A Belpasso (Catania) il Piano urbanistico generale (Pug) torna di scottante attualità con una mozione presentata dalla minoranza consiliare, in cui vengono denunciati i seguenti fatti: “Mancata verifica di eventuali incompatibilità della Giunta, del Consiglio comunale e dei componenti dell’Ufficio di Piano; gravemente omesso e ancora non circostanziato – ma solo abbozzato – il percorso partecipativo dei cittadini, degli ordini professionali e delle associazioni; carenza del personale comunale in materia di urbanistica; diritti edificatori al di fuori del procedimento di Pug”.

Ce n’è abbastanza per dire che lo strumento urbanistico del comune etneo – dopo oltre un quarantennio – continua ad essere tabù per i colossali interessi di cui è portatore. Basti dire che da 22 anni non si procede alla sua revisione (come impone la legge), si continua a cementificare in tutto il territorio (uno dei più estesi della Sicilia) e a demolire in centro storico, vengono presentate varianti per realizzare palazzine ed insediamenti commerciali, certe lottizzazioni sono smaltite in pochi mesi, mentre per altre sono necessari 23 anni.

Attraverso questa mozione, l’opposizione denuncia diverse situazioni legate al Pug (ex Piano regolatore generale, Prg), a cominciare dal fatto che “non sono stati opportunamente verificati i requisiti tecnico professionali e le qualifiche di appartenenza dei componenti dell’Ufficio di piano, e non sono state acquisite le relative dichiarazioni sul potenziale conflitto di interessi”.

Su quest’ultimo argomento, con questo atto amministrativo indirizzato al presidente del Consiglio Comunale, ai capigruppo consiliari, al sindaco, all’assessore all’urbanistica, al Responsabile unico del procedimento (Rup), e per conoscenza al presidente del Nucleo di valutazione, ai componenti dell’Ufficio di Piano e al presidente della V Commissione consiliare urbanistica, i firmatari del documento (i consiglieri di opposizione Carmelo Carciotto -primo firmatario -, Mario Pulvirenti, Max Parasiliti, Andrea Paparo, Stefano Toscano e Salvo Licandri), citano il decreto del Presidente della Repubblica 62 del 2013, che definisce il concetto di conflitto di interessi: ”Un conflitto di interessi implica un conflitto tra la missione pubblica e gli interessi privati di un funzionario pubblico, in cui quest’ultimo a titolo personale abbia interessi che potrebbero influire indebitamente sull’assolvimento dei suoi obblighi e delle sue responsabilità pubbliche”.

Non solo. “Nella delibera di Giunta 170 del 2022 – si legge nella mozione –, stando alle linee guida del decreto regionale (116 del 2021), mancano le nomine per gli incarichi tecnici: il progettista dello studio agricolo forestale, dello studio geologico, dello studio compatibilità idraulica, dello studio archeologico, dello studio demografico e socio economico”.

Malgrado questo, la Giunta municipale, il 9 dicembre scorso, “ha dato indirizzo per l’adozione di apposita convenzione con l’Università di Catania”, incaricandola di dare il suo “supporto tecnico” per la redazione del Pug. Tale delibera ha “trovato compimento” nove giorni dopo (18 dicembre) attraverso la determinazione del capo dell’Ufficio urbanistica, il quale però ha attestato la “carenza” di personale interno “specializzato in materia urbanistica”.

Nonostante tale attestazione, il sindaco con sua determina, il 19 febbraio 2025, ha costituito l’ufficio di Piano confermando l’incarico al personale dell’Ufficio tecnico comunale.

Per tutte queste ragioni, gli autori della mozione chiedono all’Amministrazione comunale (e la impegnano) di “avviare il processo di partecipazione dei cittadini”, secondo un cronoprogramma che prevede l’indizione – nella fase elaborativa – di un forum partecipativo e (nella fase progettuale) l’istituzione dell’Ufficio di Urban Center (come prevede la legge e lo stesso impegno deliberato dal consiglio comunale alcuni anni fa)”.

E inoltre sollecitano di “revocare l’incarico di progettazione del Pug all’Ufficio di piano”, di “nominare un tecnico progettista del nuovo Pug mediante il ricorso al concorso di progettazione (art.26 comma 1 L.R. 19/2020), che dovrebbe realizzare oltre al nuovo piano urbanistico generale, i vari piani particolareggiati del centro storico e delle aree periferiche”.

A proposito di aree periferiche si chiede “di associarsi tramite apposite convenzioni, con i comuni limitrofi, per realizzare un nuovo piano urbanistico intercomunale in forma associata, al fine di garantire e progettare una corretta pianificazione urbanistica e coordinata nei rispettivi territori (art. 26 comma 2 della L.R. 19/2020).

I consiglieri di opposizione invitano l’Amministrazione ed il Consiglio comunale di “acquisire le dichiarazioni dei rispettivi componenti, in ordine all’attestazione di non trovarsi in situazioni neppure potenziali di conflitto di interessi per se stessi e parenti fino al 4° grado (art. 78 del Testo unico degli enti locali, Tuel)”, di “verificare i requisiti tecnico-professionali e le eventuali incompatibilità del Rup e dei componenti dell’Ufficio di piano”. Per quanto riguarda questi ultimi, viene chiesto agli amministratori e ai consiglieri comunali di “acquisire le dichiarazioni con le quali gli stessi componenti dell’Ufficio di piano attestino di non trovarsi in situazioni neppure potenziali di conflitto di interessi per se stessi e parenti fino al 6° grado”.

L’Amministrazione comunale viene sollecitata ad “annullare parzialmente la convenzione stipulata con l’università di Catania” e “a coinvolgere la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania, per lo studio archeologico e del centro storico (art. 26 comma 1 della L.R. 19/2020), “a redigere la procedura di Valutazione ambientale strategica” e ad “indire una conferenza di pianificazione con la città prima dell’approvazione del Documento preliminare del Pug”.

Nella foto: la strada principale di Belpasso (Catania), la via Roma

Luciano Mirone