Colpisce il silenzio. In ballo c’è la programmazione della città e del suo territorio per i prossimi decenni, i parchi, le scuole, il lavoro, lo sport, il turismo, il centro storico, le frazioni, il collegamento con la metropolitana, e il sindaco di Belpasso (Catania) Carlo Caputo cerca di far passare sotto silenzio una “bomba” come il Piano urbanistico generale, strumento indispensabile per attuare tutto questo, dopo averne sbandierato ai quattro venti la revisione, dato che il Piano è scaduto “solo” da 23 anni.
In mancanza del nuovo strumento urbanistico, resta vigente il vecchio Piano regolatore redatto dal cugino di Salvo Lima, artefice, assieme a Vito Ciancimino del “sacco” di Palermo. Questo dà l’idea del clima che si respira in loco.
Intanto a Belpasso si registra l’abusivismo edilizio più alto della regione (specie nelle frazioni, dove sia il sindaco che il deputato di Fratelli d’Italia, Giuseppe Zitelli, fanno il pieno di voti ad ogni elezione), una notevole crisi del commercio, uno “spaesamento” dei giovani, una “desertificazione” del centro storico, una furia demolitrice nella stessa area antica.
Silenzio sulla formazione del nuovo Ufficio di piano, “indispensabile”, secondo il “verbo” del sindaco, per la redazione del Pug, Il primo cittadino, lo scorso 19 febbraio, ha voluto affidarlo ancora una volta all’Ufficio tecnico comunale (perpetuando un modello abbondantemente fallito). Questo malgrado “la carenza di personale specializzato in materia urbanistica” all’interno di quell’ufficio (sono parole dell’ex responsabile del settore Urbanistica, Angelo Smilardi).
Silenzio sui 160 mila Euro che lo stesso sindaco ha deciso di conferire all’Università di Catania perché si ritiene “necessario” (sono sempre parole del responsabile dell’Urbanistica) che venga fornito all’Ufficio di Piano un adeguato “supporto” tecnico-scientifico da parte di organismo in possesso di tali competenze, “necessarie” a “supportare” pienamente il Comune di Belpasso nel processo di redazione del Pug “attraverso attività di studio, ricerca e sviluppo di metodologie e strategie innovative”.
Se il responsabile comunale del settore Urbanistica, per ben due volte nel giro di un paio di righe, usa la parola “necessario”, un motivo deve esserci. Solo il sindaco non lo vede. Nel frattempo uno dei funzionari nominati da Caputo ha rifiutato l’incarico e si vocifera che altri potrebbero seguirne l’esempio, quindi immaginate come può un Ufficio tecnico comunale redigere un atto complesso come il Pug se ha problemi perfino ad affrontare l’ordinaria amministrazione.
Silenzio sulla nostra proposta di selezionare l’urbanista attraverso un bando pubblico, procedura molto più trasparente per eliminare la discrezionalità di scelta che le Amministrazioni comunali spesso vogliono riservarsi per gestire potere e garantire interessi. Uno strumento urbanistico è portatore di affari colossali soprattutto nelle aree edificabili e nel cemento. Basta leggere un’intervista che questo giornale ha fatto tempo fa all’ottimo urbanista Ignazio Lutri. Domanda: architetto Lutri, un professionista che redige uno strumento urbanistico è oggetto di pressione da parte delle pubbliche amministrazioni e dei palazzinari? Risposta: “Sempre”. Se questo è vero, significa che la posta in gioco è alta. E se la posta in gioco è alta, qual è il gioco che vuole fare Caputo?
Lui insiste con l’Ufficio tecnico, ma la legge dice che si può ricorrere a quell’Ufficio “solo” nel caso in cui questo è adeguato a svolgere quel compito, sennò si deve imboccare la procedura del bando, che però Caputo esclude. E allora che fa il sindaco? Ricorre all’Università di Catania, ma come “supporto”, ovvero come aiuto, come collaborazione, come sostegno, non come titolare del Pug: la legge lo esclude.
E allora chi redigerà realmente il Piano: il Comune o l’Università? Chi dovrebbe eventualmente rispondere di fronte alla legge? Signor sindaco, può rispondere a queste domande?
Silenzio sull’area di via Fiume, dove nel 2013 Caputo, attraverso il suo Cronoprogramma, aveva promesso un parco e ora fa trovare i suoi cittadini di fronte al fatto compiuto: il progetto di uno “scatolone” di 30 mila metri cubi di cemento destinato ad un “insediamento commerciale” (oltre alle immancabili palazzine). Se nel 2013 egli stesso – subito dopo il suo insediamento – non avesse revocato l’incarico per il Pug ad un grande urbanista come Leonardo Urbani (scelto in base ad un bando voluto precedentemente dall’ex commissario regionale Angelo Sajeva), la situazione sarebbe stata diversa. Così non è stato, quindi è giusto che ripari i guasti provocati.
Silenzio (ormai atavico) sul Parco delle Torrette promesso a parole a ventuno associazioni, ma negato coi fatti: quella superficie, alcuni anni prima, era stata lottizzata per un altro insediamento residenziale e commerciale: Caputo ne era consapevole ed ha continuato a promettere, gabbando ancora una volta i cittadini. Anche in questo caso sarebbe opportuna una adeguata riparazione del guasto.
Silenzio sulla partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla stesura del Pug e sulle proposte che questi hanno presentato al Comune, dopo l’invito estivo a proporre idee e opinioni (come prevede la legge).
Insomma, silenzio su tutto il fronte. Evidentemente il sindaco di Belpasso scambia la sua claque con i cittadini veri, quelli che hanno preso coscienza e che vogliono vivere in una città a misura di bambini, di ragazzi, di anziani, di turisti, non dei palazzinari.
Per realizzare questo è indispensabile che la redazione del Pug passi ad un urbanista lontano dai condizionamenti locali, è indispensabile istituire un bando per conferire l’incarico ad un professionista lontano da questo territorio attraverso una selezione oggettiva e non discrezionale della scelta.
L’altra sera in Consiglio comunale – quando in fretta e furia si voleva chiudere la partita su via Fiume – in un paio d’ore diversi cittadini sono stati capaci di mobilitarsi per fermare lo scempio. Ecco perché Caputo sta cercando di operare in silenzio. Non dobbiamo e non possiamo consentirlo.
Luciano Mirone
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