Da un lato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presidente del Consiglio superiore della magistratura, dall’altro la componente laica del Csm Rosanna Natoli, avvocata di Paternò (Catania) e vice presidente dimissionaria della Sezione disciplinare dell’organo di autogoverno dei magistrati. Da un lato Mattarella che chiede a Natoli di dimettersi anche dalla carica di consigliera del Csm, dall’altro quest’ultima (molto amica del presidente del Senato Ignazio La Russa, che a Paternò ha il suo feudo elettorale) che risponde picche, suscitando l’irritazione del Capo dello Stato.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa con la componente laica del Csm Rosanna Natoli. Sopra: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Al centro della contesa lo scandalo (così definito unanimemente per una evidente situazione di incompatibilità) della (ex) vice presidente della Sezione disciplinare che nei mesi scorsi aveva incontrato una magistrata catanese (la dottoressa Maria Fascetto Sivillo) che avrebbe dovuto essere giudicata proprio dalla Sezione della Natoli per una questione molto delicata di natura disciplinare.

Le due parlano molto ma Fascetto Sivillo registra la conversazione e la passa al suo avvocato Carlo Taormina, il quale la diffonde e fa nascere lo scandalo. A quel punto Il comitato di presidenza del Csm decide di inviare le carte alla Procura di Roma per la verifica di eventuali reati.

La vicenda diventa di dominio pubblico, anche perché pezzi di registrazione vengono pubblicate dai giornali online. Scoppia il caso su tutti i giornali e sui Social. A gran voce vengono chieste le dimissioni di Rosanna Natoli dal Csm, fino ad ora invano. 

Perfino una testata moderata come il Foglio scrive che Mattarella, in queste ore, è molto adirato per le mancate dimissioni della dottoressa Natoli dal Consiglio superiore della magistratura, anche perché lo scontro è solo apparentemente Mattarella-Natoli, ma in realtà è fra il Capo dello Stato e il Presidente del Senato. Il Foglio rincara la dose aggiungendo che Fratelli d’Italia (dato che l’avvocata paternese sarebbe stata designata al Csm per volere per partito di La Russa) non riesce a creare una classe dirigente degna di questo nome.

Il motivo del risentimento del presidente della Repubblica viene spiegato da Fanpage: “In assenza di dimissioni spontanee della giudice laica Rosanna Natoli, dovranno decidere già nelle prossime ore sul suo futuro. E in caso di sospensione, non potendo Natoli essere sostituita, in attesa dello svolgimento di un probabile procedimento giudiziario nei suoi confronti, il Consiglio superiore della magistratura, privato di un suo componente, potrebbe rischiare l’impasse”.

Intanto nei giorni scorsi Rosanna Natoli ha diffuso la seguente nota: “L’ho incontrata (il riferimento è a Fascetto Sivillo, ndr.) su pressante richiesta di un vecchio e da tutti stimato amico (non avvocato ed estraneo alla politica) che mi pregò per un atto di `pietà´ stante, mi disse, il grave stato di salute della interessata”.

“Ciò che mi preme sottolineare – dichiara Rosanna Natoli – è che nessuno degli esponenti politici provinciali, regionali e men che meno nazionali del mio partito di provenienza (Fratelli d’Italia, ndr.) è mai stato a conoscenza diretta o indiretta di questa vicenda del tutto estranea a ogni riferimento politico”.

“Tralascio allo stato – prosegue – le modalità per le quali ho deciso di disertare l’ultima plenaria come suggeritomi da componenti togati del Csm. Mi rammarico ancora per la mia inammissibile decisione di incontrare la magistrata difesa dall’avvocato Taormina la quale ha evidentemente preordinato la registrazione di un colloquio che, ripeto, è comunque avvenuto solo dopo la mia dura decisione disciplinare nei suoi confronti”. 

Luciano Mirone