Un dramma inedito di Nino Martoglio, “I deboli”, ritrovato recentemente dal regista teatrale Elio Gimbo, viene rappresentato dopo oltre un secolo dalla sua stesura – inizio Novecento – dalla compagnia Fabbricateatro di Catania in collaborazione con il Centro universitario teatrale (Cut), presso il giardino Giuseppe Fava (via Caronda, 82) dal 6 al 10 settembre alle ore 21.
Un ritrovamento eccezionale, dice lo stesso Gimbo (che cura la regia), di cui si pensava che si fossero perse le tracce. Invece, dopo più di cento anni, il regista catanese lo scova e lo porta in scena, come è successo da poco con altre due opere martogliane quasi inedite: “L’ultimo degli Alagona”, testo storico in cui Martoglio affronta la tematica del trasformismo dopo il risorgimento, e “Il divo”, opera di costume che tante polemiche causò nel periodo in cui l’autore lo scrisse.
Dopo l’esordio con le migliori compagnie italiane, di questi lavori si erano perse le tracce, eppure non si tratta di lavori “minori”. È probabile che alle opere martogliane scritte in lingua, a quell’epoca venissero preferite quelle dialettali di marca verista del commediografo di Belpasso, recitate magistralmente da attori del calibro di Angelo Musco, Giovanni Grasso e Tommaso Marcellini, che sbancavano i botteghini nazionali ed internazionali. Un trend che dura ancora oggi e che probabilmente, in tutti questi anni, ha posto in secondo piano le opere in italiano dell’artista.
Fra le tre rappresentazioni inedite di Martoglio, questa, secondo il regista catanese, è la più bella e anche la più attuale: conferma la predilezione del belpassese per la condizione femminile, argomento tabù in quegli anni di imperante maschilismo; l’eclettismo di passare dal comico al drammatico con estrema facilità attraverso la “contaminazione” dei grandi autori mondiali (in questo caso Ibsen e la sua “Casa di bambole”); la capacità di adattare il linguaggio alle storie e alle scene.
Per questo il fondatore di Fabbricateatro inserisce Martoglio fra le personalità che – assieme a Stanislavskij, Antoine, Mejerchol’d ed altri – contribuirono ad attuare la “grande rivoluzione” del teatro di inizio Novecento.
Un intellettuale come lui, dice Gimbo, va visto a trecentosessanta gradi, non solo attraverso commedie come “L’aria del continente”, “San Giovanni decollato” o “Civitoti in pretura” (che pure rappresentano un affresco verista della società del tempo). Martoglio inventò la moderna regia teatrale, scoprì grandi talenti artistici come Grasso e Musco, riuscì a mettere insieme, in un unico grande cartellone, le sue opere assieme a quelle di Pirandello, Rosso di San Secondo, Euripide e Lope de Vega.
Penso – prosegue Gimbo – che bisogna continuare quest’opera di ricerca: fra le varie cose che ho trovato, esistono lavori in cui Martoglio tocca le stesse tematiche di Tolstoj e Dostoevskij. Un intellettuale autentico e capace di abbracciare una cultura universale che varca i confini della Sicilia e di confrontarsi con il mondo, se non fosse stato per quella morte misteriosa arrivata a soli cinquantun anni.
Se poi consideriamo che i suoi lavori cinematografici, primo fra tutti il “mitico” Sperduti nel buio” (razziato dall’esercito nazista dal Centro sperimentale di cinematografia di Roma all’inizio degli anni Quaranta), secondo alcuni critici hanno ispirato il neorealismo di De Sica, Visconti e Rossellini, nonché registi come Griffith e Ėjzenšejn, si comprenderà come ci si trovi davanti ad un genio di straordinaria grandezza che bisogna assolutamente riscoprire.
Interpreti de “I deboli” saranno Sabrina Tellico, Savì Manna, Maria Barbagallo, Alice Balsamo, Leonardo Monaco, Francesco Di Bella, Nicoletta Basile, Samuele Ballarino, Chiara Quartarone e Mirella Sotera. Scene Bernardo Perrone, assistente di scena Noemi Consoli, costumi Fabbricateatro. Consigliabile la prenotazione al 347 3637379. Costo del biglietto 10 Euro, per gli studenti dell’Università di Catania 5 Euro. Lo spettacolo verrà replicato il prossimo 11 ottobre a Genova presso il Museo-Biblioteca dell’attore.
Luciano Mirone
L’evento si svolge nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte organizzate dal Comitato nazionale Nino Martoglio che ha anche cofinanziato lo spettacolo.