Sono 41 i lavoratori della Steel Telecom Srl, società in subappalto di DXC Technology (Enterprise Services Italia Srl ), che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo l’improvvisa revoca da parte della committenza delle commesse di service desk del Ministero dell’Istruzione, di Fastweb SpA e di Renantis.

Lo comunica la Filcams Cgil di Catania e Caltagirone che annuncia un sit in di protesta che si terrà lunedì 28 Ottobre dalle ore 9.30 davanti Uffici Scolastici Regionale della sede di Catania di via Mascagni 42.

Gli operatori coinvolti nell’esubero (40 a Misterbianco e 1 a Milano) hanno gestito il front office ed il back office delle segreterie scolastiche, dei provveditorati e degli uffici del MIUR, gestendo anche il service desk di due aziende private del calibro di Fastweb Spa e Renantis, azienda del settore delle energie rinnovabili.

La procedura nazionale è stata aperta a seguito di un atto unilaterale della DXC, senza alcun preavviso; l’azienda  ha internalizzato il lavoro dimenticandosi degli operatori siciliani che fino al 30 di settembre hanno garantito un servizio di pubblica utilità ed essenziale al Miur. Le trattative non hanno prodotto alcun risultato, si sono chiuse negativamente e il confronto è stato rinviato al Ministero del Lavoro.

Per Davide Foti, segretario generale  della Filcams Cgil di Catania-Caltagirone, “è una vicenda amara e surreale, sia nella composizione scoordinata dell’appalto che sulla sua internalizzazione. Se andrà in porto, 41 lavoratrici e lavoratori ne pagheranno le conseguenze. Un servizio essenziale come quello erogato al Miur e garantito grazie alla Fastweb e Renantis, non può scomparire da un giorno all’altro penalizzando così tante famiglie. Non conosciamo quale sia la natura del rapporto la DXC e la Steel Telecom ma soprattutto non comprendiamo come i clienti, pubblici e privati, non abbiano fino ad oggi verificato l’appalto”.

Pnsiamo – dice ancora Foti – che DXC, MIUR, Fastweb e Renantis abbiano una responsabilità sociale rispetto a quello che sta accadendo, e per questo abbiamo deciso di protestare davanti agli uffici del Provveditorato: sia per rendere visibile lo stato della vertenza, sia per rafforzare la possibilità che all’incontro con le parti sia presente il MIUR, soggetto a cui chiederemo anche la tutela dell’occupazione e del lavoro per le quarantuno famiglie coinvolte”.

Redazione