Se siamo d’accordo sul restyling della villa comunale di Belpasso (Catania)? Vogliamo vedere il progetto nei dettagli, soltanto dopo possiamo dare un giudizio definitivo. Intanto alcune domande: saranno estirpati degli alberi? (il sindaco assicura di no). Ne verranno piantati altri? Quali altre piante si intendono eventualmente introdurre? Sarà immesso del cemento, magari “foderato” da lastre di pietra lavica? Quanto costerà l’intera operazione? Che tempi si prevedono per il completamento dei lavori?

Ci sia consentito intanto di rivolgere un doveroso ringraziamento al sindaco Carlo Caputo per avere accolto la proposta che questo giornale ha inoltrato la scorsa estate al Comune sul piano di “miglioramento” del giardino comunale “Martoglio”.

Una proposta inserita nel “pacchetto di idee” che abbiamo inoltrato per il riassetto della città e dell’intero territorio attraverso il Piano urbanistico generale, Pug (a proposito, signor sindaco, quando si parte?).

In particolare avevamo indicato un “Piano del Verde” che prevedeva tre grandi parchi pubblici da realizzare a nord (il Bosco Sciaraviva), al centro (il Parco delle Torrette) e a sud della città (l’allargamento del Parco urbano), con una serie di micro strutture di quartiere come Orti botanici, giardini e tanto altro.

Fra le idee del “Piano del Verde” avevamo previsto il “progetto di valorizzazione del Giardino Martoglio, il ‘polmone verde’ della città, ormai abbandonato a se stesso”, che tenesse conto “delle sue peculiarità, senza quindi snaturarne l’aspetto ma migliorandolo, per restituirlo alla fruizione delle famiglie, dei bambini, dei giovani e degli anziani”.

La simulazione grafica proposta dal sindaco sui Social e sui manifesti affissi in città non dà una risposta alle domande che abbiamo posto, forse perché il gruppo di professionisti che si è aggiudicato il concorso di idee per il restyling non ha ancora realizzato il progetto definitivo.

Dagli annunci che Caputo fa sui Social e sui comunicati stampa, si tratta di una iniziativa ambiziosa con cui si intende valorizzare l’intera area (il cinema e l’arena Caudullo, il municipio, la parte retrostante ad esso con la realizzazione di una struttura per l’infanzia e, nello spazio libero, la collocazione di diverse sculture per farne una sorta di museo permanente della pietra lavica) della quale il giardino pubblico è parte integrante. 

Ci auguriamo che non si vogliano ripetere certi modelli come Pedara, Nicolosi o cose del genere, dove al posto dei bellissimi giardini pubblici di un tempo, si sono messe in atto delle ristrutturazioni che hanno peggiorato il concetto di “verde” (e quindi di bello) concepito in epoche in cui si prevedeva un contatto più diretto fra persone e natura (più alberi, più aiuole, più fiori, più vialetti).

Il modello Pedara-Nicolosi è l’esatto contrario: meno alberi, meno aiuole, meno fiori, meno vialetti, ovvero una spianata di cemento, magari nascosta dalle basole di pietra lavica, luci sfavillanti e zampilli d’acqua collocati sul livello del terreno e null’altro: insomma effetti scenografici più finalizzati a colpire l’immaginario collettivo, che a soddisfare l’esigenza di verde che, specie negli ultimi tempi, con l’emergenza climatica in corso, si fa sempre più impellente.

La nostra proposta si limita a rendere accogliente – come un tempo – la villa comunale, collegandola, ovviamente, con il contesto circostante e cercando di creare un contatto più diretto con la natura, senza contaminazioni che snaturerebbero il rapporto con il verde. Quindi più alberi, più fiori, più giochi per i bambini e, sembrerà un po’ bizzarro, più terra.

Sì, più terra, magari con un grande prato inglese in grado di assorbire l’acqua, dato che il Giardino Martoglio è ubicato su un’altura in pendenza che domina la via principale. In caso di una ulteriore pavimentazione, la pioggia potrebbe trasformarsi in una micidiale bomba d’acqua che scivolerebbe verso la parte centrale e bassa del paese.

Insomma, proponiamo un ripensamento del modello di verde che, oltre ad abbellire l’ambiente, se concepito adeguatamente, potrebbe rappresentare un drenaggio naturale – come si sta pensando di fare a Catania col Tondo Gioieni, posto anche questo in un’altura che domina la via Etnea – per ridurre i disastrosi allagamenti che abbiamo registrato negli ultimi anni.

Il tutto collegato armoniosamente con il resto della città. Infatti abbiamo proposto un “Piano delle alberature da attuare in alcune vie e strade della città, in modo da contribuire notevolmente alla riduzione dell’anidride carbonica e dell’emergenza climatica”.

Il sindaco sostituisca pure il nome di villa o di giardino pubblico con quello di “Parco”, ma che sia davvero un Parco.

La verità è che da decenni il più importante “polmone verde” della città è stato abbandonato a se stesso, sia dall’attuale che dalle passate amministrazioni: pavimentazione sconnessa, aiuole divelte, vasca sporchissima (in compenso sfavillante di luci colorate, magari per nasconderne le magagne), spacciatori e, naturalmente, pochissima gente. Davvero lontani i tempi in cui la villa era frequentata dalle famiglie, dalle comitive, dai turisti.

La nostra idea è finalizzata a recuperare e a valorizzare, con cifre non astronomichhe, un luogo che un tempo era bello. E di dargli un’anima. Nient’altro.

Nella foto: la simulazione del restyling della villa comunale “Nino Martoglio” di Belpasso (Catania) ideato dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Carlo Caputo

Luciano Mirone