Nei giorni scorsi ci ha lasciati il Professore Salvatore “Ruccio” Sambataro, uno dei docenti più autorevoli (insegnava Diritto amministrativo) della facoltà di Giurisprudenza di Catania. Questo il ricordo della figlia Elena e della cugina Lucia.
Salvatore Sambataro, “Ruccio” per amici e familiari, Professore Sambataro per gli innumerevoli studenti e conoscenti che oggi lo ricordano con commozione.
Primogenito dell’illustre letterato Professore Giuseppe Sambataro e della dolce e materna Nerina Motta, ha condotto la sua vita con assoluta libertà ed autonomia di pensiero e determinazione, nella pienezza del suo impegno e dedizione costante in ciascuna delle attività svolte.
Mente eccelsa e raffinata, si distingueva per la sua essenza ricca di doni preziosi ed alimentata dall’anelito verso l’infinito e dal perseguimento di quelle passioni terrene che rispecchiassero il senso supremo della giustizia e la ricerca della bellezza in tutte le sue espressioni.
La sua passione per lo studio e la cultura in generale gli valsero da ragazzo l’anticipo di ben due anni scolastici, diplomandosi a soli sedici anni al liceo classico “Nicola Spedalieri” di Catania. Animato da naturale inclinazione e innato interesse verso la Giustizia ed il sapere giuridico, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza “La Sapienza” di Roma, dove integrò agli studi il lavoro da cameriere, rimanendo sempre orgoglioso di aver svolto anche questo mestiere.
Laureatosi a soli ventidue anni con una tesi in Diritto Penale sull’ “Associazione a delinquere”, si appassionò alla materia del diritto pubblico, in particolare al Diritto Amministrativo, grazie all’incontro col suo Maestro, il prof. Eugenio Cannada Bartoli, divenuto guida di tutto il suo percorso formativo e lavorativo. Scelse la carriera universitaria diventando Professore Ordinario a soli venticinque anni.
I decenni che seguirono lo videro insegnare e formare intere generazioni di eminenti giuristi catanesi dapprima dalla cattedra di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di Scienze Politiche ed in seguito da quella di Diritto Amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania.
Le sue lezioni non furono pressoché mai “cattedratiche”, nel senso proprio del termine, ma vengono ancora oggi ricordate da tutti i suoi studenti come delle vere e proprie “palestre” di diritto vissuto, dove l’interazione con gli allievi e lo sviluppo della loro capacità critica erano il fulcro su cui ruotava l’intera ora. Anche la Scuola di Specializzazione nelle Discipline Forensi lo ha visto come fondamentale punto di riferimento negli ultimi anni della sua storica carriera universitaria.
Docente d’altri tempi, distintosi per il rigore e la severità dell’approccio allo studio, di rado lo si scorgeva fuori dalle aule o dalla sua stanza. Non era solito perder tempo a chiacchierare per i corridoi, o, peggio, al bar della Facoltà. Ogni studente era certo di trovarlo puntualissimo in aula, pronto per iniziare la sua lezione, con l’immancabile codice in mano; altrettanto sicuro di potere chiedere chiarimenti nel suo orario di ricevimento, entrando in quella stanza piccina del III piano di Villa Cerami, col tavolo sempre pieno di volumi. Nessuno rimaneva invano dietro quella porta.
Non solo. L’attività forense presso il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania e Palermo ed il Consiglio di Giustizia Amministrativa dell’anche Avvocato Salvatore Sambataro, quale difensore del libero Foro delle P.A. e di privati cittadini, è stata sempre permeata da un senso giuridico di altissimo profilo nella ricerca di innovative soluzioni del caso concreto, tesi il più delle volte accolte dalla magistratura ed entrate a far parte della giurisprudenza maggioritaria, per poi trasformarsi anche in testi legislativi tuttora in vigore.
La sua produzione scientifica consta di volumi, manuali e voci enciclopediche, ancora oggi, pur nella loro complessità argomentativa, guide imprescindibili per chi si accosta e pratica la materia del diritto amministrativo.
E, senza pretesa di esaustività, si può affermare che per lunghi anni il Prof. Avv. Sambataro ha svolto altresì attività consultiva, sotto forma di pareri, per le Pubbliche Amministrazioni, ivi compresa la Regione Sicilia.
Tutto questo impegno lavorativo non gli ha mai impedito di dedicarsi alla moglie Clara ed ai familiari ed alle sue innumerevoli altre passioni: non passava giorno senza che avesse un pensiero affettuoso da condividere o portare ai suoi cari; senza che si dedicasse alla musica, suonando e componendo alla chitarra o al pianoforte, e negli ultimi anni insieme alla nipote Irene, che lo accompagnava con l’arpa, allietando il cuore di chi lo ascoltava; o senza che leggesse libri di ogni genere, dalla fantascienza ai fumetti, vedesse film o documentari e spulciasse due o tre quotidiani da cui ritagliare articoli degli argomenti più disparati, che placassero temporaneamente la sua infinita sete di conoscenza.
Ed il fine settimana… Belpasso, le sue radici familiari: il giro dalle case di parenti ed amici per portare doni della natura che diventavano i suoi; le conversazioni con suo fratello Nando che spaziavano dalla Juventus al diritto e alla politica; la cura della campagna di famiglia con la scuzzulata dei fichidindia, puntuale per San Giovanni, e la vendemmia; la partita a tennis con suo fratello Elio, la figlia Elena, gli amici Nino Bellia e Signorello; la partita a ramino con gli amici del club progressista. E lo sport nella sua interezza e diversità di discipline di cui era un esimio e finissimo estimatore, conoscitore e praticante.
“Ruccio”… Marito, Papà e Nonno, Fratello Cognato, Zio e Amico, Professore e Maestro, riservato, ma presente, a tratti spigoloso e pungente, ma sempre generoso ed attento, mancherà a tanti, specialmente a coloro i quali, avendolo conosciuto, sentiranno risuonare, in qualche piccola parte del proprio animo, i suoi insegnamenti e le sue parole, dotte ma chiare, scandite sempre con intelligente e sagace ironia, e traendone luce, guida e ristoro… La stessa luce nella quale adesso risuonerà la sua musica, in eterno.
Nella foto: il Professore Salvatore “Ruccio” Sambataro
Il prof.Ruccio Sambataro mi ha onorato con la Sua amicizia. Una persona al di fuori del comune. Dotto e semplice nel suo operare. Ha voluto che io li progettassi le strutture antisismiche della sua casa e ne dirigessi i lavori. Mi nominava spesso come consulente tecnico di parte presso le Amministrazioni Pubbliche dove Lui era titolare e difensore legale. E le innumerevoli partite a tennis. Una telefonata e ci ritrovavamo nel suo campo in cemento presso la sua campagna di Belpasso. E le innumerevoli partite a ramino presso il Club Progressista. E quanti discorsi. Sullo sport, sul calcio, e soprattutto i consigli e le spiegazioni legali che mi impartiva come se raccontasse delle belle favole, piacevoli e semplici. È stato un maestro ed un amico importante per me che ho voluto bene e che pensavo non dovesse lasciarci mai. Adesso riposa in pace nella cappella del cimitero di Belpasso che io stesso ho progettato e costruito.
lo ricordo la sensibile appartenenza ad una famiglia di altri tempi ma anche e soprattutto la semplicità delle sue azioni.