“Il mancato via libera di Roma sui termovalorizzatori? La prova provata della grandissima improvvisazione del governo siciliano , che sui rifiuti, ma anche su tutto il resto di cui si è occupato finora, non ne ha azzeccata nemmeno una”.
Lo afferma la deputata M5S Jose Marano, vice presidente della commissione Ambiente dell’Ars. “Il presidente dai poteri speciali Renato Schifani – dice Marano – aveva già dato praticamente per cosa fatta due termovalorizzatori in Sicilia. Per fortuna, il ministero all’Ambiente, visto che in nessun documento regionale i termovalorizzatori sono almeno citati, ha chiesto il rispetto delle regole e l’idea della realizzazione di questi impianti è stata, al momento, rispedita al mittente”.
“Allo stato attuale – spiega la deputata M5S – questi impianti non sono previsti dal piano rifiuti che deve essere aggiornato, in linea con il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti. Soprattutto sarebbe necessario stimare la reale produzione di rifiuti differenziati e indifferenziati, fare una ricognizione degli impianti esistenti, individuare le aree e capire davvero se questi impianti sono lo strumento indispensabile per risolvere l’eterna e irrisolta emergenza rifiuti in Sicilia”.
“La posizione del Movimento 5 Stelle – dice Marano – è chiara da tempo: questi impianti sono anacronistici e antieconomici; grazie all’innovazione tecnologica si possono ottenere risultati a impatto zero e a costi ridottissimi che vanno in direzione della strategia rifiuti zero, a cui, invece, bisogna ambire”.
“Il governo Schifani – conclude l’esponente pentastellata – ha individuato due mega inceneritori, uno a Palermo e uno nella zona industriale di Catania, come soluzione alla questione rifiuti, ma la produzione di rifiuti siciliana non sarebbe sufficiente a giustificare la realizzazione di questi due impianti. Insomma, la solita approssimazione e megalomania di un governo che, al momento, non è riuscito a realizzare un piano dei rifiuti regionale sostenibile e realistico e che continua a mandare all’estero i rifiuti prodotti alla modica cifra di 60 milioni di euro all’anno”.
Nella foto: un termovalorizzatore (o inceneritore) in Italia
Redazione
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