Sarà ricostruito dal SicilyLab l’antico insediamento greco di Hellas Gioiosa, nei pressi dell’odierna Gioiosa Marea, nella costa tirrenica in provincia di Messina. Esplorabile in 3D con visori, l’opera di land art si trova tra l’insediamento siculo-greco e la rocca, dove verrà eretto un tempio circolare dedicato alle donne scienziate di ieri e di oggi e alle vittime di femminicidio.

L’evento si terrà sabato 31 agosto dalle 16:30, con la partecipazione di cittadini, artisti e la presenza del mecenate Antonio Presti, ideatore di questa manifestazione e presidente dell’omonima Fondazione che ha dato vita, tra l’altro, a Fiumara d’Arte e all’iniziativa artistica “Amo Librino” a Catania. Al tramonto un concerto e una lettura poetica a cura del Parco Archeologico di Tindari concluderanno la giornata.

Il tempio di Hestia, costruito dal Sicily Lab sulla cresta del Monte Meliuso. Sopra: ricostruzione della città siculo greca di Hellas Gioiosa, a cura del Sicily lab 

Ma cos’è Hellas Gioiosa, quali sono le sue origini, quali le sue peculiarità? In un’area della Sicilia storicamente considerata marginale, l’antico insediamento posto su un alto terrazzamento del Monte Meliuso, oggetto di scavi fin dagli anni ’80 del secolo scorso, rappresenta un esempio emblematico dei contatti che si svilupparono a partire dal VII sec. a.C.  tra greci e popolazioni locali.

La sua importanza consiste proprio nelle nuove prospettive di ricerca che il suo studio apre sulla “ellenizzazione” come categoria storica e sui cosiddetti “indigeni”. L’antico insediamento si inserisce in una rete di centri di altura collegati da percorsi di crinale che punteggiano  il sistema collinare parallelo alla costa tirrenica.  Conosciamo i nomi solamente di alcuni di questi centri abitati (Abakainon, Agatirnon, Alontion, Apollonia).

Antonio Presti, presidente della Fondazione Presti, e Antonino Saggio

“Questo insediamento sul Meliuso – si legge nella nota della Fondazione Presti – è privo di nome ed è stato battezzato per l’occasione ‘Hellas Gioiosa’, in onore della madrepatria greca. Grazie agli interventi della Sovrintendenza di Siracusa, allora competente per territorio, e agli scavi di quella di Messina, subentrata a Siracusa, si è scoperto che il sito è stato abitato per nove secoli, fino all’inizio del IV secolo a.C.”.

“Il team del SicilyLab – conclude il comunicato -, con archeologi specialisti dell’area nebroidea, ha studiato il sito e pubblicato un utile compendio (v. Bibliografia http://www.nitrosaggio.net/Hellas/ ). Osservando i luoghi circostanti (il pianoro di Hellas Gioiosa), difficile non pensare alla sovrastante rocca di Gioiosa Guarda come un sito denso di una sostanza solo apparentemente aleatoria”.

Per SicilyLab – spiegano gli organizzatori – hanno contribuito alla realizzazione di “Hellas Gioiosa” il prof. Antonino Saggio, architetto e Direttore di SicilyLab, l’archeologo Michele Fasolo, gli architetti Davide Motta, Federica Mercuri e Patrizio Puppo. I laureandi Chiara Corsetti, Martina Cristaudo, Andrea Di Santo, Enrica Donati, Aureliano Pizzini. Con il supporto di  Michela Falcone, architetto e lecturer UK, Valerio Perna, architetto e lecturer AL, Gaetano De Francesco, architetto ricercatore, Alessandra Antonini, docente di fotografa, Antonello Marotta, professore e architetto. Con la partecipazione di Anna Ricciardi del Parco archeologico di Tindari e il patrocinio del Comune di Gioiosa Marea, della Fondazione Antonio Presti, del Parco Archeologico di Tindari e dell’Ordine degli Architetti di Messina e di Palermo

Redazione