Italia Viva di Matteo Renzi semina scompiglio nel centrodestra siciliano – segnatamente alla Regione e al Comune di Palermo, ente quest’ultimo nel quale sostiene la maggioranza e nel quale viene accusata di avere addirittura un assessore – attraverso il capogruppo alla Camera, il palermitano Davide Faraone, già consigliere comunale nel capoluogo siciliano e plenipotenziario di Renzi in Sicilia, che ieri, per evidenziare la drammatica situazione di siccità che attualmente vive l’Isola,  ha protestato in accappatoio e con diversi bidoni davanti alla sede della Regione.

Non è difficile leggere, fra le righe di queste prese di posizione, il motivo per il quale Iv, negli ultimi giorni, sta attaccando il presidente della Regione, Renato Schifani, e il primo cittadino di Palermo Roberto Lagalla: accreditarsi come “anti destra” per smentire il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte (ma anche buona parte della “base” di centrosinistra) che accusa Renzi di essere “trasformista” e “inaffidabile” e che ha posto un perentorio aut aut all’intera coalizione (“O io o lui”), rompendo addirittura con l’idea di “campo largo” ipotizzata dalla segretaria del Partito democratico Elly Schlein.

Quella che segue è la sequenza cronologica dei botta e risposta di ieri – anche abbastanza divertenti – fra Faraone da una parte; il sindaco di Palermo e il governatore della Sicilia dall’altra, così come li ha riportati l’Ansa.

ORE 12,55. “E’ stata una batteria di dichiarazioni, ieri, contro di me, ma io sto laddove sono convinto di stare. Non sto sempre al potere, a prescindere. Non so per quale ragione qualcuno deve mettere in relazione cose che in relazione non stanno. Sono all’opposizione di Schifani, Lagalla non è stato sostenuto da Italia Viva, ma da una lista civica. Non metto insieme le due cose, sono distinte e separate”. Così il parlamentare di Italia Viva, Davide Faraone, parlando con i giornalisti, davanti Palazzo d’Orleans a Palermo, in seguito alle polemiche scaturite ieri (e alla richiesta del centrodestra di dimissioni dell’assessore di area Iv nella giunta comunale di Palermo), dopo le sue critiche alla nomina del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, come commissario per l’emergenza rifiuti. Diversi esponenti del centrodestra hanno ricordato la presenza di Italia Viva, attraverso consiglieri comunali di liste civiche ma riconducibili al partito di Faraone, nella maggioranza a Palermo. Ricordo che – prosegue – l’assessore in questione al Comune di Palermo è stato indicato da una lista civica, che si chiama ‘Lavoriamo per Palermo’, che ha indicato le figure di Totò Orlando, Maurizio Carta e Fabrizio Ferrandelli, tre di una lista civica, non di Italia Viva. Questa lista civica ha sostenuto Lagalla. Italia Viva si è presentata con il suo simbolo, alle elezioni regionali, contro Schifani. Noi restiamo all’opposizione di Schifani, come abbiamo sempre fatto”, conclude Faraone.

ORE 13,03. Avendo assistito, in queste ore, a fibrillazioni politiche e prese di posizione che hanno finito con richiamare possibili refluenze sugli assetti comunali, ritengo opportuno intervenire per esprimere il confermato sostegno dell’Amministrazione comunale all’importante lavoro che il presidente Schifani e il governo regionale stanno conducendo in materia di gestione dei rifiuti e di potenziamento di nuove infrastrutture, con particolare riferimento ai termovalorizzatori che costituiscono, per la città di Palermo, una fondamentale occasione per la definitiva valorizzazione dell’impianto tecnologico di Bellolampo”. Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni del leader siciliano di Iv Davide Faraone nei confronti del presidente Schifani in relazione alla sua nomina a commissario per l’emergenza rifiuti in Sicilia. Per queste ragioni – prosegue – tengo a stigmatizzare la presa di posizione dell’onorevole Faraone che ha rivolto al presidente della Regione una critica eccessiva ed impropria in un momento in cui il conferimento dei più ampi poteri commissariali in capo al vertice regionale rappresenta una concreta ed efficace occasione per il raggiungimento di obiettivi da tempo attesi in Sicilia. Per quanto riguarda il livello comunale – conclude – posso affermare che continua, da parte nostra, la più ampia collaborazione con il governo regionale all’interno di un quadro consiliare di maggioranza che comprende a pieno titolo una lista civica facente capo al sindaco e che, sul piano dei comportamenti, delle scelte politiche e dell’attuazione del programma per la Città, ha sempre dimostrato totale fedeltà nei confronti della coalizione di centrodestra e piena e convinta collaborazione nei rapporti con il governo della Regione”.

