“Il governo oscura i beni confiscati ai boss. Cancellati i dati su numero e collocazione. Così si impedisce il monitoraggio, si ferma la denuncia e si coprono i mafiosi, mentre si crocifigge la magistratura”. Una denuncia uscita nell’ultimo numero de I Siciliani giovani attraverso un articolo di Matteo Iannitti.

“Da quest’estate – scrive Iannitti – i dati sui beni confiscati alla mafia non sono più pienamente consultabili sul sito web dell’Agenzia Nazionale. Il portale OpenRegio che consentiva di verificare tipologia, numero e indirizzo dei beni confiscati alla mafia in Italia è stato dismesso per fare il posto alla ‘Piattaforma unica delle destinazioni, che tuttavia non è entrata ancora in funzione”.

“Da mesi – prosegue l’articolo de I Siciliani giovani – è quindi impossibile consultare i dati sui beni confiscati. Informazioni che consentono di monitorare il lavoro dell’Agenzia, che consentono di capire quanti beni confiscati sono riutilizzati per scopi sociali, quanti sono abbandonati o quanti sono impunemente lasciati nelle mani dei mafiosi che hanno subito la confisca”.

“Sul nuovo sito – spiega il pezzo – campeggia la scritta ‘l’elenco dei beni al momento è accessibile esclusivamente agli utenti degli Enti autorizzati (Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane, Prefetture e Demanio). Quando ci sarà la possibilità della consultazione pubblica ne verrà data notizia sui principali canali di comunicazione’. Insomma – si legge ancora sul giornale diretto da Riccardo Orioles – , voi associazioni, giornalisti e cittadini che da anni ci rompete le scatole denunciando la malagestione dei beni confiscati, rassegnatevi”.

“Nella parte del sito – è scritto sul giornale fondato da Giuseppe Fava – che dovrebbe riportare gli elenchi dei beni confiscati, compare un altro avviso: “’n considerazione delle attività di re-ingegnerizzazione del processo di destinazione e contestuale rinnovo della piattaforma infoweb, al momento i dati relativi alle destinazioni dei beni potrebbero essere sottostimati’. E infatti – si puntualizza – sono scomparsi, non si sa con quale criterio, migliaia di beni confiscati dagli elenchi. Anche il Giardino di Scidà, il bene confiscato alla mafia dove ha sede la nostra redazione a Catania, non figura più nella lista dei beni tolti ai mafiosi”.

“Anche il portale confiscatibene di Libera – viene spiegato -, basato sui dati di OpenRegio è stato offline per alcune ore, e adesso sembra presentare problematiche nella sincronizzazione dei dati”. 

“Appare incomprensibile – scrive ancora Iannitti – il motivo per il quale, anche in preparazione di una nuova modalità di pubblicazione dei dati sui beni confiscati, si sia scelto di oscurare e cancellare i dati già pubblicati”.

“Certo – conclude l’articolo de I Siciliani giovani – si è dato un altro colpo alla lotta alla mafia, mentre si attacca spietatamente la magistratura, mentre si utilizzano le leggi speciali contro i mafiosi per perseguitare qualche ragazzino”.

Redazione