“Adesso basta”. Con questa frase le associazioni venatorie della Sicilia reagiscono alle denunce contro la caccia nell’Isola, inoltrate nei giorni scorsi dal referente fauna del Wwf Sicilia, Ennio Bonfanti, membro del Comitato regionale faunistico-venatorio dell’assessorato Agricoltura, denunce che gli stessi sodalizi giudicano “verosimili ma lontane dalla realtà”, e parlano di “mistificazione della realtà, insulti gratuiti, minacce molto poco velate”.

Si tratta delle Associazioni ANCA (Associazione Nazionale Cacciatori), ANUU Migratoristi Sicilia, L.C.S. (Liberi Cacciatori Siciliani), Italcaccia Sicilia e Sicilia Nostra, le quali – si legge nella nota inoltrata a L’Informazione – “non possono non replicare ai messaggi veicolati da testate giornalistiche e social network dal WWF Sicilia attraverso il suo ‘Referente Fauna”, che gli scriventi giudicano “palesemente inesatte, fuorvianti e sempre più intrise della peggiore ideologia”.

Il comunicato delle associazioni dei cacciatori si riferisce in particolare alla notizia apparsa il 13 settembre scorso sul sito del WWF Sicilia (Sezione Pandanews), nella quale viene richiamata l’azione di controllo anti bracconaggio condotta dai Carabinieri Forestali del Raggruppamento CITES, denominata “Trinacria 2024” e svolta nella provincia di Agrigento, che ha portato alla denuncia per vari reati di 13 persone per bracconaggio.

“Fin qui – spiega la nota – nulla questio, anzi ben vengano tali operazioni volte alla repressione del bracconaggio in Sicilia. La ‘vergogna’ – accusano i sodalizi venatori – sorge nel momento in cui viene volutamente e tendenziosamente equiparata la caccia, attività lecita e pluri regolamentata da norme internazionali, nazionali e regionali ed esercitata esclusivamente da persone con la fedina penale pulita, espressamente autorizzate e che versano fior di quattrini per ottenere la licenza, con l’attività illecita del bracconaggio certamente da condannare. Ciò è assolutamente intollerabile!”.

Nella nota del 13 settembre, che il Wwf Sicilia ha inoltrato a diverse testate, fra cui la nostra (che l’ha ripresa, come sta facendo oggi pubblicando la replica), fra l’altro si legge: “La Sicilia rappresenta una vergogna europea, un ‘mattatoio’ a cielo aperto che per la mancanza di controlli rischia di distruggere il patrimonio della fauna migratrice che transita nel Mediterraneo. Per questo rinnoviamo ancora una volta l’accorato appello all’Assessore regionale all’agricoltura Salvatore Barbagallo a sospendere immediatamente la scellerata apertura anticipata della caccia che sta alimentando il bracconaggio più selvaggio”.

Accuse che hanno portato le associazioni dei cacciatori a dire “basta”. Il “referente fauna”, dice ancora la nota dei cacciatori, “continua affermando allegramente che ‘in tutta l’Isola caccia e bracconaggio sono fuori controllo: 25 mila cacciatori regionali hanno la quasi certezza di non incappare in nessun controllo”.

“Affermazioni prive di fondamento – si legge nella nota di oggi – altamente diffamatorie nei confronti dei cacciatori, che, secondo l’autore, farebbero stragi incontrollate di fauna selvatica! Notizie propinate ad arte per far presa sulla opinione pubblica e soprattutto nella speranza di poter influenzare i giudici”.

“Ebbene – tuonano gli amanti della caccia -, diciamo basta a tali deliranti rappresentazioni in palese contrasto con la legge nazionale e regionale che disciplina la caccia anche in Sicilia e con le plurime pronunce cautelari e di merito dei Giudici Amministrativi che, in particolare nelle ultime due stagioni venatorie, hanno respinto in toto le richieste delle associazioni ambientaliste capeggiate proprio dal WWF”.

“Così come – si legge ancora nel comunicato – è stata respinta dal Presidente del TAR Palermo l’ennesima istanza volta a bloccare l’attività venatoria 2024-2025 a causa di una presunta situazione meteoclimatica incompatibile con la caccia”.

“Di tali provvedimenti – è la posizione delle associazioni venatorie -, guarda caso, il nostro ‘referente fauna wwf’, notoriamente ideologicamente anticaccia, si dimentica continuando a raccontare la bufala del presunto irresponsabile ed illegittimo anticipo della caccia al 1° settembre anziché al 1° ottobre come consigliato da ISPRA”.

“Orbene – esclamano i cacciatori -, ripetiamo con forza a chi non vuol sentire, che, sia la preapertura, che l’apertura generale alla terza domenica di settembre, sono espressamente previste dalla legge e le conseguenti previsioni dell’Amministrazione Regionale sancite nel Calendario venatorio, sono state ritenute assolutamente legittime dal Giudice Amministrativo”.

“Che venga a raccontarle in Comitato Regionale Faunistico Venatorio – si legge nella nota odierna -, di cui si vanta di far parte, tali bufale! Ben vengano sempre maggiori controlli delle autorità preposte, ma basta permettersi di considerare il Cacciatore come sinonimo di Bracconiere!”.

“Ma vi è di più”, rincarano le associazioni venatorie: “Il suddetto ‘referente fauna’, nel prosieguo dell’articolo, ripreso anche dal quotidiano L’Informazione” dello stesso 13 settembre, si permette addirittura di definire la Sicilia come la ‘vergogna Europea, un mattatoio a cielo aperto che per la mancanza di controlli rischia di distruggere il patrimonio della fauna migratrice che transita per il Mediterraneo”.

“Tali infondate e diffamatorie affermazioni – conclude la nota – gravemente lesive della dignità della nostra Isola e di chi la amministra sono la vera Vergogna! A tal punto oramai è giunto l’estremismo ambientalista!”.

Redazione