Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani (CNDDU), oggi 15 luglio, in occasione dell’anniversario della morte di Mario Paciolla, operatore ONU, giornalista e attivista per i Diritti Umani, “sarà idealmente a Napoli, in Piazza Municipio, accanto a Giuseppe Paciolla e Maria Motta, genitori di Mario, e a tutti coloro che ogni giorno, da 4 anni, si battono con tenacia e determinazione affinché la tragica morte di Mario possa avere la Giustizia e la Verità che merita”.

“Sono trascorsi quattro anni – scrive il Coordinamento, a firma della professoressa Rosa Manco – dal giorno in cui arrivò la notizia che il collaboratore delle Nazioni Unite, che stava lavorando a un progetto a San Vincente del Caguán a 650 km da Bogotà, era morto tragicamente. Fin da subito fu chiaro che si trattava di un brutale omicidio perché la presenza scomoda del ragazzo in un territorio lacerato dalla corruzione e soprattutto il dossier che stava realizzando avevano urtato gli interessi del malaffare locale”.

Il quotidiano colombiano El Espectador ultimamente ha investigato sul suo caso e ha fatto sapere che “gli effetti personali non mai arrivati alla famiglia del ragazzo così come i dettagli sul suo dossier su un bombardamento dell’esercito in cui morirono sette minori, fra i 12 ed i 17 anni”.

“Mario – affermano gli estensori della nota – sapeva esattamente che stava scoprendo un vaso di Pandora pericolosissimo, lo dimostra il fatto che pochi mesi prima della sua morte eliminava le foto personali e quelle della famiglia dai suoi profili social, impostava la sua pagina facebook in profilo privato, cambiava le password e chiedeva ad un amico di realizzare il backup di tutte le informazioni sul suo computer personale e a suo padre, Giuseppe Paciolla, di separare la connessione internet di casa sua da quella dei suoi familiari, che fino a quel momento condividevano”.

“Il report di Mario – sostiene il Coordinamento – fece rumore, troppo, per tale ragione si ebbero di conseguenza le dimissioni del ministro della Giustizia Guillermo Botero”.

“Il CNDDU  – si legge – fin da subito è stato accanto alla famiglia e a tutte le associazioni e gli organi di stampa che chiedevano di far luce su una morte liquidata come suicidio, ma che per molteplici ragioni rimandava a un brutale omicidio”.

“Dopo quattro anni – seguita il CNDDU – il caso di Mario non solo non ha portato alle Verità che noi tutti cerchiamo, in quanto non siamo di fronte a un affare familiare, ma a un affare di Stato, un affare della comunità internazionale, rischia di essere archiviato. E noi non possiamo accettarlo. Non possiamo accantonare, dimenticare, mettere da parte”.

Oggi – scrive Rosa Manco a nome del Coordinamento – saremo con il cuore a Napoli, a manifestare con tutti i sostenitori dei Diritti Umani affinché ci sia Giustizia per un ragazzo che si è battuto per un mondo migliore. Oggi noi ci saremo, e ci saremo domani e dopodomani, se ci sarà bisogno. Perché il futuro merita persone come Paciolla, persone che hanno il coraggio di guardare anche quella parte di mondo che affoga nel degrado e nella corruzione. Mario è la speranza e la speranza non si archivia!”.

Nella foto: il manifesto per chiedere verità e giustizia per il giornalista Mario Paciolla, morto in circostanze misteriose in seguito alle sue inchieste in Colombia

Redazione