“Ancora caos al consiglio comunale di Catania. Nella prima seduta la maggioranza del consiglio – FdI, Prima l’Italia, FI e Mpa – lascia in blocco l’aula prima della votazione. Nessuna questione di merito ovviamente. Solo schermaglie interne legate forse alle nuove nomine nelle partecipate. Un segnale al sindaco e alla giunta che evidentemente non soddisfano appieno i desideri della maggioranza. Il sindaco dovrebbe trarne le conseguenze, ma forse da Roma glielo impedirebbero. Questa destra che vuole rifare la storia rischia solo di fare storielle da raccontare sui social”.
A denunciare il clima di tensione che regna nel Consiglio comunale di Catania – soprattutto nella maggioranza – è Maurizio Caserta, capogruppo del Pd all’interno dell’assise civica etnea: “Per la seconda volta in due giorni – afferma Caserta – il consiglio comunale di Catania non può operare per mancanza del numero legale”.
“La seduta dell’8 novembre, in prosecuzione di quella del giorno precedente, si apre regolarmente, ma il presidente Anastasi, decide di astenersi e chiama a presiedere, in mancanza dei due vicepresidenti, il primo consigliere anziano, poi il secondo, poi il terzo che, finalmente, è in grado di presiedere. Si avvia la votazione ma manca il numero legale. La seduta viene chiusa”.
“Ancora una volta alla città – spiega Caserta – viene offerto uno spettacolo disarmante. Per fatti che non hanno nulla a che fare con il merito della delibera, si impedisce al consiglio di operare. Se ci fosse bisogno di una prova che il sindaco di Catania non ha più la maggioranza, questa è stata fornita in maniera inequivocabile”.
“Nel frattempo l’aula è rinviata a data da destinarsi- conclude il capogruppo Pd -, con conseguenti costi legati a una nuova seduta. E in un momento in cui si parla di tagli ai servizi sociali, la circostanza appare paradossale e irrispettosa, perché perfettamente evitabile”.
Nella foto: il sindaco di Catania, Enrico Trantino
Redazione
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