In Sicilia lo scandalo (l’ennesimo) è servito. “L’assemblea della Regione ha approvato 1.202 voci di finanziamento: ogni parlamentare, in media, ha’portato’ al proprio territorio 1,4 milioni di euro”. Ovviamente senza bando. Lo denuncia in un articolo di oggi il giornalista Salvo Fallica sul sito online del Corriere della sera (corriere.it).
Come se non bastasse il recente scandalo legato al “sistema Auteri” (dal nome del deputato di Fratelli d’Italia che, secondo quanto denunciato dal collega Lavardera del movimento di Cateno De Luca, Sud chiama Nord, ha dirottato parte degli oltre 700 mila Euro nell’associazione presieduta dalla madre del parlamentare di Fdl), la distribuzione capillare di denaro pubblico continua “sia a destra che a sinistra”, come denunciato dal Corriere, con quest’ultima coalizione che da un lato denuncia il “sistema”, ma dall’altro dà l’impressione di utilizzarlo – magari per cause più nobili – come gli avversari politici.
Un paradosso se si pensa che, come scrive Fallica, in Sicilia il 38 per cento dei cittadini è a rischio povertà, la sanità è a livelli da Terzo mondo, le grandi città sono piene di spazzatura (a cominciare da Catania, dove il Comune ha dirottato verso Mediaset 2 milioni di Euro per il mega spot in diretta televisiva in occasione del capodanno: altro paradosso incredibile), molte Amministrazioni sono in dissesto finanziario, strade e autostrade sono in condizioni pietose e nel frattempo sono pronti 15 miliardi per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina.
Eppure – scrive il Corriere – “l’Assemblea Regionale ha trovato il modo di stanziare una quantità di denaro da record per i territori dei deputati di maggioranza e opposizione: una pioggia di finanziamenti da 100 milioni di euro, con una media statistica di 1 milione e 400 mila euro per deputato”.
A conferma che maggioranza e opposizione, marciano insieme appassionatamente, il quotidiano milanese scrive che “la lunghissima lista di finanziamenti, per realtà indicate con emendamenti specifici dai vari deputati, è riuscita miracolosamente a favorire l’intesa sia all’interno della litigiosa maggioranza di centrodestra che sostiene il governo di Renato Schifani (spesso, in passato, colpito dai voti dei franchi tiratori) sia tra maggioranza e opposizioni. In un clima di ritrovata (o apparente) pacificazione è stata approvata in tempi veloci la Finanziaria regionale, senza bisogno dell’esercizio provvisorio”.
Come dire: ognuno fa il gioco delle parti, mentre la Sicilia sprofonda. “In questi fondi – spiega il Corriere – c’è di tutto: da necessari interventi infrastrutturali alle sagre e alle feste di paese, dalle manifestazioni sportive alle promozioni turistiche”.
E poi un altro affondo sull'”intesa” che, “tranne rare eccezioni – scrive lo storico giornale di via Solferino -, ha riguardato la quasi totalità dei 70 deputati, di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione (anche Pd e 5 Stelle), il movimento di Cateno De Luca -che di recente ha espresso parole positive sul presidente Schifani- e i leghisti”.
“Alcuni parlamentari regionali – ha scoperto Fallica – sono riusciti a far passare anche più di 15 richieste di finanziamenti per i propri territori: e così vi è un comune come Modica (nel Ragusano) che ha ottenuto grazie a importanti parlamentari di maggioranza e opposizione ben 2 milioni e 220 mila euro”.
Eppure, aggiunge il Corriere, “più di cento associazioni culturali avevano chiesto che le ingenti risorse venissero assegnate con bandi pubblici per evitare favoritismi e discrezionalità, ma la richiesta non è passata. Si è trattata di una scelta politica. E lo ha ammesso con sincerità in un’ intervista al Giornale di Sicilia il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno (esponente di FdI, vicino ad Ignazio La Russa): ‘Non c’era la volontà politica di assegnare i contributi solo tramite bando’.
In compenso il presidente dell’Ars aggiunge che “nel nuovo anno dovrà essere affrontato il problema di trovare un criterio definitivo ed equo di assegnazione delle risorse. Lo faremo in una legge che conterrà anche altre misure rimaste fuori da questa Finanziaria”.
Nella foto: il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani
Luciano Mirone
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