ORE 14,58: “Palazzo d’Orleans non commenta le scomposte e offensive dichiarazioni dell’onorevole Faraone che sembrano mirare, pericolosamente, a esarcebare gli animi, alimentare la tensione sociale e ingenerare ostilità immotivata nei confronti del presidente della Regione, che invece è impegnato, da tempo, nel progetto di realizzazione dei termovalorizzatori per superare definitivamente il problema dei rifiuti”. Lo dice una nota della presidenza della Regione siciliana. “Un’emergenza sulla quale l’onorevole Faraone è stato sempre distratto – continua la nota – anche nei cinque anni del governo Crocetta, nel quale la sua compagine politica aveva indicato proprio l’assessore al ramo. Vengono, invece, definite farneticanti le dichiarazioni di Faraone sull’ambizione del presidente Schifani a diventare Capo dello Stato”.

ORE 15,28: “Sono qui, indossando un accappatoio, in segno di protesta, perché voglio dire che la crisi idrica in Sicilia è causa sì della mancanza delle piogge, ma è causa principalmente di chi governa questa regione. Così in accappatoio e con i bidoni dell’acqua in mano, il deputato alla Camera di Italia Viva, Davide Faraone, che ha organizzato un sit-in davanti Palazzo d’Orleans a Palermo, per esprimere la sua preoccupazione per la crisi idrica nell’Isola. “Al di là dell’aspetto infrastrutturale, in merito al quale abbiamo carenze decennali – prosegue – il problema di questa estate è tutto da addebitare a Renato Schifani. Lui, infatti, ha messo in campo azioni, solo quando l’emergenza è scoppiata. Avrebbe dovuto farlo, almeno, nel mese dello scorso febbraio. Ha cominciato, invece, a chiedere ai sindaci di scavare o riattivare nuovi pozzi solo quando già le dighe erano vuote.  Adesso l’emergenza sta esplodendo” aggiunge. Faraone dice che “ci sono comuni che, già in questi giorni, stanno facendo turnazioni perché l’emergenza idrica sta esplodendo. Il peggio però ancora deve arrivare: fra qualche ora cinque comuni siciliani, Troina, Cerami, Nicosia, Sperlinga e Gagliano, che fino ad ora hanno fatto una turnazione, acqua ogni sei giorni, saranno senza acqua e potranno essere riforniti solo con le autobotti”. “Fra qualche giorno – prosegue – saremo costretti a pagare le autobotti per poter dare l’acqua a cinque comuni che si riforniscono solo dal lago di Ancipa”. Faraone ha anche detto: “Abbiamo atteso per tempo che Schifani ci desse un segno di vita ma ora è tempo di bilanci. Se toglie il disturbo è meglio, non mi aspetto da lui reattività in questo periodo, perché ha un’ambizione che è inversamente proporzionale a quello che è in grado di fare. Si sente di voler fare il presidente della Repubblica, si sente di sostituire Tajani, si sente che deve fare non si sa cosa altro. Ma dico… un po’ di senso del limite, che intanto faccia il presidente della Regione e risolva un minimo di problemi”.

Nella foto: Davide Faraone in accappatoio e alcuni esponenti di Italia Viva mentre protestano davanti alla sede della Regione siciliana

Redazione