Un punto di non ritorno. La siccità, anche in provincia di Catania, viene definita così dal sindacato Ugl. “La crisi idrica – si legge nella nota – sta mettendo a dura prova la città di Catania e soprattutto svariati centri del catanese, dove si sono registrati distacchi temporanei e disagi di vario genere”. Una denuncia grave, eppure reale, che ha portato il sindacato a chiedere un incontro urgente al Commissario nazionale unico alla depurazione Fabio Fatuzzo per capire le intenzioni della struttura commissariale.

Il dato oggettivo è uno solo: se anche in alcune zone della provincia (compreso il capoluogo), che dispongono di un immenso “serbatoio naturale” come l’Etna, l’acqua arriva col contagocce, vuol dire che la situazione è davvero drammatica e la politica – anche se ilo sindacato non lo dice – ha fallito da tempo. L’Ugl propone il riutilizzo per le campagne e per le industrie delle acque fognarie, opportunamente trattate attraverso le moderne tecnologie, e in ogni caso parla di un piano di ammodernamento dell’intera rete idrica che comprenda anche un progetto di depurazione delle acque bianche e reflue.    

“Una problematica – dice l’Ugl – che si va a sommare a quella ben più grave che si sta vivendo in diverse parti della Sicilia, con interi paesi rimasti a secco per giorni a causa della forte siccità provocata anche dalla perdurante mancanza di piogge ed un clima sempre più torrido che non ha consentito neanche in inverno l’accumularsi di neve sui rilievi e sulla stessa Etna”.

“E’ una situazione – commenta il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci – ormai diventata punto di non ritorno, lo dicono i numeri impietosi che ad oggi indicano come non mai che il tema dell’approvvigionamento e della distribuzione dell’acqua è ormai prioritario e non va ulteriormente procrastinato”.

“E’ infatti impensabile – prosegue il segretario dell’Ugl catanese – continuare a navigare a vista o procedere a rilento quando già da ora sappiamo che il prossimo anno per un verso o per l’altro l’acqua non basterà a soddisfare l’enorme richiesta degli utenti domestici, dell’utenza commerciale e dei punti di diffusione pubblici di Catania e provincia”.

“Serve rafforzare la rete attraverso una grande opera di mitigazione delle perdite che allo stato attuale purtroppo si attestano ad oltre il 50 per cento -afferma Musumeci -. Acqua che va a finire dispersa nel sottosuolo dopo essere stata, in diversi casi, prelevata con l’utilizzo di elettropompe”.

“Praticamente – aggiunge il sindacalista – preleviamo acqua dai pozzi, impiegando energia, per poi non far arrivare tutta la quantità prelevata a chi ne ha bisogno. Allo stesso tempo occorre pensare anche all’industria e all’agricoltura che, ovviamente, non hanno necessità di utilizzare l’acqua destinata agli utenti domestici e pubblici, ma possono beneficiare di acque non potabili o di acque reflue appositamente trattate”.

“Purtroppo i nostri Comuni non sono dotati di adeguate reti per lo smaltimento delle acque bianche – spiega il rappresentante Ugl – e, in molti di questi, sono in corso dei progetti per la realizzazione o l’ampliamento delle condotte per le acque reflue”.

“Non potendo dunque intercettare i flussi provenienti dalle prime strutture – propone Musumeci -, essendo scarsamente organizzate, si potrebbero invece immaginare delle soluzioni utili a valorizzare quello che transita dai canali fognari attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie”.

“Come Ugl Catania, su questo tema – afferma -, nei prossimi giorni chiederemo un incontro al Commissario nazionale unico alla depurazione Fabio Fatuzzo, per conoscere i progetti della struttura commissariale e per capire se c’è la possibilità di sostenere nel più breve tempo possibile l’industria e l’agricoltura dei nostri territori, grazie al riutilizzo delle acque nere”.

“Ricordiamo inoltre – seguita il segretario generale territoriale – che grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza c’è la possibilità di avere reti idriche nuove per sostituire quelle vetuste e per collegare porzioni di provincia non ancora collegate. Questa è una opportunità da non perdere e per questo non esiteremo a sollecitare l’Assemblea territoriale idrica, con il nuovo gestore, a porre in essere tutti i progetti più impellenti”.

“E’ arrivato il momento di affrontare tutti con determinazione la crisi – conclude l’esponente della Ugl etnea – per tutelare la popolazione, difendere il lavoro delle aree industriale e agricole e, allo stesso tempo, dare lavoro con i numerosi cantieri che si possono aprire sfruttando al massimo ogni occasione di finanziamento”.

Nella foto: un depuratore in Sicilia

Redazione