“Si apre una nuova stagione”. Con questa frase il sindaco di Catania Enrico Trantino ha tracciato l’inizio di un cammino che, attraverso il Regolamento dei beni confiscati alla mafia, possa dare i frutti sperati da tanti anni.
“Delineare un quadro preciso e rigoroso per la gestione e l’utilizzo dei beni sottratti alla criminalità, garantendo trasparenza, legalità e benefici per la comunità, anche con lo snellimento di procedure di assegnazione, gestione, monitoraggio e controllo”.
“Si apre oggi – ha detto il sindaco Trantino – non solo una nuova stagione ma anche un nuovo modello operativo per individuare, in una logica di confronto aperto, quali possano essere le migliori soluzioni per destinare questo e altri beni ad un nuovo esempio di vitalità, per la città di Catania, e anche eventualmente per l’imprenditoria catanese, ma soprattutto per i nostri giovani”.
Il primo cittadino ha introdotto i lavori dopo aver accolto, con l’assessore ai Beni confiscati Viviana Lombardo, le massime autorità civili e militari cittadine intervenute, a partire dal prefetto Maria Carmela Librizzi, il presidente del Tribunale di Catania, Francesco Saverio Mannino.
Magistrati, docenti universitari, professionisti di alto profilo hanno apportato un contributo di spessore al convegno, che ha visto tra i primi interventi quello del prefetto Bruno Corda, direttore Anbsc (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata). Ha moderato l’incontro la prof. Daniela Mainenti, presidente del centro di ricerca giuridica scientifica internazionale “Research Unit One” (Ruo), centro che ha supportato il Consiglio comunale in particolare sotto il profilo del processo di normazione lungo l’iter che, avviato già dall’Amministrazione precedente, si è concluso nel marzo scorso con l’approvazione del Regolamento all’unanimità dell’Assemblea civica.
Erano presenti nella sala conferenze numerosi rappresentanti del mondo dell’associazionismo che, con il loro operato, contribuiscono a dare nuova vita ai beni confiscati utilizzandoli per attività al servizio della collettività.
“E’ stato unanime – si legge in una nota del Comune di Catania -, da parte dei partecipanti all’incontro, l’apprezzamento per il nuovo regolamento, strumento che è assurto a modello anche sul piano nazionale e che presenta tra le sue principali articolazioni il registro dei beni confiscati, lo sportello per l’utenza, l’osservatorio permanente. E ancora, le linee guida per la destinazione dei beni confiscati, l’utilizzo diretto per finalità istituzionali e sociali, l’utilizzo per finalità istituzionali attraverso l’assegnazione a società partecipate, enti strumentali e aziende speciali, l’utilizzo per fini abitativi, la concessione a terzi per finalità istituzionali e sociali”.
Il documento è stato presentato dall’assessore Viviana Lombardo come frutto di un lavoro condiviso, che ha visto in primo luogo l’attività delle Commissioni consiliari, a partire da quella su Statuto regolamento e affari istituzionali, ma anche la collaborazione del mondo accademico, delle associazioni e che ha già attivato uno strumento fondamentale che è l’Osservatorio.
Sono intervenuti, tra i relatori, il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Fabio Regolo, il docente universitario Antonio Tisci (Storia delle Costituzioni), la presidente della Commissione consiliare Regolamenti del Comune, Gianina Ciancio, e per la sezione “Buone pratiche ”, l’ammiraglio Donato Marzano, presidente Lni, gli avvocati Giovanni Chinnici e Rosario Di Legami, amministratori giudiziari, l’avv. Giovanna Riccardo, specialista in opere d’arte confiscate, il commercialista Alessio Russo, l’ex assessore ai Beni confiscati Michele Cristaldi.
In apertura, gli allievi del liceo musicale “Turrisi Colonna” hanno eseguito l’inno di Mameli, guidati dal prof. Fabio Raciti.
Redazione
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