Questo giornale propone che il comune di Mistretta diventi Patrimonio Mondiale Unesco dell’Umanità. Questo giornale, scevro da interessi di parte, ma animato da criteri oggettivi, ritiene che Mistretta, Sicilia, provincia di Messina, al confine con quella di Palermo, situata nel cuore del monti Nebrodi, quasi mille metri di altitudine, possieda i requisiti richiesti per ottenere il prestigioso riconoscimento.
A partire da questo: “Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa”. E ancora: “Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana”.
L’Informazione lancia l’idea che questo centro dal passato illustre (che Federico II promosse al rango di “Città imperiale” per il ruolo importante e strategico che possedeva nell’intera Sicilia), che questo centro “magico” con il castello in cima, e le tante chiese, le tante opere d’arte, i palazzi antichi, le stradine, le stratificazioni storiche appartenenti alle varie civiltà che l’hanno dominato (da quella greca a quella araba, da quella bizantina a quella sveva e normanna, con un’importante testimonianza barocca), ma con il comune denominatore della pregiata pietra locale utilizzata per realizzare gli edifici poveri e aristocratici, che questo “museo a cielo aperto” della civiltà contadina ed agro pastorale, oltre che nobiliare, che questo territorio pieno di boschi, di cascate, di leggende antiche, di biodiversità, di carni, di formaggi, di prodotti della terra di alto pregio, possa diventare un luogo per il turismo, per la cultura, per l’arte e l’enogastronomia a livello mondiale, in quanto possiede un’omogeneità identitaria che ne fa un “unicum” da tutelare e valorizzare.
Non c’è fotografia, fra quelle pubblicate in questo articolo, in cui non si vedano le erbe selvatiche che spuntano fra le pietre delle strade e delle case. Sembrerà paradossale, ma è anche questo particolare a rendere affascinante il quadro. Incuria? Può darsi, ma è un’incuria che dà l’idea della “non contaminazione”, del contatto con la natura, della genuinità e quindi del vero.
È vero che alcuni anni fa (per un malinteso senso di progresso), invece di avviare una seria ristrutturazione del centro storico (che, specie in alcune parti, cade letteralmente a pezzi), si fece un’operazione inversa: alcuni terreni non lontani dal centro abitato furono lottizzati per la costruzione di residence ed edifici a schiera che nulla hanno a che vedere con la bellezza della città antica, ma è anche vero che basterebbe poco, ad esempio la piantumazione di alberi di alto fusto (noi proponiamo i cipressi, ne esistono oltre cento specie: basta scegliere quelli più ornamentali usati nei luoghi più eleganti), per non interrompere la “magia” di un paesaggio che sembra uscito da una favola meravigliosa .
Oggi Mistretta conta meno di 5 mila abitanti (con tante case disabitate, specialmente nel quartiere arabo), e però per l’ampia estensione della città antica, non può essere riconosciuta come “borgo” (il titolo di “Città imperiale” datole da Federico II non arrivò a caso). Ecco perché è necessario un riconoscimento più alto.
E procedere ad una ristrutturazione del centro storico per riportare la gente a riviverlo (mistrettesi, italiani e stranieri che amano coniugare l’originalità del paesaggio urbano con quello naturale), che vada di pari passo con iniziative culturali (pregevole quella organizzata ogni anno dall’associazione Centro storico e dedicata alla grande scrittrice verista Maria Messina), artistiche e scientifiche di alto livello. Utopia? No. Altrove succede. Può succedere anche qui. Basta vedere quello che nel corso dei decenni sta realizzando il mecenate Antonio Presti con la straordinaria opera dedicata all’arte contemporanea in questo territorio.
In caso contrario, Mistretta, da tempo agonizzante (le statistiche dello spaventoso decremento demografico dicono molto), rischia di morire di indifferenza e di inedia.
L’Informazione lancia questa idea ai Governi nazionale e regionale, al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale di Mistretta, alla Fondazione Presti, alle associazioni più sensibili a queste tematiche, ai cittadini comuni che amano il bello e che lottano per salvarlo.
Luciano Mirone
Mistretta merita di essere borgo più bello d’Italia
Perfettamente d’accordo, Mistretta, a buona ragione, sia iscritta nella World Heritage List da parte dell UNESCO. Ma non fate l’errore comune di chiamarlo Patrimonio UNESCO, si dice Patrimonio dell’Umanita’. Il Patrimonio UNESCO non esiste
Grazie di esistere .Ho 84 anni per lavoro o per svago ho visto molto della Sicilia mano ho mai visitato Mistretta. Spero che il tuo sogno diventi realta’. Auguri
Visto come trattiamo la nostra povera stupenda isola spargendo monnezza ovunque, incendiando, devastando tutto, bracconaggio , strade distrutte ecc bisognerebbe togliere tutta ka Sicilia dall’UNESCO. Almeno per colpa nostra
Mistretta merita di essere salvata dal declino e abbandono come purtroppo sta succedendo a tante piccole città di zone montane, con tanta storia e cultura che andrebbero salvaguardate e protette dall’indifferenza della politica locale e regionale. Mistretta, Nicosia, Sperlinga, potrebbero formare un insieme di città da salvaguardare e rilanciare visto il grande patrimonio artistico, culturale e enogastronomico che le accomuna. Auguri