Il Movimento 5 Stelle di Tremestieri Etneo accusa il sindaco Santi Rando (arrestato ieri per vicende legate al presunto voto di scambio politico mafioso), la giunta e tutto il Consiglio comunale, ad esclusione della consigliera pentastellata Simona Pulvirenti, di avere dato il via libera alla riduzione delle farmacie (da 7 a 6) per avvantaggiare un consigliere della minoranza (guardacaso farmacista), in modo da omologare le scelte dell’opposizione a quelle dell’Amministrazione comunale. 

Naturalmente il caso della farmacia è soltanto un elemento del vaso di pandora che i magistrati di Catania hanno scoperto in merito ai rapporti presunti fra la politica e i clan mafiosi. In questo contesto c’è finito dentro anche il vice presidente (dimessosi ieri) della Regione Siciliana, Luca Sammartino (Lega), “principale referente del sindaco di Tremestieri Etneo”. 

Sul caso della farmacia, il M5S prende posizione attraverso questa nota: “La questione della riduzione del numero delle farmacie a Tremestieri (Catania), finita sotto la lente della magistratura nel caso Sammartino ha trovato ferma opposizione soltanto nel Movimento 5 Stelle. È stato infatti della nostra determinata ex consigliera Simona Pulvirenti l’unico voto contrario alla delibera del consiglio comunale che ha portato alla riduzione delle sedi farmaceutiche da 7 a 6, cosa che secondo gli inquirenti avrebbe avvantaggiato un consigliere comunale titolare di una farmacia in quel comune”. Lo affermano il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca e il coordinatore regionale Cinquestelle Nuccio Di Paola.

“La riduzione delle farmacie a Tremestieri, oltre a danneggiare i cittadini – aggiunge Simona Pulvirenti – è stata fatta anche contro quanto espressamente previsto dalla legge. Anche le modalità di approvazione della delibera che le riduceva, fatta sulla scorta di un decreto dirigenziale della Regione arrivato poche ore prima della seduta consiliare sono state a dir poco discutibili, considerato che per gli atti urgenti da esaminare devono passare 24 ore dall’arrivo. L’atto delle Regione faceva inoltre riferimento ad una proposta deliberativa del consiglio comunale adottata il 18 febbraio 2020 che non ricordo esserci stato”.

“Per questo – prosegue la consigliera del M5S – ho presentato una sospensiva per approfondire la questione, nella quale proponevo anche l’istituzione di una commissione di inchiesta e l’invio degli atti in Procura. La proposta è stata bocciata, per cui sono stata io a denunciare tutto alla magistratura, cosa che ho fatto anche per altre vicende”.

“Persone come Simona – dice Nuccio Di Paola – sono preziosissime per il Movimento e soprattutto per la collettività. È grazie al loro duro e vigile lavoro se spesso vengono a galla situazioni poco chiare che altrimenti rimarrebbero sotto traccia. Per questo stiamo riorganizzando la rete territoriale, in maniera da costruire nei comuni progetti validi, supportati da gruppi solidi e impegnati”.

Redazione