“Mistretta merita di essere inserita fra i siti mondiali del patrimonio Unesco: è di una bellezza impressionante”. A dirlo è Eva Cantarella, Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, scrittrice di successo per i suoi libri sull’antica Grecia, vincitrice di premi letterari di prestigio, fra cui il Bagutta e l’Hemingway, destinataria di un’alta onorificenza come l’Ambrogino d’oro che ogni anno la città di Milano assegna a delle personalità distintesi nei diversi settori della vita pubblica, insomma, una figura di prestigio nel panorama della cultura nazionale ed internazionale: basti dire che è storica, giurista e sociologa.
Nata a Roma, Eva Cantarella cresce a Milano, dove compie i suoi studi al Liceo classico “Cesare Beccaria”. Nel 1960 si laurea in Diritto all’Università di Milano, completa la sua formazione all’estero presso le Università di Berkeley e di Heidelberg. Poi svolge attività accademica nelle Università di Parma, di Pavia, di Austin (in Texas) e di New York. Dal 1990 al 2010 – prima di andare in pensione – è stata professoressa ordinaria di Istituzioni di Diritto romano e di Diritto greco antico all’Università di Milano.
L’abbiamo sentita telefonicamente per parlare della proposta lanciata da questo giornale (e supportata da mille firme grazie alla petizione indetta dalla locale Pro Loco) di inserire Mistretta nei siti Unesco.
Professoressa Cantarella, perché ha fatto questa affermazione?
“Quando, molti anni fa, vidi Mistretta per la prima volta, rimasi affascinata. Mistretta è di una bellezza impressionante, sia dal punto di vista paesaggistico che naturalistico. Allora ho detto una cosa che confermo oggi: ‘Questo centro merita di far parte del Patrimonio mondiale Unesco”.
Eva Cantarella è figlia di un mistrettese, anche lui figura eminente nel campo della cultura e dell’Università: il professor Raffaele Cantarella (nato il 25 aprile 1898, morto a Milano il 6 maggio 1977), grecista, filologo classico e bizantinista.
“Mio padre – dice la scrittrice – trascorse solo cinque anni della sua vita a Mistretta, dove suo padre era stato preside presso il liceo classico. Poi gli impegni professionali di mio nonno (anche lui docente di latino e greco e preside) lo portarono altrove. Eppure il mio genitore mi parlava spesso di questo centro con le case, le strade e i vicoli di pietra dorata: ‘Un giorno ti porterò a Mistretta’, mi diceva”.
Come le parlava di questo paese a mille metri sul livello del mare, nel cuore dei monti Nebrodi?
“Benissimo. Malgrado la sua limitata presenza agli anni della primissima infanzia, qualcosa lo aveva colpito”.
Cosa?
“Il fatto che Mistretta, allora difficilmente raggiungibile, specie in inverno, fosse una cittadina molto importante e dotata di scuole superiori, compreso il liceo classico, e di molti uffici, fra cui il Tribunale. Credo che questi particolari (oggetto di frequenti discussioni con mio nonno) lo avessero impressionato molto. E poi la vivacità dei circoli, la vita agro pastorale, la semplicità dei suoi abitanti. Una cosa che non aveva dimenticato era l’odore del pane che si sprigionava dalle case”.
Poi è andata veramente a Mistretta?
“Sì, ed è stato molto emozionante. Mio padre mi ha fatto conoscere delle belle persone che mi hanno fatto un’accoglienza straordinaria”.
Cosa è successo?
“Ci hanno fatto trovare i registri di mio nonno, ex preside del liceo classico, e poi ci hanno portati nella casa dove era nato mio padre. Sono molto grata a quella gente perché ha dimostrato un attaccamento nei confronti di mio padre che mi ha commossa”.
E’ tornata?
“Sì, almeno vent’anni fa, per il Premio Maria Messina, invitata da una associazione composta da molti professori che mi hanno accolta con grande affetto. Mi è sembrata una cittadina molto attiva sul piano culturale, popolata da diversi giovani vivaci con i quali mi sono trattenuta piacevolmente a parlare”.
E poi?
“Quando ci sono tornata, molti di questi, non li ho più trovati: erano andati via per ragioni di lavoro. L’ho trovata diversa. Non ho visto i fermenti che avevo trovato alcuni anni prima”.
Secondo lei quali sono le peculiarità di Mistretta per far parte dei siti Unesco?
“Tante. Malgrado la relativa vicinanza con Messina, non risente affatto della vita della città, ha la sua indipendenza, la sua identità ed è molto orgogliosa del suo passato. Quello che mi ha colpito è stato il modo con il quale mi hanno fatto vedere le tracce di un passato illustre, in parte scomparso. Le visite successive hanno segnato il dispiacere di non averla ritrovata come l’avevo conosciuta”.
Luciano Mirone
Il dispiacere di non trovarli più come li si ha lasciati, riguarda tutti i centri abitati della Sicilia,soprattutto quelli dell’ entroterra.