Nasce la Fondazione “Museo per la memoria di Ustica” di cui la Regione Emilia-Romagna sarà socio fondatore. Nel 44esimo anniversario dalla strage del 27 giugno 1980, costata la vita a ottantuno persone che erano a bordo dell’aereo DC9 Itavia precipitato nel mar Tirreno al largo dell’isola di Ustica, l’Assemblea legislativa ha approvato la legge, composta di tre articoli, che disciplina e autorizza la Regione a costituire, quale socio pubblico, la Fondazione e a conferire al bilancio della Fondazione un apporto iniziale e un contributo annuale.

La Fondazione nasce su iniziativa congiunta della Regione, del Comune di Bologna e di altri fondatori promotori, a partire dall’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, come organismo di partecipazione, in regime di diritto privato e senza fini di lucro, con attività svolte principalmente nel territorio dell’Emilia-Romagna.

“L’Emilia-Romagna -ha spiegato il relatore Giuseppe Paruolo– ha già manifestato da tempo la sua attenzione per la memoria del ‘900 dotandosi di un’apposita legge. Alcuni fatti sono recenti e dolorosi, due dei quali accaduti nell’estate 1980: la tragedia di Ustica il 27 giugno e la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto. Eventi che hanno colpito tutta la nazione e sono pezzi importanti della nostra memoria. Un elemento importante a Bologna è il museo della Memoria di Ustica e la Regione intende fare un passo ulteriore: dare vita a una Fondazione con il Comune di Bologna e l’Associazione familiari delle vittime. Per sostenere questo progetto la Regione mette a disposizione 150mila euro l’anno per tre anni. Per quest’anno la cifra sarà suddivisa in 25mila euro per la fondazione e 125mila per il contributo annuale. Insieme ai familiari delle vittime chiediamo tutti che sia fatta chiarezza sulla vicenda e che siano individuate le responsabilità, non cedendo al ‘fascino’ di ricostruzioni fantasiose”.

Il relatore di minoranza Marco Mastacchi ha sottolineato: “Io e il relatore di maggioranza siamo concordi nell’intento base di questa legge ma nutro qualche perplessità come già spiegato in commissione. La Regione ha preso una posizione netta sui fatti. Fin dal 2008 la Regione ha rapporti solo con l’Associazione dei familiari delle vittime la cui unica tesi riguardo alle cause della tragedia è quella che sostiene l’abbattimento del DC9 Itavia, un atto di guerra in tempo di pace. Ci sono però tesi, supportate da perizie tecniche, che parlano di esplosioni a bordo. Credo quindi che la Regione debba tenere conto di questi atti documentati che vanno in direzione opposta. Sono favorevole alla partecipazione alla Fondazione per far sì che la verità venga a galla, ma sarebbe utile collaborare anche con l’altra Associazione, riconosciuta dallo Stato, che sostiene l’ipotesi della bomba a bordo. Dobbiamo collaborare per far venire a galla la verità senza posizioni preconcette. Propongo quindi un ordine del giorno per coinvolgere anche l’associazione in questione”.

Michele Facci (Gruppo Indipendente) ha commentato: “Partecipiamo, anche economicamente, a una Fondazione con regole e vincoli di cui però non conosciamo lo statuto: è un problema a monte condizionante. Bisogna poi chiarire quali sono gli altri soggetti aderenti. L’obiettivo di mantenere viva la memoria è condivisibile ma occorre coinvolgere tutte le realtà che continuano a cercare la verità”.

Andrea Costa (Pd) ha illustrato gli emendamenti, riguardanti le reti di collegamento delle opere elettriche e di fonti rinnovabili, precisando che “pur non avendo diretta attinenza con l’oggetto principe del pdl, hanno urgenza di essere approvati per poter procedere con gli investimenti programmati”.

Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “occorre che in quest’Aula non si ricostruisca il muro di gomma innalzato per troppi anni. Non continuiamo quindi a sostenere la tesi della bomba a bordo, il punto è capire chi ha lanciato il missile che ha abbattuto l’areo. Il governo faccia pressione sui paesi indiziati per fare l’ultimo passo verso la verità”.

Per Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “la legge manca di completezza perché non raccoglie le diverse espressioni delle rappresentanze che stanno cercando di mantenere viva la memoria”.

Il sottosegretario alla presidenza di giunta Davide Baruffi ha concluso: “La vicenda di Ustica non riguarda solo Bologna ma l’intero Paese che chiede giustizia al fianco dei familiari delle vittime. Dare vita a una Fondazione partecipata rappresenta un’ulteriore assunzione di responsabilità. Aderiamo alla Fondazione con una legge affinché gli obiettivi statutari della Regione siano rispettati”.

Approvati i sei emendamenti a firma Andrea Costa e Palma Costi(Pd) mentre è stato respinto l’ordine del giorno di Mastacchi.

L’Assemblea legislativa regionale e l’associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica collaborano fin dal 2008 in forza di un protocollo d’intesa sottoscritto per valorizzare attività culturali e progetti incentrati sulle tematiche dell’impegno civile e della memoria. Lo stesso Museo, inaugurato nel 2007, è stato realizzato grazie a un protocollo d’intesa stipulato nel 2001 tra ministero per i Beni e le Attività culturali, ministero della Giustizia, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna e Comune di Bologna.

Nella foto: i resti dell’aereo Dc 9 Itavia che il 27 giugno 1980 precipitò al largo dell’isola di Ustica per cause non ancora ufficialmente accertate. Ottantuno persone le vittime

Redazione