“Dopo vent’anni dal sequestro di nostra figlia, non abbiamo nulla da aggiungere più di quanto non abbiamo già detto in tutti questi anni. Nel giorno della triste ricorrenza si rinnova più forte il nostro dolore misto alla rabbia per l’insuccesso nel ritrovamento di Denise e per la mancata giustizia!”. 

A vent’anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone (4 anni) dalla sua casa di Mazara del Vallo (Trapani), la mamma della bambina, la signora Piera Maggio, dedica un post sul suo profilo Facebook alla figlia, e rinnova l’appello “di parlare” a tutti quelli che sanno.     

“Questo caso – scrive Piera Maggio – è una delle vergogne italiane: il fallimento assoluto dei poveri d’animo e di senso umano”.

“Non smetteremo mai – dice Piera – di chiedere giustizia e verità. Come non dimenticheremo le cattiverie subite: non tutti hanno una coscienza”.

“Al contrario – prosegue -, sentiamo di dover ringraziare i nostri legali, tutti i professionisti che si sono avvicendati negli anni, tutti coloro che ci sono ancora oggi vicini e sperano insieme a noi di sapere dov’è la nostra Denise, diventata figlia di tutta Italia. Siamo convinti che prima o poi i colpevoli pagheranno per il male procurato, sia una pena terrena che divina”.

“Denise – conclude la signora Maggio -, ovunque tu sia, mamma e papà non smetteranno mai di cercarti e di sperare nel tuo ritorno fino a prova contraria. I minori scomparsi vanno cercati, non dimenticati!”.

La piccola Denise Pipitone poco tempo prima della sua misteriosa scomparsa. Sopra: la bambina assieme alla madre, Piera Maggio  

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Quello che segue è un articolo firmato da Rita Bartolomei su www.quotidiano.net di ieri, che ricostruisce diverse fasi della la vicenda della piccola Denise. 

“Alle 11:45 del 1 settembre 2004 Denise Pipitone, che non ha ancora 4 anni, sparisce a Mazara del Vallo (Trapani) e diventa uno dei grandi misteri italiani.

Vent’anni dopo la mamma Piera Maggio ha una certezza: è stata rapita. Lo ripete senza tentennamenti, non si arrende. Nel frattempo ha sposato Piero Pulizzi, il papà di Denise, è diventata nonna.

Ma quel dolore resta il centro della sua vita, “non mi manchi sempre, solo quando respiro”, le parole che chiudono il libro dedicato alla figlia e uscito tre anni fa. 

“DENISE E’ STATA RAPITA”. Non ha dubbi Giacomo Frazzitta, l’avvocato di Piera Maggio. “Che Denise sia stata rapita è dimostrato dagli atti. Parlerei di un ‘procedimento fluido’. Nel fascicolo ci sono elementi indiziari importanti che però non raggiungono la soglia necessaria per una condanna eventuale o per l’esercizio dell’azione penale. Elementi che portano tutti in una direzione. Denise non si è persa, è stata rapita. La pista del maniaco? Non l’abbiamo mai considerata. Oltretutto quella mattina c’era anche un bimbo per strada, perché avrebbero dovuto prendere proprio lei? Insisto: il contrasto tra due nuclei familiari è stato assodato. Anche se ho sempre detto, le sentenze vanno rispettate”.

I SATELLITI ESA E LA SCOMPARSA DI DENISE PIPITONE. La storia di Denise Pipitone è arrivata fino all’Esa, l’Agenzia spaziale italiana. “Siamo stati i primi, nel 2004, a fare questa richiesta”, rievoca il legale che assiste Piera Maggio fin dalle prime ore di questo mistero, le foto lo mostrano giovane avvocato accanto alla mamma, davanti a una spianata di telecamere e microfoni. “Ci siamo rivolti a un senatore di Forza Italia perché intercedesse, il nostro obiettivo era ottenere le immagini dell’Esa”. Gli scatti dallo spazio che svelassero il giallo, cos’era successo in via Domenica La Bruna tra le 11:37 e le 11:46 di quel 1 settembre? E quale fu la risposta? “Che nessun satellite a quell’ora aveva fotografato Mazara, naturalmente parliamo di satelliti civili”.

SI RISOLVERA’ MAI QUESTO MISTERO? Avvocato, il corpo di Denise non è mai stato trovato, la mamma continua a cercare una persona in vita. Si risolverà mai questo mistero? “Credo che negli atti ci siano elementi che necessitano di un collante – ragiona Frazzitta -. Se riusciamo a trovarlo, troveremo anche i pezzi del puzzle che mancano”. Sta dicendo che punta alla riapertura dell’inchiesta? “Sto dicendo che punto al buon senso”.

LE PAROLE DELLA CRIMINOLOGA. Cristina Brondoni, 53 anni, criminologa, analizzando ‘da fuori’ la vicenda resta colpita come tutti “dalla forza che dimostra la mamma Piera, non ha mai avuto cedimenti”. Quando il corpo non si trova “la speranza che quella bambina oggi ragazza sia ancora viva è naturale”. Poi c’è la statistica, inesorabile. “Se il minore non viene rintracciato subito, è difficile poi ritrovarlo”. E naturalmente i grandi misteri si portano dietro uno strascico di notizie non sempre verificate. Di veri e propri boatos. Perché, annota la criminologa che in questo periodo da giornalista si sta occupando di un altro grande mistero, la scomparsa di Emanuela Orlandi, “quando le cose vengono dette con una certa convinzione e vengono riprese, disgraziatamente sembra quasi che diventino fatti. Con il mondo dei social, questo fenomeno è esploso”.

Redazione