Era il “poeta del popolo” o il “poeta stantaniu” per il suo modo istantaneo nel comporre versi. E domani, Giovedì 17 ottobre 2024, alle 17, il suo paese, Motta Sant’Anastasia (Catania), gli rende omaggio presentando presso la biblioteca comunale (via Roma 52) il documentario “Carmunu Carusu, ‘u pueta da Motta”, un artista vissuto fra l’ottocento e il Novecento amatissimo dai suoi concittadini.
Nella scaletta dell’evento, saluti del sindaco Antonio Bellia, introduzione del presidente della Pro Loco Carmelo Liseo, accompagnamento musicale del compositore mottese Mario Guarnera e libera recita di poesie dialettali “do zu Carmunu”.
“Premesso che esistono due raccolte del poeta – affermano gli organizzatori -, pubblicate nel 1975 e nel 1997, cimelio di molte famiglie, frutto della preziosa cura dello storico bibliotecario comunale, prof. Nino Puglisi, riuscito nella titanica impresa non solo di ordinare quanto dettato dal poeta vivente a poche persone che a stento sapevano scrivere, ma anche di pescare nella memoria collettiva i versi tramandati di generazione in generazione, il documentario, in prima visione, risponde alla ragion d’essere della Pro Loco (valorizzare lo specifico culturale), è rivolto agli studenti del locale comprensivo ‘Gabriele D’Annunzio’ e alla collettività, e vuole far conoscere la gloriosa lingua siciliana (i versi in dialetto sono tradotti però, a stretto giro, in lingua italiana)”.
Con i testi del giornalista Vito Caruso, declamati anche in dialetto dal poeta mottese Pippo Consoli, e con riprese e montaggio a cura del misterbianchese Antonio Pennisi, il video ripercorre velocemente vita (famiglia e lavoro), cita opere (l’unità d’Italia nelle 210 ottave de “A leva”, il confronto tra i regni borbonico e sabaudo nelle 86 ottave de “I dubbii”, il filosofico “I quattru elementi”, l’esilarante e teatrale “Storia du scarparu”, Storia di Sant’Anastasia in 82 ottave, Storia di San Giovanni in 79 ottave, Passione di Cristo in 51 ottave, Struccioli, in risposta ad altri), mette a fuoco le caratteristiche di Carusu, definito “pueta ‘stantaniu”, perché i suoi versi escono di getto, “poeta del popolo”, nel senso che esprime pregi e difetti di ognuno di noi, “rosa selvaggia” dal letterato catanese Mario Rapisardi, e presenta alcuni brani selezionati per dare una idea della sua grandezza e suscitare la curiosità di approfondirne la conoscenza.
“Carmunu Carusu – si legge nella nota della Pro Loco -, vissuto dal 1840 al 1914, per 9 anni, vincente nella gara poetica sulla vara di San Giovanni Battista a San Giovanni Galermo, aveva anche una memoria prodigiosa, al punto di riprendere le ottave declamate e recitare esattamente ancora dopo tempo. A leva e altri componimenti, venivano recitati in pubblica piazza come vere e proprie opere teatrali, anche a cavallo di giumente. Carusu analfabeta, che ne ‘A leva’ si permette il lusso, nel celebre amore dichiarato tra Amata e Disiatu, in questi due versi ‘tu mi ncantasti cu li modi tanti/ comu la fata Alcina anticamenti’, di richiamare il personaggio Alcina dell’Orlando innamorato del Boiardo e dell’Orlando furioso dell’Ariosto, una specie di Calipso e Circe, vecchia maga bellissima, simbolo della seduzione.
Redazione
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