna inventarlo del tutto, come in questo caso) e si nutre di competenze specifiche che siano in grado di studiare il modo di invertire la tendenza in un paese dalle straordinarie potenzialità, in quanto collocato fra l’Etna, il mare, la Piana di Catania e uno dei parchi di divertimenti più belli d’Italia, con una tradizione teatrale (vedasi Martoglio, Russo Giusti, le diverse compagnie) non seconda a nessuna.
RIFIUTI. Nei cinque anni in cui Caputo è stato sindaco ha svolto un ottimo lavoro sulla raccolta differenziata. È stato lui ad iniziare questo servizio ed è stato lui ad ottenere dei buoni risultati, confermati dal suo successore Daniele Motta. È importante che adesso non solo venga confermato il trend positivo, ma che il nuovo sindaco si ponga di risolvere il problema delle micro discariche presenti nell’hinterland, magari attraverso una interlocuzione col presidente della Regione e col nuovo presidente della Provincia (le elezioni sono previste l’anno prossimo). Se si vuol fare turismo seriamente e si vuol dare dignità ad una comunità, è da qui che bisogna iniziare. È con questi suggerimenti che formuliamo al nuovo sindaco gli auguri per la recente elezione e per il buon lavoro da svolgere.
P.S.: per tutta la campagna elettorale questo giornale ha ritenuto di astenersi dal pubblicare articoli sull’argomento, tranne quelli scaturiti da comunicati stampa inviati da candidati, da partiti e da liste civiche. Questo per evitare polemiche – dato che chi scrive, nel 2013, è stato candidato a sindaco – in un momento arroventato della vita pubblica locale. Con questo articolo, L’Informazione ricomincia ad occuparsi “anche” della politica belpassese, sperando di dare un modesto contributo al miglioramento della città in cui ha sede.
Luciano Mirone
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