Dopo decenni, a Catania, ha ripreso a funzionare il grande orologio con il complesso meccanismo, posto sulla vetta dell’arco trionfale denominato Porta Ferdinandea e dopo l’Unità d’Italia Porta Garibaldi, grazie ai lavori per la riqualificazione promossi dall’Amministrazione Comunale, quale azione di restauro conservativo dell’opera disegnata da Stefano Ittar e da oltre due secoli una delle cartoline simbolo di Catania.
Ogni giorno, alle ore 12 e alle ore 18, lo storico orologio risuonerà il segnale acustico dell’ora esatta, un sottofondo che si era perduto nella memoria dei catanesi per via del mancato funzionamento del macchinario, risalente alla fine dell’ottocento e che settanta anni non era più attivo.
A curare il ripristino sono stati proprio gli eredi dell’ultimo orologiaio, Orazio Squadrito, che nel 1939 riparò l’apparato meccanico prima che i rintocchi smettessero di riecheggiare, presumibilmente negli anni ’70, quando andarono via anche i familiari dell’ultimo custode. Orazio Oteri, morto nel 1954. Una significativa chicca artigianale che si colloca nell’ambito dell’intervento di riqualificazione, giunto ormai alle battute finali, finanziato con il Pnrr, per il consolidamento delle parti gravemente danneggiate del monumento.
Nei giorni scorsi, il sindaco Enrico Trantino e l’assessore ai lavori pubblici Sergio Parisi, si sono recati a Porta Garibaldi per verificare lo stato dei lavori ormai quasi conclusi: “Un lavoro certosino di riqualificazione e restauro -hanno detto i due amministratori- frutto dall’esigenza avvertita di far rivivere l’edificio al fine di renderlo accessibile. Il fine ultimo è quello di garantire una fruizione continua del monumento, rendendo utilizzabili le piccole salette interne e un percorso panoramico con l’attraversamento delle terrazze esistenti a livello del vano orologio. Un lavoro eccellente che consente di restituire ai cittadini di Catania e ai turisti uno dei luoghi identitari di maggior prestigio storico-monumentale”.
Il sindaco Trantino e l’assessore Parisi hanno anche annunciato che con ulteriori fondi si provvederà, tra poche settimane, a interdire il parcheggio delle auto su piazza Crocifisso nella zona prospiciente la Porta verso via Garibaldi, in modo da segnare un’effettiva continuità pedonale con l’attigua piazza Palestro.
In dettaglio, i principali interventi che la ditta appaltatrice ha eseguito sullo storico Arco Trionfale, sulla scorta di un progetto redatto dal gruppo di lavoro della Direzione Lavori Pubblici diretta da Fabio Finocchiaro con Salvo Persano Responsabile del progetto e Giovanni Calvagno direttore dei lavori, hanno riguardato anche il rifacimento della copertura a volta del vano che contiene l’orologio con il consolidamento della struttura lignea e dell’impalcato, il ripristino della pavimentazione e della impermeabilizzazione dei terrazzi per evitare infiltrazioni di acqua piovana; la sostituzione di tutti gli infissi con un moderno sistema di efficientamento energetico, oltre al restauro e al consolidamento dell’apparato lapideo esterno ed interno.
Tutti interventi realizzati con manodopera di esperti restauratori, in un monumento che alterna pietra bianca di Siracusa e blocchi di lava scura locale. Al secondo livello si trovano due angeli con trombe, al terzo due Trofei d’armi.
Sul lato Est lo scudo del timpano raffigura una Fenice che risorge dalle fiamme con un cartiglio che recita “Melior de cinere surgo” (Risorgerò dalle mie ceneri ancor più bella).
“Ritengo -ha aggiunto il sindaco Trantino, a margine del sopralluogo con Parisi- che questa citazione sia stata riprodotta per esaltare la resilienza della comunità catanese ai nefasti eventi calamitosi del 1669 e del 1693. Il primo e unico grande monumento al mondo, un Arco di Trionfo di pregevole fattura, che rappresenta il simbolo della vittoria dell’Uomo sulle avversità naturali e nel nostro caso con la rinascita della moderna Catania”.
Redazione
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