Gli Archi della Marina non si toccano. Catania dice No all’abbattimento proposto dal sindaco Enrico Trantino “di uno dei monumenti più caratteristici del centro storico”. Una struttura interamente in pietra lavica progettata nella meta dell’Ottocento dall’ingegnere Petit e realizzata nel 1869 per facilitare il collegamento ferroviario fra Catania e Siracusa. Un ampio tratto di centro storico, lato mare, attraversato da questo impianto che unisce la stazione centrale con la galleria Acquicella e che si inframezza fra il porto e l’Arcivescovado.

A dare un giudizio negativo all’idea del primo cittadino è la stragrande maggioranza del popolo dei Social, che abbiamo riscontrato nella stessa pagina fb dello stesso Trantino, soprattutto nel profilo Lungomare liberato, che raccoglie migliaia di followers.

Ma vediamo come si sta snodando il dibattito su una questione che potrebbe avere dei risvolti imprevedibili, a seconda della piega che prenderà il progetto. Intanto bisogna registrare la “disponibilità” al confronto del primo cittadino, ma anche la dura risposta di molti catanesi e l’idea di “passeggiata a mare” avanzata dall’ex sindaco Enzo Bianco.

Tutto inizia nei giorni scorsi, quando Trantino, presso Confindustria, incontra il Presidente dell’Autorità di Sistema, col quale si sofferma a parlare del Piano regolatore del porto. “Una previsione – dice il primo cittadino – su cui ci troviamo assolutamente in sintonia, che permetterà, alla finalizzazione del processo, la restituzione del mare ai cittadini”.

Si tratta di un’idea che rientra nel contesto del “nodo Catania”: il piano di interramento della stazione ferroviaria e della linea ferrata fino al castello Ursino, “che stiamo discutendo con il gruppo ferrovie dello Stato”.

Si tratta di un’idea che rientra nel contesto del “nodo Catania”: il piano di interramento della stazione ferroviaria e della linea ferrata fino al castello Ursino, “che stiamo discutendo con il gruppo ferrovie dello Stato”.

Gli Archi della Marina di Catania, secondo il progetto del sindaco Enrico Trantino. Sopra: gli Archi come sono da oltre un secolo, con lo sfondo dell’Arcivescovado

Nelle righe successive, Trantino entra nel cuore della questione: “Nel caso in cui l’ambizioso progetto vedesse la luce, mi è stato chiesto cosa penseremmo di fare degli archi della Marina. Ho specificato che si tratta di soluzione troppo importante che non potrebbe che essere affidata a un confronto con la cittadinanza intera”. Un Trantino prudente quindi, almeno in questa fase, che auspica un dibattito con i cittadini.

Poi dal generale, il sindaco passa alla sua idea di “fronte mare”: “A titolo personale – scrive –propenderei per l’abbattimento, con il mantenimento di una parte sopra la pescheria come memoria storica”, anche se – aggiunge – “è troppo prematuro parlarne, ma immagino che la divulgazione della notizia provocherà non pochi dibattiti”.

“Il mio – aggiunge Trantino – vale come giudizio personale e non conta nulla. In ogni caso mi piace sottoporre queste due fotografie di come è adesso e di come potrebbe essere (foto che pubblichiamo, ndr.): ogni volta che le mostro – spiega il sindaco – , si persuadono alla demolizione anche i più convinti sostenitori dell’idea di mantenerli (e non è neanche la parte più iconica, come potrebbe essere quella prospiciente Palazzo Biscari)”.

Fin qui l’intervento del capo dell’Amministrazione. Ma vediamo il resto della controversia nata sulla stessa pagina del sindaco.

Scrive Lungomare liberato: “Secondo Enrico Trantino Sindaco gli archi della marina andrebbero abbattuti. Per molti invece vanno valorizzati. Qui ad esempio un rendering realizzato dallo studio Park Associati. Le auto e la ferrovia andrebbero spostate sotto terra, liberando la superficie per un laghetto, panchine, tanto verde, giochi per bambini, eccetera. Gli archi tornerebbero utili per un bellissimo percorso panoramico ciclopedonale con vista mare ed Etna, collegando la fascia costiera al Castello Ursino. Una passeggiata e pedalata che ci invidierebbe tutto il mondo. Cosa ne pensate?”.

Il progetto avanzato da Lungomare liberato, che prevede l’assoluto rispetto degli Archi, con lo spazio sottostante riservato a un lago, e quello soprastante riservato ai pedoni, alle biciclette e alla natura, sul modello dell’Higt line di New York, la linea ferrata dismessa da molti anni, che un tempo collegava la fabbrica nazionale di biscotti con la città. Un elaborato simile a quello avanzato alcuni anni fa dall’ex sindaco Enzo Bianco

Gaetano Maenza: Soltanto menti eccelse… possono pensare di abbattere gli archi della marina… (non ho parole) … invece di avere il coraggio di abbattere le mostruosità di cemento che nascondono la playa di Catania ai Catanesi e al mondo…( già per fare questa operazione bisogna essere coraggiosi visto gli interessi che si andrebbero a scalfire…e allora meglio fare qualche polpetta…… COMPLIMENTI”.

Pietro Nicosia: (gli Archi) “andrebbero lasciati solo dentro Villa Pacini. La città deve riacquistare il fronte mare, impedito proprio dagli archi”.

Claudio Camma: “Ovviamente valorizzati. O dobbiamo continuare a perdere pezzi della nostra identità cittadina?”.

Cristina Squillaci: “Scrivo da ignorante, faccio questa premessa per non essere aggredita! Quando ci sono pochi soldi si aggiustano le cose di cui si dispone; se c’è ricchezza si fanno gli investimenti. Credo che a Catania sia sempre mancata questa logica di base: si fanno scelte spesso costose, da 30 anni è così, per poi restare fermi. Quella zona è unica nel suo genere ed andrebbe forse resa ancora più bella da un riordino urbanistico che tolga ciò che è inutile ed abusivo, non certo gli archi”.

Sergio Nicotra: “Si stravolgerebbe parte della fisionomia storica di Catania se venissero eliminati gli archi della marina. Sono un monumento per la città. Non sono per nulla d’accordo”.

L’ex sindaco Enzo Bianco: “Sono molto dispiaciuto per la posizione netta del sindaco Enrico Trantino sull’ipotesi di demolizione degli Archi della Marina. Seguo sempre con attenzione e rispetto le iniziative dell’attuale amministrazione comunale. Mi dispiace naturalmente quando, purtroppo, lascia nel cassetto progetti importanti che potrebbero partire rapidamente per il bene della nostra città. Sugli Archi, ad esempio, anni fa abbiamo previsto un progetto che li avrebbe fatti diventare, a costo ridottissimo, una splendida passeggiata turistica pedonale e ciclabile, che consentirebbe di godere un panorama particolare del nostro mare e del barocco. Questo si potrebbe realizzare una volta interrata la linea ferroviaria grazie ad un progetto che fu presentato dalla mia Amministrazione, per essere poi approvato, al Ministero dei Trasporti. Mi auguro che il buon senso prevalga e decisioni così importanti vengano assunte in futuro sia valutando tutto ciò che è già ideato e progettato, sia coinvolgendo l’intera città”.

Luciano Mirone