È polemica a Linguaglossa (Catania) dopo la decisione dell’amministrazione comunale di ridimensionare gli spazi della storica Biblioteca Comunale “Antonino Gullo”, fondata nel 1957 e presente negli attuali locali sin dal 2000, per destinarli a sede dell’Ufficio Anagrafe e di Stato Civile.
La biblioteca, che vanta un patrimonio librario di quasi 40 mila volumi, è tra le più grandi della provincia di Catania per numero di libri, spazi, cura del patrimonio e attività. La delibera della giunta municipale ha avuto come primo effetto la decisione degli eredi di Santo Calì, illustre poeta linguaglossese, di chiedere la restituzione di tutte le opere, edite ed inedite, del letterato per trovare una più degna collocazione.
Non solo. Gli eredi hanno anche deciso di negare il consenso alla pubblicazione della tesi di laurea di Santo Calì, come era intenzione dell’amministrazione comunale. A chiedere pubblicamente all’amministrazione comunale di fare un passo indietro sono i consiglieri comunali di minoranza Carmen Ferraro, Francesco Malfitana, Salvatore Malfitana e Francesca Vecchio.
“Una scelta che non si capisce, del tutto irrazionale – commenta il consigliere di minoranza Francesco Malfitana – La delibera taglia letteralmente in due la biblioteca, una struttura che è un fiore all’occhiello, tra le più rinomate della provincia di Catania. Questo ridimensionamento determinerebbe la mancanza di spazio per ben 15mila volumi. La dott.ssa Calì si è sempre spesa per lo sviluppo e la crescita di questa struttura, così come tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute. Ricordo – prosegue – il vicesindaco Salvo Torchia, per esempio, che contribuì alla nascita del Fondo Santo Calì. Oggi gli eredi, in maniera condivisibile, chiedono la restituzione dei volumi e diffidano il comune dall’utilizzo del nome di Santo Calì. Noi facciamo un appello al sindaco affinché revochi immediatamente questo atto deliberativo, che è assolutamente illogico, con il quale addirittura si dà mandato imperativo all’ufficio tecnico di effettuare entro il 31 gennaio dei lavori, che non si capisce quali siano, se siano stati autorizzati dalla Sovrintendenza, anche se a me non risulta. Quella di oggi – conclude il consigliere Malfitana – è davvero una brutta pagina per Linguaglossa”.
Ad insorgere per la decisione dell’amministrazione Stagnitta anche Vincenzo Raineri, storico esponente della politica locale. “Questa decisione non ha alcuna logica – spiega Vincenzo Raineri – Significa danneggiare culturalmente Linguaglossa. Nel ’57 un linguaglossese che risiedeva in America è venuto qui e ha voluto creare questa biblioteca. Da allora tanti ragazzi si sono formati in questa struttura. È stata sempre un fiore all’occhiello. È una decisione che parte da una logica che potrebbe avere giustificazione, la sistemazione degli uffici, ma diventa insensata poiché toglie spazi alla biblioteca. Tra l’altro ci sono altri locali dove si può intervenire. Ho fatto un appello al sindaco affinché riveda questa deliberazione. Linguaglossa – conclude – non può essere danneggiata così”.
La biblioteca, oltre al Fondo Calì, possiede un’ampia sezione per ragazzi e un fondo dedicato anche al vulcanologo Salvatore Cucuzza. È frequentata da tanti bambini, che hanno uno spazio a loro dedicato, e adulti che trovano le novità librarie in tempo reale. Un luogo anche di ritrovo e di studio per tantissimi studenti. “Una decisione che ha sorpreso un po’ tutti – spiega Marco Manitta, giovane studente linguaglossese – perché sono spazi per i cittadini, per noi studenti. Spazi per studiare e per usufruire di numerosi volumi. E soprattutto ci lascia perplessi che questa decisione, oltre a penalizzare noi giovani, mette a rischio un tesoro di Linguaglossa, il Fondo Calì”.
Redazione
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