“Un punto di vista differente per conoscere la città: per conoscere i luoghi della politica femminista dagli anni 70 ad oggi, la nostra storia”. Recita così il manifesto della “Passeggiata femminista a Catania- Her Story”, che partirà  il 25 novembre alle ore 10 da via Santa Maddalena 59 (ex sede di Differenza donna), organizzata da La città felice, La Ragnatela, Coordinamento donne Cgil Catania, Il cerchio delle donne- Fare stormo.

L’iniziativa è dedicata a una vittima di femminicidio, Valentina Giunta, la donna che venne uccisa dal figlio minorenne a Catania. Le tappe della passeggiata che ripercorrono una mappa ideale dei luoghi dedicati alle donne sono 6 che saranno scelte tra le sedi di: associazione Thamaia, Voltapagina e Rivoltapagina, MLD Cisa, Associazione “Penelope”, Centro donna Cgil Elvira Colosi, Se no de Le Lune, la Città felice, Femministorie, Differenza Donna, la RagnaTela, Centro Agave de Le Lune La città felice, Udi Catania, CAD, NUDM, Fare stormo/Il cerchio delle donne (Misterbianco). 

“Quella che proponiamo è una passeggiata femminista in un giorno in cui a volte la ritualità smorza il senso delle parole. – si legge nel volantino manifesto- Desideriamo invece parlare di noi, delle donne e segnare con la presenza dei nostri corpi in cammino, lungo un percorso che si snoda attraverso 50 anni, ancora una volta la città; segnare con le nostre parole e le nostre pratiche una città in cui la violenza maschile contro le donne continua a seminare vittime e a lacerare corpi dentro e fuori le case”. 

“Alla violenza maschile e a quella istituzionale, oggi vogliamo contrapporre la bellezza e la pienezza dei luoghi in cui hanno abitato e abitano le pratiche e le politiche femministe che continuano a trasformare la città. Abbiamo la consapevolezza che è la libertà delle donne che ha costruito e sta continuando a costruire una diversa concezione degli spazi e delle relazioni, così come ha già costruito un’altra storia. Nonostante le nostre città, così come Catania, siano state edificate e continuino ad essere immaginate ad uso e consumo del maschio bianco di ceto medio-alto, sono ormai tanti i luoghi segnati da corpi e da parole di donne, luoghi del femminismo, presidi di un passaggio di civiltà tanto più necessario quanto più si intensificano guerre ingiustizie e violenza. A dispetto di chi continua ad ignorare la differenza femminile e la potenza generatrice delle donne, le città e il mondo si plasmano sui nostri corpi e sulle relazioni significative che le attraversano e le impregnano. E noi vogliamo raccontare andando per luoghi che sono stati, per luoghi che lo sono oggi, densi delle nostre emozioni e dei nostri corpi, una storia di cui siamo orgogliose e che vogliamo ancora una volta condividere con le donne e gli uomini che ne comprendono senso e significato”.

Nella foto: un quadro di Bruno Caruso

Redazione