Il segretario siciliano del Pd, Anthony Barbagallo, deputato alla Camera, attacca il centrodestra nazionale e siciliano sulle elezioni delle nuove Province regionali dell’Isola, di cui da anni si discute con esiti assolutamente infruttuosi.
Due le ipotesi sul tappetto: o l’elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale da parte dei cittadini oppure quella di “secondo grado” stabilita dalla Legge 56 del 2014, che ha eliminato l’elezione degli organi provinciali da parte del corpo elettorale, stabilendo che essi siano eletti dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia.
In pratica Barbagallo, oltre a lanciare un duro j’accuse al centrodestra, dice di scegliere una delle due opzioni: l’importante è che si facciano le elezioni per non lasciare sguarnite le Province in Sicilia.
“L’eterno gioco dell’oca sull’elezione diretta per le province in Sicilia – dice Barbagallo -. Oggi infatti la commissione Bilancio della Camera dei deputati ha dichiarato inammissibili gli emendamenti dei parlamentari siciliani di centrodestra al decreto ‘Emergenze’, con cui si chiedeva la reintroduzione dell’elezione diretta per le province in Sicilia”.
“E’ un gioco sfiancante sulla pelle dei siciliani – aggiunge il segretario del Pd dell’Isola -, una vera presa in giro. Il centrodestra continua a promettere l’elezione diretta, ma poi lo stesso centrodestra a Roma, prima impugna il testo davanti alla Corte costituzionale e poi, tramite la presidenza della commissione Bilancio alla Camera, dichiara inammissibili gli emendamenti”.
“Nelle città metropolitane e nei liberi consorzi – conclude Barbagallo -, a causa di questo balletto ridicolo, ogni giorno che passa si determina sempre più una serie innumerevoli di disastri, sia dal punto di vista economico-finanziario, sia dal punto di vista gestionale. Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ne prenda atto e indichi immediatamente le elezioni di secondo grado”.
Redazione
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